Formula 1: Mario Isola e i cambiamenti Pirelli per il 2017

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Il 2017 segnerà un cambiamento epocale nella Formula 1. Oltre al ritorno ad un'aerodinamica spinta e sofisticata, faranno nuovamente la loro comparsa i "gommoni". Per Pirelli si è trattato di una sfida, che ci spiega Mario Isola - Motorsport Racing Manager - in questa intervista
15 febbraio 2017

Punti chiave

Torino - La Formula 1, per certi versi, torna alle origini. E lo fa in una maniera tutta nuova, pescando e attingendo a quelli che erano dei fattori chiave degli scorsi decenni: careggiate più larghe, vetture aerodinamicamente più sofisticate e, ovviamente, i “gommoni”.

Si, perché le dimensioni degli pneumatici cambieranno in misura esponenziale: all’anteriore si passerà dagli attuali 245 mm ai 305 mm, mentre al posteriore avremo un incremento da 325 a 405 mm. Ciò, ovviamente unito ad uno sviluppo tecnico importante, consentirà alle monoposto di limare circa dai 3 ai 5 secondi al giro rispetto ai tempi fatti segnare nella stagione appena conclusa.

Per capire meglio le sfide che ha dovuto affrontare il costruttore milanese, abbiamo parlato con Mario Isola, Motorsport Racing Manager del brand.

«Il prodotto è stato completamente ridisegnato. Il cambio di misura ci ha obbligato a ottimizzare anche le pressioni. Andare più veloce vuol dire che le gomme saranno sottoposte ad un’energia maggiore, con una temperatura più elevata da distribuire. Abbiamo sviluppato nuovi materiali per far fronte a precise richieste da parte della F1, dei Team, dei piloti e della Federazione. Abbiamo ridisegnato le mescole, che rappresentano – nella loro parte chimica – una novità rispetto al passato. »

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Quale sarà il comportamento rispetto a fattori quali degrado percepito ed usura?

«Dobbiamo verificarlo sul posto. A Barcellona avremo risultati tangibili e vedremo quanto saranno vicino a quello raccolto nei test e nelle simulazioni. Con gomme che si degradano in maniera minore, i team dovranno rivedere le loro strategie.»

Quali saranno le mescole del 2017?

«Non avremo cambiamenti di tipologia: saranno Hard, Medium, Soft, Supersoft ed Ultrasoft. Porteremo sempre 3 mescole ad ogni gara. Nei primi 5 appuntamenti, per una serie di ragioni, abbiamo contingentato la scelta, ma da quel momento in avanti saranno nuovamente i team a decidere le gomme che vorranno utilizzare.»

Non c’è più il rischio di assistere a quanto accaduto nel 2013 a Silverstone?

«Quanto accaduto a Silverstone è stato un episodio studiato e chiarito. Abbiamo reagito e risolto tutto in 7 giorni senza alcun problema. Adesso stiamo parlando di vetture ad alte prestazioni che gireranno più veloci rispetto al passato. Ci aspettiamo uno sviluppo gigantesco nel corso della stagione.»

Barcellona sarà una delle prime gare della stagione, oltre che la sede dei test. Che tipo di incremento vi aspettate nei due mesi che intercorranno tra queste date?

«Tra la gara di Barcellona ed i test ci sarà una differenza mostruosa. Le auto saranno molto acerbe e lontane dal top. Alla quinta gara, poi, molti team introducono novità di peso. Avremo, inoltre, altri test nel corso della stagione, dopo il GP del Bahrain, che i team potranno sfruttare al meglio.»

Sappiamo che esiste un backup per ciascuna mescola che adotterete. Come mai?

«Utilizziamo 5 mescole base, quelle scelte per le prime 5 gare. Tali scelte si basano sui dati che abbiamo raccolto durante le simulazioni ed al pc. Alcuni aspetti, tuttavia, sono difficili da replicare in questi sistemi, ed è per questo che abbiamo omologato altre 5 mescole di backup, che potremmo adottare se i dati della pista non dovessero coincidere con quelli sino ad oggi in nostro possesso.»

Quali sono state le opinioni dei piloti che hanno potuto testare le nuove gomme?

«Devo dire, per dovere di chiarezza, che i test sono ciechi, nel senso che i piloti non hanno idea di ciò che stanno effettivamente provando. I dati ed i report ottenuti da chi ha testato – Ferrari, Mercedes e Red Bull – sono stati diffusi e condivisi con tutti. I piloti tuttavia riconoscevano chiaramente quando si trattava di mescole di nuova concezione. Sapevamo che i piloti sono molto bravi da questo punto d vista, ed il loro commento è molto importante per noi.»

In che modo una gomma più grande – e quindi più pesante – può incidere sulle prestazioni?

A livello di performance, si avrà un aumento di grip meccanico – dato dalle gomme più larghe – ed aerodinamico. Uno pneumatico anteriore pesa 1kg in più del passato, mentre quello posteriore quasi 2. In totale, il peso complessivo compreso il pilota aumenta a 726 kg, 24 in più della passata stagione. Sono circa 7 decimi persi per il peso, ma le prestazioni aumenteranno esponenzialmente...»

Le monoposto saranno più faticose da guidare?

«Si, perché si genererà molta più velocità in curva. Stimiamo che la Curva 3 di Barcellona sarà percorsa a crca 40 km/h in più rispetto al 2016, il che si traduce con 1 G in più di forza laterale che andrà ad incidere sulla testa, sul collo e sul corpo del pilota. So che tutti quanti si stanno allenando duramente in questi giorni.»

In caso di gara bagnata, cosa succederà?

«Avremo le standing start. In caso di gara molto bagnata, i piloti partiranno dietro la safety car. Quando il direttore gara deciderà che ci saranno le condizioni di sicurezza per partire, le monoposto prenderanno le rispettive posizioni sullo schieramento di partenza e partiranno in maniera canonica.»

E secondo lei potremmo vedere un maggior numero di sorpassi?

«Penso di si: avere auto più fisiche da guidare potrebbe incidere su un maggior numero di errori commessi da parte dei piloti che potrebbero stancarsi in misura maggiore. Vedremo quello che succede.»

Da Moto.it

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