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Il giovedì è vigilia del GP a Monza e come al solito la gara italiana si conferma come quella a più alto tasso di mondanità, tanto che Mercedes ha organizzato a Milano i Laureus Award, anticipandoli di un mese, poi c’è stata la serata di Confartigianato Motori che per l’occasione ha inaugurato la Villa Reale di Monza dopo il restauro.
Alla presenza delle autorità politiche locali e nazionali, oltre ai premi Confartigianato, c’è stata anche la cerimonia per gli Sparco GP2 Award assegnato a Jyolon Palmer ma che sul palco ha visto la presenza anche di Coletti, Marciello, Richelmi, Quaife Hobbs, il neo debuttante in F.1 Merhi oltre a tutti i team manager dell’ambiente.
L’attenzione l’ha catturata però la F.1 con Nico Hulkenberg, vincitore del trofeo Dekra: «Sono orgoglioso soprattutto perché è lo stesso sponsor di Michael Schumacher – ha detto Nico – e spero davvero che come all’epoca portò fortuna a Michael, facendolo arrivare alla Ferrari, possa capitare anche a me la stessa cosa» e qui la sala ha tributato una ovazione al pilota tedesco, che corre col numero 27 in ricordo di Gilles Villeneuve: «Amo la Ferrari, sarebbe un sogno ma credo siano apposto con i piloti per i prossimi anni» ha continuato Nico, salvo poi, a precisa richiesta, confessare che sta cominciando a imparare l’italiano: «Per ora ciao come va vorrei una pizza e via così, ma un poco alla volta mi ci metto, intanto so dire grazie, è la prima volta che ricevo un premio internazionale e spero sia di buon auspicio per il futuro».
Poi è toccato al russo Kvyat, che si è dimostrato un mostro di simpatia che fra battute in perfetto italiano (ha vissuto a Roma per anni) e speranze di promozione in prima squadra Red Bull ha intrattenuto il pubblico. Il massimo, però, è stato Pastor Maldonado che ha ricevuto il premio antisfiga per la stagione in corso: «Di solito faccio 500 metri di corsa, se non si rompe qualcosa o non sbatto contro qualcuno, se a Monza faccio 700 metri comincia la svolta positiva della stagione!».
A quel punto è arrivato pure Daniel Ricciardo, che l’anno scorso aveva ricevuto il trofeo con la promessa che avrebbe portato fortuna: «Ho vinto tre gare, sono felice grazie davvero» ha detto in mezzo italiano. E visto che le domande erano in inglese Maldonado ha cominciato a sfotterlo: «Ma se parla perfettamente italiano!» e Ricciardo: «Ah sì, vero» e finiva lì. Poi pacche sulla spalla e battute varie in una serata in cui i piloti si sono comportati da ragazzi simpatici e normali.