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La McLaren nel Gran Premio d’Australia 2025 di Formula 1 ha tirato uno schiaffo in pieno volto a chi pensava che il primo atto della nuova stagione non vedesse una scuderia in una chiara posizione di superiorità. Se non fosse stato per l’errore commesso da Oscar Piastri mentre cercava di agguantare il compagno di squadra Lando Norris, oggi staremmo parlando di una doppietta per la scuderia di Woking. Ma a testimoniare la forza della McLaren pensano sia i raffronti sul giro secco che il ritmo imposto in una gara fortemente condizionata da un meteo isterico.
A ben vedere, il vantaggio competitivo della McLaren è riconducibile all’impeccabile gestione delle gomme da parte della MCL39. In qualifica, la differenza tra il team inglese e i rivali si è rivelata abissale nel terzo settore, frangente in cui la concorrenza arrivava in affanno, con le gomme surriscaldate e una conseguente mancanza di grip meccanico. Per non finire in questa situazione, gli altri dovevano scendere a compromessi sulle performance offerte nei primi due settori. Norris e Piastri non ne avevano bisogno: la loro macchina è talmente gentile con le gomme da sobbarcarsi questa parte del lavoro.
Anche in gara, la gestione delle gomme da parte della McLaren è stata impeccabile. Le intermedie di Norris e Piastri hanno avuto vita decisamente più lunga rispetto al valente rivale Max Verstappen, che, nonostante la sua nota affinità per la guida sul bagnato, non ha potuto mantenere lo stesso ritmo degli avversari vestiti del color papaya. I numeri, in fondo, parlano chiaro. Dopo aver subito il sorpasso da parte di Piastri, Verstappen nell’arco di dieci giri si è visto staccare dall’australiano di quindici secondi. La capacità di mantenere le gomme in vita anche nella parte conclusiva dello stint, a ben vedere, è una caratteristica che la MCL39 ha ereditato dalla vettura che l’ha preceduta.
La MCL38 dello scorso anno, infatti, consentiva a Norris e Piastri di risultare estremamente regolari per l’intera durata dello stint. Non stupisce che la MCL39 abbia lo stesso tratto distintivo. Nonostante gli audaci cambiamenti apportati al layout della sospensione anteriore pull-rod, la nuova monoposto della McLaren nasce dallo stesso concetto di vettura della MCL38. Ma a spaventare gli avversari – come ha sottolineato il team principal della Red Bull, Christian Horner – pensa un altro aspetto. Solitamente le auto gentili con le gomme hanno difficoltà nel mandarle in temperatura all’inizio del giro secco o con il freddo. La MCL39 non ha questo problema.
Ma a cosa può essere dovuta questa arma potentissima? La McLaren MCL39 è una vettura dalla spiccata efficienza aerodinamica, testimoniata dalle prestazioni degne di nota nel terzo settore di Melbourne, il più guidato del tracciato. Ma c’è di più, e per scoprirlo bisogna osservare la zona dei freni. Come si nota nel disegno del nostro Gabriele Pirovano, non sfugge l’inedito disegno dei cestelli. I passaggi per l’aria servono a raffreddare l’impianto, ma anche a portare e incanalare aria fresca, che isola il calore e preserva la durata degli pneumatici. Da qui scaturisce il degrado blando o quasi nullo degli pneumatici mostrato dalla McLaren.
In una Formula 1 in cui la gestione delle gomme è cruciale, quello della McLaren MLC39 è un vantaggio competitivo potente. Ma per capire il reale potenziale del pacchetto bisogna portare pazienza. Melbourne è una pista atipica, dopotutto. Serviranno almeno quattro o cinque gare per scoprire se, come accadeva lo scorso anno, i top team sono abbastanza ravvicinati per alternarsi al vertice a seconda delle circostanze, o se la McLaren è davvero la scuderia da battere. Sono questi gli interrogativi che serpeggiavano nel paddock di Melbourne.