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“Lewis Hamilton è un bollito, ormai è un pilota sulla via del tramonto. Perché la Ferrari l’ha preso?”. È quanto alcuni appassionati di Formula 1 sostengono sul sette volte campione del mondo della Mercedes, protagonista di un inizio di stagione 2024 molto difficile. Nonostante tutto quello che ha colto in passato, a contare nella mente del pubblico sono le ultime prestazioni. Ma la verità è che Hamilton è tutto meno che finito.
Per capire perché, bisogna prima di tutto guardare all’incredibile involuzione della Mercedes nelle ultime stagioni. La scuderia di Brackley ha iniziato nel modo peggiore l’era dell’effetto suolo, sposando un concetto la cui efficacia è rimasta inchiodata al virtuale, senza che potesse mai fare la differenza nel concreto. Ma è pure andata peggiorando, se si vanno a guardare i punti colti nelle prime tre gare stagionali negli ultimi tre anni. Nel 2022 erano 65, nel 2023 56 e nel 2024 26.
È chiaro che il dato relativo al mondiale in corso è falsato dal doppio zero incassato in Australia, di cui almeno una parte – il ritiro di Hamilton per un problema al motore – è riconducibile alla stessa Mercedes. Ma lo stesso Toto Wolff ammette che il confronto con lo scorso anno è impietoso. “Abbiamo cominciato la stagione con la convinzione che questa vettura fosse migliore di quella dello scorso anno. E poi guardi i risultati di Melbourne 2023. Leclerc era andato a sbattere, ma Sainz era quarto in pista, anche se è stato estromesso dalla top ten per la penalità. La McLaren era 17, 18, 19 secondi indietro. Adesso sono davanti di 40 secondi”.
Un dato pesante, che riflette chiaramente le difficoltà della Mercedes. Il direttore tecnico James Allison, nel consueto debriefing della gara, ha abbozzato alcune ipotesi. “Stiamo cominciando a notare un pattern. Nella maggior parte dei weekend c’è un punto in cui ci sentiamo a nostro agio con la macchina, ma quando arrivano i momenti che contano, la qualifica e la gara, ci perdiamo. La correlazione più solida che possiamo notare al momento è che la nostra competitività diminuisce quando la pista è calda, e di conseguenza aumenta la temperatura delle gomme”.
Si parlava prima della correlazione tra i dati del simulatore e quelli della pista. Allison ammette che questa difficoltà c’è anche oggi. Dice che ne soffrono tutti, e da un certo punto di vista è vero. Dopotutto ci sono dettagli che nemmeno la simulazione più accurata può replicare. La realtà ha troppe sfaccettature perché sia così. Ma la situazione della Mercedes è più grave, e lo si capisce dal fatto che non riescano a portare in pista un set-up base da affinare che funzioni davvero. E qui subentra Hamilton.
Parlando a RaceFans del venerdì di prove libere della Mercedes a Melbourne, Wolff ha parlato di “sperimentazioni” con set-up diversi sulle due macchine. “Nelle FP2 abbiamo optato per un cambio aggressivo di assetto sulla macchina di Lewis. Una scelta che si è ritorta contro di noi”. Se la W13 del 2022 reagiva in maniera catastrofica a minimi cambi di set-up, la W15 è una diva capricciosa che la Mercedes cerca di far funzionare con scelte di assetto disperate. E vista la sua esperienza, non può che essere Hamilton il pilota scelto per questi esperimenti arditi. Inevitabilmente questo lavoro gli complica il weekend di gara, andando a falsare il confronto con il compagno di squadra.
Si può dire che questo sia l’ultimo atto di lealtà di Hamilton nei confronti di una scuderia che non l’ha ascoltato sulla direzione da prendere e ora si appiglia proprio a lui per trovare il bandolo della matassa. Lewis si sta sacrificando per la scuderia a cui deve moltissimo, ma che ora è l’ombra di ciò che era un tempo. Toto Wolff gli avrà anche detto di abituarsi a guardare l’ala anteriore delle Mercedes l’anno prossimo, ma la sensazione è che sia molto più probabile il contrario. Con buona pace di chi crede che Hamilton sia bollito.