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Finalmente sappiamo come saranno le monoposto di Formula 1 per la stagione 2026. La FIA ha rivelato i dettagli del nuovo regolamento tecnico, che prevede non solo una power unit completamente rivista, ma anche l’introduzione di concetti inediti come l’aerodinamica attiva. Ma Pirelli, fornitore di pneumatici in F1, come si sta muovendo con le gomme 2026? “Noi abbiamo già iniziato a lavorare, una volta definite con la FIA le misure”, ha spiegato il direttore di Pirelli Motorsport, Mario Isola, a un incontro stampa cui ha partecipato anche Automoto.it a Imola, prima che le novità regolamentari fossero ufficializzate.
Isola ha rivelato i ragionamenti sulle dimensioni delle gomme per le monoposto 2026. “Ritenevamo che delle gomme da 16” non fossero la soluzione giusta da adottare. Abbiamo proposto degli pneumatici da 18” leggermente più stretti, che vanno ad alleggerire il sistema ruote garantendo però nel contempo prestazioni in linea con le aspettative”. Una volta stabilite le caratteristiche dello pneumatico, in Pirelli sono iniziate le prime fasi dello sviluppo.
“A quel punto noi abbiamo già cominciato a lavorare sia sul modello, sia sulla costruzione di un prototipo fisico, chiaramente ordinando gli stampi prima di tutto e preparando i materiali necessari. L’idea sarebbe andare in pista dopo l'estate. Quindi per agosto abbiamo bisogno di perfezionare tutte le prove indoor che facciamo prima di andare in pista. Vale a dire costruire i primi prototipi, provarli, caratterizzarli, mandare i dati ai team e poi andare in pista a partire da settembre”.
Ma qual è l’aspetto più complesso dello sviluppo di un nuovo prodotto per la Formula 1? “Ogni volta si tratta di una sfida diversa, per adattarsi a una situazione nuova e sviluppare velocemente, con una rapidità che possiamo successivamente trasferire a tutto il nostro mondo di ricerca e sviluppo. Gli attuali pneumatici da 18”, peraltro, sono molto simili alle soluzioni pensate per le vetture stradale, e questo permette di mutuare dei concetti di costruzione, sia sul fronte dei prodotti stradali che del GT”.
Per le gomme 2026, leggermente più strette in termini di corda sia all’anteriore che al posteriore, “abbiamo cercato di ottenere una migliore penetrazione aerodinamica oltre a un risparmio di peso”. Ma servirà “un po’ di lavoro di fino, per ottimizzare l'impronta a terra e la distribuzione delle pressioni, con l’aiuto delle squadre”. “Per il 2026 sarà fondamentale il pacchetto aerodinamico – ha osservato Isola - perché è l’aspetto che fa sì che la gomma venga messa a terra in un certo modo. Queste macchine sono così sensibili, da percepire una differenza anche solo di un millimetro”.
Con gomme diverse, i compound cambieranno? “Serviranno anche delle modifiche alle mescole, aggiustandole alle nuove monoposto, ma l’idea è di mantenere la stessa impostazione con tre compound a weekend come oggi. Non ci sarà un cambio di filosofia”. Tanti aspetti simili, dunque, ma anche nuove sfide per Pirelli, in attesa di una rivoluzione tecnica che vedrà la Formula 1 abbracciare l’aerodinamica attiva, con monoposto più leggere e di dimensioni inferiori, invertendo una tendenza che andava avanti da decenni.