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Gli inglesi direbbero third time's the charm, la terza volta è quella buona. Secondo quando riporta The Race, McLaren e Honda avrebbero avviato dei contatti preliminari in vista di una potenziale collaborazione a partire dalla stagione 2026 di Formula 1, anno zero che vedrà in griglia pure Ford e Audi. L'attuale contratto della McLaren con la Mercedes per la fornitura delle power unit terminerà a fine 2025, e la scuderia di Woking starebbe valutando anche altre opzioni. Dal canto suo, Honda figura nell'elenco dei motoristi per la stagione 2026, ma è alla ricerca di un partner dopo le nozze tra Red Bull e Ford.
Come diceva Antonello Venditti, certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. Nel caso di McLaren e Honda, le prime nozze risalgono al 1988. Dopo i fasti dell'era con i motori Porsche con badge TAG Heuer, la scuderia di Woking decise di unire le forze con la casa nipponica. Nacque da questo legame la McLaren MP4/4, una delle vetture più devastanti della storia della Formula 1. Con la coppia sconsigliata ai deboli di cuore formata da Ayrton Senna e Alain Prost, la MP4/4 vinse 15 GP su 16, una percentuale incredibile. Prost colse più punti, ma il discusso sistema di punteggio per cui risultavano validi solo i migliori 11 risultati della stagione premiò Senna, che vinse il suo primo titolo mondiale.
Con l'addio al turbo, la Honda per il 1989 fornì alla McLaren un V10 ad aspirazione naturale di 3.5 litri, che consentì alla scuderia di Woking di vincere entrambi i titoli con la nuova MP4/5. Il rapporto tra Senna e Prost, però, deflagrò in maniera spettacolare dopo le acrimonie del GP di San Marino, in cui Senna ruppe un patto di non belligeranza non scritto alla prima curva. La rivalità si accese ancora di più, arrivando al climax dell'incidente nel GP del Giappone. A quel punto, Prost era già con un piede fuori dalla McLaren, visto che aveva raggiunto un accordo con la Ferrari per il 1990. Senna vinse la gara a Suzuka, ma fu successivamente squalificato, e il mondiale andò a Prost. Senna avrebbe restituito la pariglia l'anno successivo, sempre in Giappone. McLaren e Honda avrebbero vinto altri due mondiali con il brasiliano, nel 1990 e nel 1991, prima di interrompere il rapporto alla fine del 1992.
Dopo le infelici intese con Ford e Peugeot e una lunghissima collaborazione con Mercedes - in cui arrivarono il mondiale costruttori 1998 e i titoli di Mika Hakkinen nel 1998 e nel 1999 e di Lewis Hamilton nel 2008 - la McLaren decise di rinverdire i fasti di un tempo con Honda, pronta a immergersi nell'era dell'ibrido nella stagione 2015, con un anno di ritardo rispetto agli avversari. Fu proprio questo il fattore scatenante di una serie di problemi di gioventù dall'effetto devastante sull'affidabilità. Fernando Alonso, figliol prodigo ritornato fieramente a Woking perché stufo di "arrivare secondo" con la Ferrari, si ritrovò a collezionare una serie infinita di ritiri per problemi tecnici.
Dopo l'ennesimo problema tecnico, Alonso in Giappone, davanti alla dirigenza Honda, si produsse in un team radio destinato a passare alla storia, in cui definiva la power unit nipponica "GP2 engine". Uno sfogo duro arrivato in una stagione in cui il povero Fernando, a causa delle continue rotture di componenti, collezionò 575 posizioni di penalità per la sostituzione di elementi della power unit. Ma il problema non era solo l'affidabilità, visto che la monoposto, quando non si rompeva, era pure lenta. Nel 2016 le cose andarono leggermente meglio, ma la McLaren non andò oltre il sesto posto nel mondiale costruttori.
Il 2017 segnò un netto peggioramento, visto che la scuderia di Woking precipitò al nono posto nel mondiale. Fu la goccia che fece traboccare il vaso, provocando il divorzio tra la scuderia di Woking e la Honda, che si accasò prima con l'allora Toro Rosso e poi con la Red Bull, arrivando finalmente a vincere il mondiale costruttori nel 2022. La McLaren, invece, si legò per qualche stagione alla Renault, per poi ritornare a impiegare i motori Mercedes, con fortune decisamente alterne. Il periodo infelice con Honda e le difficoltà del primo anno di collaborazione con Renault finirono per mietere vittime eccellenti. Jenson Button decise di ritirarsi a fine 2016, Alonso fece altrettanto nel 2018, stagione al termine della quale a Stoffel Vandoorne non fu rinnovato il contratto. Dopo il brillante debutto in Bahrain in sostituzione di Alonso nel 2016, Vandoorne non riuscì ad emergere in una McLaren in caduta libera. E per lui il capitolo F1 si chiuse. La storia tra McLaren e Honda, invece, potrebbe non essere finita qui. Nella speranza che il terzo tentativo sia più simile al primo che al secondo...