Formula 1: Mercedes, un positivo al COVID-19

Formula 1: Mercedes, un positivo al COVID-19
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Dieci positivi al COVID-19 nel Circus della Formula 1, tra cui un membro della Mercedes. C'è molto riserbo sulla questione, forse anche troppo
8 ottobre 2020

Il numero è stato buttato lì con trascuratezza, come se fosse normale routine, invece desta preoccupazione se letto in una chiave diversa dalla fredda matematica. Nel circus della F.1 a  fronte di 1882 tamponi, sono stati trovati una decina di positivi. Nemmeno tanti, a guardare le percentuali. Il problema è che sono tutti reduci dal GP di Russia e che anche un membro della Mercedes risulti fra i positivi. La squadra ha confermato ma non ha voluto dire oltre. E si capisce bene perché tutta questa riservatezza. Da fonti interne avevamo saputo che la domenica di Sochi il team non aveva pranzato perché era stato messo in quarantena l'area ospitalità e si vociferava anche di alcuni ricoveri, così come di altre squadre presenti in loco.

"La fidanzata di un nostro pilota risulta essere positiva, un altro ha partecipato a una festa dove sono stati trovati 3 positivi, per fortuna non hanno avuto problemi" ha detto Helmut Marko a proposito della situazione. A Sochi le immagini TV hanno evitato accuratamente di inquadrare il pubblico in tribuna, la maggior parte senza mascherina, e la promiscuità degli alberghi della zona ha di fatto rotto quella bolla sanitaria di cui la F.1 si fa vanto. La prima conseguenza è che il GP di Turchia, quello che doveva riportare 100 mila persone in tribuna a 5 euro al biglietto, di fatto è stato dichiarato a porte chiuse. Ovvero un giro di vite importante rispetto all'ottimismo paventato in precedenza. Che qualcuno del circus possa risultare positivo, alla luce degli eventi mondiali, è ipotesi che non deve stupire nemmeno allarmare.

Quello che allarma e stupisce, invece, è che in un mondo in cui si cerca di consigliare i metodi di difesa dal coronavirus, la F.1 invece che rendere atto che pure con tutte le precauzioni del caso, ci siano contagiati, tende invece a nasconderlo. Quasi a vergognarsi, come se ammalarsi fosse qualcosa di cui scusarsi. Va bene che la proprietà è di Liberty Media, società made in USA e che fa parte di una galassia vicina politicamente ai repubblicani, ma la salute è qualcosa che dovrebbe andare oltre gli schieramenti. Per cui, pur con tutte le cautele del caso, le notizie di ricoveri, di chiusura e quarantena di alcuni team vengono minimizzate.

Anzi, fin dalla domenica sera di Sochi, ovvero quasi 2 settimane fa, si era diffusa la notizia fra gli addetti ai lavori, che però avevano paura che si diffondesse fuori dal paddock. Adesso che è ufficiale, possiamo scriverlo. Ma questo alone di mistero, di mancanza di chiarezza e il voler far passare la bolla F.1 come perfetta e al di sopra di ogni contagio, a quanto pare, non è reale. La speranza è che tutti possano guarire e che nessuno corra pericoli per la propria salute. Il resto è show e la F.1 cerca di farsi una immagine vincente. Da supermen che dopo 3 giorni escono dagli ospedali. Una volta si risorgeva, oggi per essere santificati basta farsi dimettere...

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