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Un settimana dopo fa ancora discutere la finalissima di Abu Dhabi, soprattutto per come la Direzione di Gara ha gestito le fasi finali, ma ricondurre un Mondiale così lungo e combattuto ad un solo episodio sarebbe un po’ miope.
E allora, voto 9 alla Mercedes, capace di confermarsi ancora una volta al top nel Mondiale Costruttori, sebbene quest’anno la sua monoposto non sia sempre stata la migliore in pista e nonostante alcune scelte forse un po’ conservative nelle strategie di gara. Quello della scuderia anglo-tedesca però è un record incredibile, che merita il massimo rispetto. Un po’ meno sceneggiate però non guasterebbero.
Voto 10 ad Hamilton, capace di confermarsi campionissimo anche quando perde, autore di una stagione comunque straordinaria per velocità, lucidità e capacità di resistere ad un tornado come Verstappen. Fenomenale sempre e comunque.
Voto 6,5 invece a Bottas, perché a parte la bella vittoria in Turchia il finlandese non ha mai dato l’impressione di saper incidere, lasciando per lo più da solo Hamilton, più di una volta contro la coppia Red Bull. Peccato perché in qualifica il finlandese si è confermato velocissimo, ma la gara è una storia diversa. Se solo l’Alfa Romeo avrà una monoposto decente, sicuramente cambiare aria gli farà bene. Evanescente.
Voto 9 anche alla Red Bull, sconfitta nel Costruttori ma capace di centrare con Verstappen il titolo che tutti alla fine ricorderanno. Un trionfo partito dalla scelta sulla carta azzardata dei motori Honda, ma quella della Red Bull a pensarci bene è una storia tutta costruita sul coraggio di rischiare. Per buona parte del campionato ha messo in pista probabilmente la monoposto più veloce. Peccato per certi atteggiamenti un po’ estremi, in pista e di fronte ai giornalisti. Non ne avevano bisogno.
Sicuramente voto 10 a Verstappen, che alla prima occasione con un’auto davvero vincente centra quel titolo al quale era sembrato destinato fin dal suo esordio in Toro Rosso. Velocissimo, ha dimostrato che nella Formula 1 di oggi è ancora possibile inventare manovre impossibili. La fantasia al potere verrebbe da dire. Però continua a correre come se in pista ci fosse solo lui, mentre un campione del mondo dovrebbe essere anche un modello di comportamento. Senza limiti, nel bene e nel male.
Voto 7,5 a Perez, perché anche se in classifica è finito alle spalle di Bottas, nella lotta di campionato si è rivelato molto più utile per la propria squadra rispetto al finlandese, e la riflessione non riguarda solo la difesa al limite - molto al limite - ad Abu Dhabi, ma anche i duelli vinti contro Hamilton a Baku e in Turchia. Se solo si fosse qualificato meglio… Però anche quando è partito indietro, il messicano ha dimostrato di saper rimontare come pochi altri, in questo mostrando un’attitudine molto migliore rispetto a Gasly e Albon, mentre Bottas spesso e malvolentieri restava impiantato aspettando non si sa bene cosa. E allora per Perez una conferma e una promozione anche accanto al compagno di squadra più duro che ci possa essere.
Voto 7,5 anche alla Ferrari, capace di riprendersi dal disastro del 2020 e soprattutto autrice di un finale di campionato in crescendo pur senza grandi sviluppi sulla vettura. A volte però è mancata la lucidità ai box, con strategie da team minore che si gioca l’occasione della vita, e la sensazione è che per tornare al vertice la strada sia ancora molto lunga. Binotto - quello vero - infatti ha già iniziato a mettere le mani avanti, ma la pazienza di azionisti e tifosi non è infinita….
In compenso voto 8,5 a Sainz, vera sorpresa di questo Mondiale 2021: spalla designata di Leclerc capace di finirgli davanti in classifica, poco appariscente ma in grado di massimizzare il potenziale di una monoposto discreta ma non di più. Gli è mancano il guizzo a volte, ma ha ampiamente compensato con tanta concretezza. Bella sorpresa.
Voto 8 a Leclerc, autore di un campionato opposto di Sainz, capace di entusiasmare anche quando alla fine c’era poco di cui entusiasmarsi, ma anche sprecone quando il bersaglio grosso poteva essere a tiro (a Monaco e a Sochi) per la foga di vincere. Il cuore oltre l’ostacolo, a volte pure troppo.
Voto 7,5 comunque anche alla McLaren, protagonista nella prima parte di stagione e poi in affanno nel finale, fino alla beffa di vedersi scavalcare dalla Ferrari, rispetto alla quale complessivamente è sembrata più veloce. Certo, il team inglese ha corso buona parte della stagione con una sola monoposto e a lungo andare questo inevitabilmente si è fatto sentire. Però la McLaren quest’anno è anche tornata alla vittoria, cosa non riuscita alla Ferrari, per di più con una sonante doppietta, e rivederla vincente ha fatto piacere perfino ai tifosi italiani che tanto l’avevano “odiata” negli anni buoni. Perché certi avversari quando non sono più tali ti mancano terribilmente.
Voto 8 a Norris, autore di una stagione in linea con quella della sua squadra, velocissimo nella prima parte della stagione, poi in calando senza un vero perché, e con l’aggravante di avere visto vincere il proprio compagno di squadra. Beffato.
Voto 5 a Ricciardo, e proprio la vittoria gli vale un punto in più, altrimenti la sua stagione sarebbe da 4 secco, perché per un pilota con la sua velocità e la sua esperienza non sono comprensibili certe prestazioni, non per tutto il campionato. E il mancato terzo posto del team nel Mondiale Costruttori è solo colpa sua, inutile girarci intorno. Però ogni tanto l’australiano ha dimostrato di essere quello di sempre, come a Monza. Cosa è successo in tutte le altre gare? Mistero.
Voto 7,5 anche alla Alpine, che rispetto alla Mclaren partiva da aspettative più basse e con la scommessa Alonso tutta da verificare: la scuderia francese ha portato a casa un quinto posto che potrà non sembrare chissà cosa, ma è tornata alla vittoria e in alcune gare ha dimostrato di essere a livello della Ferrari. Ora serve confermarsi e fare un ulteriore passo in avanti.
Nei box, dopo un inizio incerto Alonso si è confermato mattatore assoluto, finendo davanti al ben più giovane compagno di squadra e tornando sul podio. Velocissimo, preciso, finalmente più sereno, ha dimostrato di meritare di essere ancora in F1. Voto 8,5, scommessa vinta.
Ha vinto in Ungheria, ma ha perso il confronto con Alonso Ocon: cosa conta di più? A nostro parere il secondo aspetto, anche se il francese è stato bravissimo a sfruttare l’opportunità che ha avuto. Però Alonso in mezzo campionato ha fatto capire la differenza tra un campionissimo e un ottimo pilota, come è appunto il francese. Voto 7,5, vittoria consolatrice.
Solo sesta in classifica l’AlphaTauri (voto 7,5), eppure la sua monoposto si è dimostrata estremamente competitiva. Se solo avessero potuto contate su due piloti… purtroppo lo status di junior team impone di fare da chioccia a giovani che non sempre sono in grado di massimizzare il potenziale della vettura, ma finché va bene alla proprietà (che paga) chi siamo noi per criticare? Rimane la soddisfazione per un campionato corso comunque da protagonista.
Protagonista è stato certamente Gasly (voto 8,5), anche se è mancato l’exploit come lo scorso anno: il francese però ha corso quasi sempre nelle primissime posizioni, battagliando con avversarsi di team sulla carta ben più blasonati e attrezzati. Impossibile chiedergli di più.
Voto 6,5 a Tsunoda, che ha corso due gran belle gare all’inizio e alla fine del campionato, costellando il resto della stagione di prestazioni altalenanti, errori e atteggiamenti discutibili. Un altro anno di F2 gli avrebbe certamente giovato. Premesso questo, la velocità c’è, vediamo se nel 2022 saprà mettere a frutto l’esperienza fatta.
Le “pantere rosa” facevano anche sorridere, però andavano più forte delle Aston Martin: si potrebbe sintetizzare così il ritorno in F1 del blasonato marchio inglese. Certo, non poter più copiare dai compagni di banco tedeschi ha complicato un pochino le cose… Però la stagione non è stata nemmeno negativa a ben guardare, con prestazioni discrete e qualche piazzamento di prestigio. Come sempre, è tutta questione di aspettative. Nel dubbio voto 6,5.
Voto 7,5 invece a Vettel, arrivato in Aston Martin come un “bollito” e capace di rigenerarsi dopo un inizio di stagione incerto: il tedesco ha saputo rapidamente ritrovare il bandolo della matassa, sovrastare il compagno di squadra nonché figlioccio del proprietario della baracca, diventare una star dei social per il suo impegno sulle tematiche ambientali e sociali. Insomma, cambiare aria dopo l’ultima disastrosa stagione in Ferrari gli ha fatto solo che bene.
Voto 6,5 a Stroll, perché gli errori grossolani di una volta sono acqua passata e anzi il canadese oggi è un pilota sicuramente competitivo, però perdere il confronto interno con un “vecchietto” all’interno del team di papà conferma una volta di più i suoi limiti. Ridimensionato.
In 2021 è stato anche l’anno di resurrezione della Williams, capace di risalire fino all’8° posto nel Mondiale Costruttori con un bel bottino di punti. Certo una bella mano è arrivata dalle situazioni eccezionali dell’Ungheria e di Spa, ma il team inglese ha avuto il merito di cogliere anche queste opportunità, come in passato non era riuscito a fare, e l’auto di quest’anno si è dimostrata decisamente più competitiva (o meno peggio) di quelle del recente passato. È bello pensare che Frank Williams abbia fatto in tempo a vedere questi segnali di ripresa, anche se ormai il team non è più della sua famiglia. Voto 7, con tanti auguri per il futuro.
In questi risultati, naturalmente, un ruolo determinante ha avuto il talento di Russell (voto 8), sempre velocissimo in qualifica ma quest’anno finalmente anche concreto in gara. Peccato per il finale in calando, appena dopo l’annuncio del suo passaggio in Mercedes il prossimo anno. Occhio che con Hamilton sarà vietato rilassarsi…
Voto 6 comunque anche a Latifi, e non solo perché è andato a punti anche lui sfruttando le circostanze: il miglioramento rispetto allo scorso anno è stato evidente, peccato che il suo Mondiale 2021 sarà ricordato solo per l’incidente ad Abu Dhabi. Lontanissimo comunque rispetto al rendimento di Russell.
Voto 5 invece all’Alfa Romeo, scavalcata in classifica dalla Williams probabilmente per gli episodi particolari di alcuni gran premi, ma certamente per il team svizzero sponsorizzato dal marchio italiano è stata l’ennesima stagione trascorsa vivacchiando con una monoposto lenta, con l’aggravante di autosabotarsi con strategie box quanto meno bizzarre, delle quali quasi sempre è stato vittima Giovinazzi.
In questo sfacelo, Raikkonen è riuscito comunque a portare a casa più punti dell’italiano, massimizzando ogni occasione e in generale dimostrando di essere ancora competitivo, anche se spesso dietro l’italiano in qualifica. Ma del resto il giro secco non è mai stata la sua specialità. Insomma, il finlandese va in pensione a testa alta, anche se lontano dalle posizioni che contano. Voto 7, infinito.
Giovinazzi invece dice probabilmente addio alla F1 al termine della sua stagione più bella: stavolta non ha davvero niente da rimproverarsi, avendo ampiamente dimostrato di meritare un posto in F1. Non è il primo pilota a cui capita nella storia della F1 e certamente non sarà l’ultimo, ma dispiace ugualmente. Voto 7,5 per la tenacia. Contro tutto e contro tutti.
A proposito di Alfa Romeo, quest’anno ci ha regalato anche due apparizioni a sorpresa di Kubica: impossibile per lui portare a casa un risultato degno di nota, ma oggettivamente il polacco non ha sfigurato. Si è sentito ancora un pilota di F1 ed è stato bello rivederlo in pista. Voto 7 per il regalo inatteso a tutti i tifosi.
A proposito, voto 3 all’Alfa Romeo, intesa come marchio italiano, tornato in F1 solo con un costosissimo adesivo, non si è mai capito bene a che scopo visto che macchine da promuovere praticamente non ha a listino (per lo meno per i mercati globali). In compenso è riuscita a fare una doppia figuraccia, per le prestazioni in pista e per il modo in cui è stato trattato Giovinazzi senza che in Alfa Romeo abbiano potuto o voluto fare niente. Proprio un bel esempio di Made in Italy.
Voto 4 invece alla Haas, senza soldi, senza macchina, senza idee e con tutto il rispetto anche senza piloti. La scuderia che tanto bene aveva impressionato al suo esordio, frutto di una serie di alleanze e sinergie molto razionali, oggi è solo un lontano ricordo. La proprietà americana ha finito da tempo i soldi, o quanto meno la voglia di spenderli, così questo era un anno con l’unico obiettivo di “tirare avanti” fino alle nuove regole, sulla carta meno costose per i team, con la generosa dote di sponsor portata dai piloti. Disastro annunciato.
In tutto ciò, Schumacher ha comunque dimostrato di meritare un posto in F1: certo non sono mancati gli errori, ma comprensibili per un debuttante. Sul piano velocistico ha umiliato il compagno di squadra e occasionalmente è anche riuscito a battagliare con Latifi. Impossibile chiedergli di più in quelle condizioni. Voto 6,5, apprendistato concluso.
Chi invece proprio sembra non essere riuscito a imparare dai propri errori è Mazepin: lento, spesso in testacoda, una mina vagante in pista, con l’aggravante dell’arroganza. Voto 3, al di sotto delle già scarsissime aspettative.
Voto 5 invece alla Direzione Gara, che chi scrive ha cercato di difendere più volte nella convinzione che mandare in onda le comunicazioni con i team sia stata una pessima idea, perché dà la possibilità a chiunque di commentare situazioni senza avere la minima conoscenza dei regolamenti e delle prassi esistenti in F1. Basti pensare alla presunta “trattativa” a Jeddah, poi ben spiegata da un signore come Emanuele Pirro. Però… però la farsa di Spa è stata qualcosa di oltraggioso e anche nella gestione delle ultime fasi della safety car ad Abu Dhabi qualcosa di strano c’è effettivamente stato. Sicuramente troppa esposizione mediatica ha complicato un lavoro già difficilissimo, però a volte è mancato il polso, altre semplicemente il buon senso.
Voto 5 però anche ai complottisti e nostalgici, i professionisti social del “si stava meglio quando si stava peggio”, che probabilmente non hanno mai visto un gran premio dei beni tempi andati, perché altrimenti saprebbero che le gare di F1, a parte alcune eccezioni, sono sempre state tendenzialmente noiosette. La F1 non è mai stata la F. Indy. O se vogliamo, a parti invertite, provate voi a spiegare agli americani che anche una partita di calcio conclusa 0 a 0 può essere bellissima, molto più avvincente di una finita 5-0. A proposito, non è che quando Schumacher chiudeva il Mondiale a luglio le gare fossero molto più incerte… Spreconi.
Spreconi sì, perché probabilmente alcuni erano troppo impegnati a lamentarsi e a criticare tutto e tutti per rendersi conto che quello di quest’anno è stato uno dei campionati più belli nella storia della F1 e che il duello messo in scena da Verstappen e Hamilton è destinato a essere ricordato per sempre. E allora voto 10 alla F1 perché nonostante alcune scelte e situazioni molto discutibili, in questo 2021 ci ha regalato un po’ a sorpresa uno spettacolo avvincente. Grazie a tutti.
Hamilton 10
Verstappen 10
F1 10
Mercedes 9
Red Bull 9
Sainz 8,5
Gasly 8,5
Alonso 8,5
Leclerc 8
Norris 8
Russell 8
Perez 7,5
Ocon 7,5
Ferrari 7,5
McLaren 7,5
Alpha Tauri 7,5
Alpine 7,5
Vettel 7,5
Giovinazzi 7,5
Williams 7
Raikkonen 7
Kubica 7
Bottas 6,5
Tsunoda 6,5
Aston Martin 6,5
Stroll 6,5
Schumacher 6,5
Latifi 6
Ricciardo 5
Alfa Romeo 5
Direzione gara 5
Complottisti&nostalgici 5
Haas 4
Mazepin 3