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Dopo la Safety Car causata da Yuki Tsunoda in Canada, Max Verstappen ha scorto nello specchietto Carlos Sainz, abbastanza vicino da esercitare un pressing incessante, nel tentativo di indurre all'errore il campione del mondo in carica. Ma Verstappen non sa nemmeno che cosa sia la pressione. La sua calma quando è messo alle strette è uno dei punti di forza che lo rendono un fuoriclasse. La RB18 ha indubbiamente grandi doti sul dritto, che lo hanno agevolato nella sua fuga verso la vittoria, ma un piccolo errore avrebbe potuto fargli perdere questa corsa.
Nel weekend di gara in Canada, Verstappen ha dimostrato perché è un campione del mondo. Forse ancora più ragguardevole della freddezza di oggi è stata la compostezza mantenuta per tutte le qualifiche. In condizioni proibitive, si è dimostrato una macchina da guerra, senza mettere mai il piede - o meglio, la monoposto - in fallo. Tutti gli occhi ieri erano puntati su Fernando Alonso, capace di incantare al volante della sua Alpine. Ma la prestazione di Verstappen dimostra quanto sia padrone delle proprie emozioni.
Forgiato dal fuoco di mille rimproveri da parte di un padre ancora oggi ingombrante, Max ha imparato a gestire la pressione schiacciante delle aspettative di chi intendeva vivere per interposta persona i successi che non ha mai raggiunto in F1. La sicurezza nelle sue capacità che lo contraddistingue affonda le sue radici proprio in quegli anni formativi. E se un avversario, come oggi Sainz, lo tallona incessantemente, Verstappen non si scompone. Perché per Max l'unico pilota che conta veramente è lui stesso.