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In pochi a inizio 2023 avrebbero potuto immaginarsi che la McLaren un anno e mezzo dopo sarebbe stata al comando della classifica costruttori della Formula 1, eppure eccoci qui. La scuderia di Woking, partita lo scorso anno con la consapevolezza di non aver raggiunto i target di efficienza aerodinamica previsti per l’inizio del mondiale, ha lavorato a testa bassa, con lo stesso spirito che oggi anima un’inaspettata lotta per il campionato. Merito di un approccio che, come sottolinea il CEO della scuderia Zak Brown, non cambia a seconda dell’obiettivo in palio.
“Quando sono al muretto, dal tono di Andrea e del resto del team non riuscireste a capire se stiamo lottando per la vittoria o per il decimo posto – aveva raccontato già a Silverstone, in un incontro con la stampa presente in pista cui aveva partecipato anche Automoto.it -. Credo sia l’atteggiamento giusto. Il fatto di essere al comando non sposta nulla, il lavoro è lo stesso. All’interno della scuderia ci sono persone che hanno conseguito vittorie e titoli mondiali”.
“Se questa per me è un’esperienza nuova, non lo è per figure come Andrea Stella, che ha lavorato con uno dei migliori piloti e uno dei team più rilevanti al mondo”, aveva aggiunto facendo riferimento all’esperienza di Stella come ingegnere di pista di Fernando Alonso in Ferrari. “Siamo affamati di vittorie e abbiamo uno spirito critico. Se commettiamo un errore, ne parliamo internamente, effettuando, come del resto accade anche negli altri team, un’analisi dettagliata post gara, ma anche durante la corsa, se ci rendiamo conto che c’è qualcosa da sistemare per la prossima sosta o la successiva decisione strategica”.
Ma tornando indietro di un anno e mezzo, a quel periodo di forte difficoltà a inizio 2023, che cosa è cambiato nel team? “La risposta breve è Andrea Stella. Ovviamente si tratta di uno sforzo di gruppo, ma è stato lui a guidare il cambiamento. Andrea è il miglior uomo di corse con cui abbia mai avuto a che fare. Questa è la mia ottava stagione in McLaren, ma sono nell’ambiente del motorsport da una vita. È un grande leader, e sta facendo un ottimo lavoro nell’indirizzare la scuderia. Non progetta la monoposto, quindi mi preme dare credito agli sforzi del migliaio di persone che lavora oltre a lui. Ma la sua leadership è il singolo cambiamento più importante che ci ha portato a crescere dall’inizio del 2023. Pete Prodromou, Rob Marshall e Neil Houlday stanno svolgendo un lavoro eccellente, ma sotto la guida di Andrea”.
La McLaren ha preso la testa della classifica costruttori, ma gli attuali 52 punti di distacco di Lando Norris da Max Verstappen non sono un ostacolo insormontabile. Norris è pronto per la sfida? “Per vincere il mondiale, tutti devono essere al 100%. Credo che Lando impari qualcosa in ogni gara. Piloti come Max e Lewis, che hanno vinto moltissimo, hanno acquisito grande esperienza. Lando lo sta facendo ora, e credo che continuerà a migliorare come pilota. Penso che sia perfettamente in grado di vincere il mondiale già ora, ma questo non vuol dire che non possa migliorare. Credo che Max sia un pilota migliore oggi di quanto lo fosse l’anno in cui vinse il suo primo mondiale. Piloti di questo calibro riescono sempre ad affinare le loro armi”.
E se il 2024 si sta rivelando molto più combattuto del previsto, il 2025 secondo Brown potrebbe superare ancora di più le aspettative. “Penso che la prossima stagione possa rivelarsi straordinaria. Vista la stabilità nel regolamento tecnico potrebbero esserci quattro scuderie in lotta per il mondiale. E penso che sarebbe ingenuo escludere qualcuno al di fuori degli attuali primi quattro, visto come cambiano in fretta le cose. L’Aston Martin è scivolata indietro, ma potrebbero riprendersi. Non c’è motivo per cui altre scuderie non possano riuscire a replicare quello abbiamo fatto noi. Abbiamo centrato questo obiettivo lavorando duramente, ma tutti hanno lo stesso budget, e strumenti tecnologici simili”. In questa mischia ci sarà sicuramente la McLaren, forte della guida di Andrea Stella, leader senza fronzoli, e, soprattutto, senza smanie di protagonismo, a differenza di certi suoi omologhi.