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Classico appuntamento pre-stagionale della Formula 1, le presentazioni delle nuove monoposto oggi sono spesso fonte di polemica, perché le scuderie tendono inevitabilmente a tenere per sé le carte vincenti, arrivando, nei casi più estremi, a spacciare per la nuova vettura quella che di fatto è una showcar con la livrea per la stagione che si appresta a cominciare. C'è stato un tempo, decisamente più analogico dell'attuale, in cui i lanci delle monoposto rappresentavano un evento imperdibile, con budget che le attuali presentazioni si sognano. Ecco i lanci più pazzi della storia della F1.
Il 1997 segnò un grande cambiamento in casa McLaren. La livrea rossobianca di Marlboro fu sostituita dall'argento destinato a diventare iconico grazie ai successi di Mika Hakkinen nel 1998 e nel 1999 e di Lewis Hamilton nel 2008. Il nuovo sponsor West, arrivato proprio al posto di Marlboro, per la presentazione della MP4/12 fece le cose in grande, organizzando un evento all'Alexandra Palace di Londra con delle ospiti molto speciali. Sul palco insieme ad Hakkinen e David Coulthard salirono infatti le Spice Girls, che all'epoca erano all'apice della popolarità. Geri Halliwell, la Ginger Spice dalla chioma rossa futura signora Horner, non si sarebbe potuta certamente immaginare di diventare un giorno la first lady di un team di F1. Eppure sarebbe finita così.
Perché dedicare la livrea a un solo sponsor, quando è possibile idearne due, una per ciascuna monoposto? È questa l'idea che balzò in testa alla BAR nel 1999, la prima stagione per il team in Formula 1. Alla presentazione i due piloti titolari, Jacques Villeneuve e Ricardo Zonta, si presentarono sul palco con due tute diverse, che anticipavano le monoposto dedicate rispettivamente agli sponsor Lucky Strike e 555. La BAR, però, aveva fatto i conti senza l'oste, visto che la FIA impone che entrambe le vetture abbiano lo stesso schema di colori. Per risolvere l'impasse, la scuderia optò per una livrea "Frankenstein", con i colori di Lucky Strike da un lato e quelli di 555 dall'altro, con una zip al centro. Una scelta tanto discutibile quanto la bontà della monoposto, inaffidabile - Villeneuve collezionò 11 ritiri consecutivi dall'inizio della stagione - e pure lenta.
Sotto la guida di Flavio Briatore, la Benetton si rese protagonista di una serie di presentazioni scenografiche, passando da un anfiteatro greco in Sicilia nel 1996 al Parco Montjuic a Barcellona nel 2000. Ma il lancio più suggestivo, secondo noi, resta quello organizzato a Piazza San Marco a Venezia per l'ultima monoposto della storia della Benetton, la B201. Correva l'anno 2001, e i piloti titolari Giancarlo Fisichella e Jenson Button, insieme alle riserve Fernando Alonso e Mark Webber, tolsero i veli all'ultima vettura prima del passaggio di consegne alla Renault. Una presentazione suggestiva, che, secondo le cronache dell'epoca, costò circa 500.000 dollari alla Benetton. Vuoi mettere le foto, però?
Il vulcanico Eddie Jordan, di suo personaggio difficile da non notare, diede vita a una scuderia che oltre al suo nome portava anche la voglia di stupire. Dal colore giallo brillante delle monoposto alla presenza di procaci ragazze agli eventi, la Jordan non risparmiava sull'effetto wow. Esemplificativo di questo stile è indubbiamente il lancio della vettura per la stagione 2002, la EJ12. Approfittando sapientemente del nuovo sponsor DHL, Jordan invitò i giornalisti a presentarsi in un hangar dell'aeroporto di Bruxelles, dove assistettero a una scena memorabile. Un Airbus A-300 cargo con livrea DHL fu condotto nell'hangar dopo un messaggio della torre di controllo che parlava di "una consegna urgente per il signor Jordan". Dal velivolo apparve la protagonista dell'evento, la EJ12. Fu un lancio d'effetto, con un vantaggio collaterale non indifferente: la monoposto, infatti, partì immediatamente dopo la fine dell'evento per Stanstead, scalo da cui si sarebbe successivamente involata verso Melbourne, teatro della prima gara stagionale.
La presentazione della Honda per la stagione 2007 di Formula 1 entra dritta nella classifica delle più curiose non solo per la suggestiva location - il Museo di Storia Naturale di Londra - ma anche - anzi, soprattutto - per la sorpresa che attendeva i giornalisti sotto il telo. La Honda RA107 di Jenson Button e Rubens Barrichello vestiva infatti una livrea che oseremmo definire indimenticabile, ma non necessariamente in un'accezione positiva. La mappa del pianeta Terra, senza sponsor visibili, fu l'aspetto memorabile di una vettura che non lasciò il segno dal punto di vista delle prestazioni, visto che la scuderia giapponese concluse il campionato costruttori in ottava posizione.