Formula 1: Michael Schumacher, vent'anni fa il primo titolo con la Ferrari

Formula 1: Michael Schumacher, vent'anni fa il primo titolo con la Ferrari
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Vent'anni fa oggi, l'alba italiana si tinse di rosso: Michael Schumacher l'8 ottobre del 2000 riportò il titolo mondiale di Formula 1 a Maranello
8 ottobre 2020

«I colori dell'arcobaleno sulle insegne del Cavallino Rampante»: chi ha più di venticinque anni non può non avere stampate nella mente le parole con cui Gianfranco Mazzoni in telecronaca descrisse il trionfo nel Gran Premio del Giappone del 2000 di Michael Schumacher, che, per la prima volta, si era laureato campione del mondo di Formula 1 con la Ferrari. Quelle parole eleganti, con la voce strozzata, tradivano una grande emozione, la stessa provata dai tifosi della Rossa che vissero incollati alla TV quell'alba magica che si tinse finalmente di rosso.

Finalmente perché la Ferrari non vinceva un titolo mondiale piloti dal 1979: un'eternità. I più giovani crebbero sentendo narrare le gesta del sudafricano Jody Scheckter, che aveva ottenuto l'iride alla fine degli anni Settanta. All'alba di un nuovo millennio la Ferrari era ancora a secco: un boccone difficile da digerire, sia per i fan della Rossa, sia per chi per la Rossa lavorava. Si stavano però gettando le basi per quello che si sarebbe rivelato un indimenticabile ciclo vincente. E nel 2000 la stagione cominciò benissimo per la Ferrari. Schumacher dominò la prima parte del campionato, in cui i rivalissimi della McLaren ebbero grossi problemi di affidabilità. 

Ma la sorte avrebbe ben presto voltato le spalle al Kaiser. Schumacher accusò ben tre ritiri consecutivi, in Francia, Austria e Germania. Da lì in poi la battaglia tra Michael Schumacher e il rivale Mika Hakkinen, l'unico nemico per cui nutriva genuina stima, si fece serratissima. Una lotta che toccò l'apice l'8 ottobre del 2000 a Suzuka, nella penultima gara della stagione. Schumacher e Hakkinen scattarono dalla prima fila: il finlandese riuscì a prendere la testa della corsa, ma Schumacher si mantenne alle sue calcagna, tanto da passare al comando dopo il secondo giro di pit stop. Poi sedici giri di supplizio, in cui i tifosi della Ferrari tennero il fiato sospeso, per paura che quel titolo così agognato sfuggisse dalle mani di Schumacher.

E Schumacher visse quella stagione come una catarsi. Dopo aver eguagliato il numero di vittorie di Ayrton Senna a Monza, si sciolse in un pianto incontrollabile. Non solo per questo primato, ma anche perché era riuscito a rompere un incantesimo che non pensava potesse spezzare. Cinque gare a secco di successi, incluso lo smacco del doppio sorpasso a Zonta a Spa, con Hakkinen uscito trionfante da una delle manovre più suggestive della storia della Formula 1, di cui si parla ancora oggi. Così come si raccontano a chi non le ha vissute le titaniche gesta di Michael Schumacher, l'uomo che ha infranto ogni record. E tutto cominciò proprio da quell'alba rossa di vent'anni fa. Rimasta nel cuore di chi c'era e di chi sogna di assistere a un'epopea del genere. 

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