Formula 1: problemi e soluzioni del GP della Malesia

Formula 1: problemi e soluzioni del GP della Malesia
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Elettronica, gomme e consumi, pioggia e aerodinamica, il GP di Malesia è un altro punto interrogativo su cosa accadrà nel mondiale. La formula non è semplice, alcune cose non vanno e bisogna capire come affrontarle | <i>P. Ciccarone, Sepang</i>
28 marzo 2014

Kuala Lumpur – Elettronica, gomme e consumi, pioggia e aerodinamica, il GP di Malesia è un altro punto interrogativo su cosa accadrà nel mondiale. Di sicuro la formula non è semplice, alcune cose non vanno e vale la pena di capire come affrontarle.

Si parte dall'elettronica

Cominciamo dal capitolo elettronica. In Australia la Ferrari ha avuto un problema con la centralina che gestisce il kers, ovvero il motore elettrico abbinato ai freni posteriori. Questo motore si attiva quando la macchina supera i 100 km/h solo che in Australia non è successo ad Alonso e Raikkonen, che per i primi giri di corsa hanno avuto un calo di potenza di circa 120 CV.

Un abisso in F.1. Dopo la prima sosta ai box i piloti hanno potuto fare la procedura di emergenza che resetta il meccanismo, ma anche se la Ferrari (con tatto e classe) non ha fatto cagnara, è chiaro che la FIA è responsabile di questo problema che ieri ha colpito la Ferrari, domani potrebbe ripresentarsi a qualcun altro.

Di sicuro in Malesia la Federazione, che in collaborazione con la FOM di Ecclestone gestisce questi meccanismi, è corsa ai ripari. Di sicuro è una complicazione in più che si aggiunge al funzionamento del flussometro, lo strumento che regola la portata di benzina al motore e che sulla Red Bull di Ricciardo in Australia non ha funzionato secondo i dettami federali.

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La Ferrari ha lavorato su tre punti per migliorare rispetto all'Australia, ovvero su elettronica, affidabilità e carburanti

Ma la Ferrari cosa fa?

E quando si parla di elettronica si parla anche di consumi visto che a seconda di come funziona il meccanismo dei motori elettrici, dipende da come usi il motore a benzina. La Ferrari ha portato dei nuovi carburanti della Shell, che dovrebbero aiutare ad avere più potenza e tenere sotto controllo i consumi, ma poi il resto delle prestazioni variano anche per altri fattori.

Sono tre i punti su cui la Rossa ha lavorato: gestione dell’elettronica, strategie di gara col miglior compromesso fra affidabilità e prestazioni e nuova benzina. La prima, come ricorda l’ingegner Simone Resta, progettista della Ferrari, serve per migliorare ed evitare i problemi avuti in Australia, quando la centralina ha impedito ai due piloti di sfruttare tutta la potenza del gruppo; per la strategia, significa che la Ferrari cercherà di sfruttare la potenza al massimo senza rovinare l’affidabilità, quindi ci sarà qualcosa in più rispetto alla corsa di apertura.

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Rispetto al 2013 le attuali F1 hanno il 20% in meno di carico aerodinamico (1.500 kg di downforce contro gli attuali 1.200)

Aerodinamica

E qui si apre un altro fronte, che si chiama aerodinamica: rispetto all’anno scorso le F.1 attuali hanno perso il 20 per cento di carico, ovvero se prima avevano una spinta a terra di 1500 kg, ora non si va oltre i 1200, con un rallentamento secco di almeno due o tre secondi al giro. Ma anche il peso è aumentato di altri 50 kg, 691 ora contro i 541 dell’anno scorso e questo vuol dire altri due secondi al giro. Visto che le gomme Pirelli sono meno performanti dell’anno scorso e più resistenti, i tempi sul giro dovrebbero essere molto più alti e invece no.

Siamo più o meno sui due tre secondi al giro rispetto a 12 mesi prima. Lo spiega Paul Hembery, responsabile Pirelli Motorsport: «Semplicemente sta accadendo quello che deve accadere in F.1 – dice il tecnico inglese – gli ingegneri stanno recuperando il carico perduto attraverso scelte aerodinamiche. Penso che per fine stagione saranno allo stesso livello dell’anno scorso e visto che noi siamo stati prudenti con la fornitura delle gomme, sarà davvero interessante capire dove e come faranno a recuperare velocità in curva».

La Pirelli, visti i valori di coppia dei motori attuali, ha portato gomme che si stressano meno, anche se manterranno i due pit stop a gara come voluto dalla federazione: «E’ stato difficile fare gomme senza avere test in pista – dice Hembery – infatti i dati del simulatore sono stati smentiti dalla realtà. Faccio un esempio, nei test invernali abbiamo visto che le gomme anteriori avevano una temperatura più alta di 10 gradi rispetto a quanto previsto e lo stesso accade con le gomme posteriori che non hanno più il carico dell’anno scorso. Cambiando l’aerodinamica e sviluppando le macchine, cambiano i parametri e quindi noi di Pirelli stiamo già pensando a che gomme produrre per Silverstone e parliamo di metà stagione o fine Campionato. Le auto attuali e le gomme attuali potrebbero non essere adeguate e bisogna cambiare tutto. E’ la forza della F.1, mai dare nulla per scontato!».

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