Formula 1: le pagelle della stagione 2019

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I promossi e i bocciati della stagione 2019 di Formula 1 nelle nostre pagelle
2 dicembre 2019

Il Mondiale 2019 è (finalmente) finito, ancora una volta con una prova di forza di Hamilton, ma anche se a tratti è sembrato il contrario, la verità è che in pista non c’è stato solo l’inglese. E allora proviamo a dedicare un pensiero a tutti i campioni che anche quest’anno ci hanno fatto appassionare e discutere.

Hamilton: voto 10 e lode, perché è vero che ha potuto contare sulla superiorità della sua vettura (come quasi tutti i campioni del mondo nella storia della F1 del resto), ma va ribadito ancora una volta che ha disputato una stagione praticamente perfetta per intensità e voglia di vincere, anche quando poteva accontentarsi di un piazzamento. Il punto di riferimento è e sarà sempre lui. Immenso.

Bottas: quest’anno non ci sono stati ordini di scuderia a tarpargli le alti e a inizio stagione il finlandese sembrava rinato, salvo evidenziare nel corso della stagione i limiti di sempre, alternando grandi gare a prestazioni appena discrete e senza riuscire a tirare fuori le unghie e i denti quando c’è da imporsi. Voto 7,5: secondo di fatto.

Verstappen: dire che questa è stata la stagione della sua consacrazione sarebbe sbagliato, perché di che pasta fosse si era capito fin dalla sua stagione di esordio, però è anche vero che quest’anno l’olandese si è sempre espresso su ritmi altissimi, vincendo ogni volta che ha potuto, triturando i compagni di squadra e senza più gli eccessi di foga del passato. Oggi è lui il vero valore aggiunto della Red Bull. Voto 10, trascinatore.

Voto 10 per Leclerc nella stagione 2019 di F1
Voto 10 per Leclerc nella stagione 2019 di F1
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Leclerc: salire sulla Ferrari al secondo anno di F1, accanto a un quattro volte campione del mondo, è roba da far tremare i polsi a quasi tutti gli esseri umani. Il monegasco invece ha portato a casa due vittorie splendide, di cui una - Monza - da libri di storia delle corse per come è maturata. E le vittorie potevano essere almeno il doppio (Bahrein e Russia) senza problemi non imputabili al monegasco. E ancora, lui che a inizio stagione diceva di faticare in qualifica ha chiuso con il record di pole. E soprattutto, ha messo alle corde Vettel, conquistando già il ruolo di riferimento nella squadra, riunendo attorno a sé l’entusiasmo e il tifo di tutti i ferraristi. Certo, ha commesso qualche errore (di guida e di gestione delle situazioni) e deve ancora lavorare sull’uso delle gomme in gara, ma il potenziale è immenso. Voto 10.

Vettel: se guardiamo i numeri non si può dire che il tedesco abbia disputato una pessima stagione, però anche quest’anno ha commesso tre errori gravissimi (in Bahrein, a Silverstone e in Brasile), ha continuato a mostrare limiti evidenti nei duelli corpo a corpo (anche ad Abhu Dhabi) e ha perso il confronto in velocità con il compagno di squadra in qualifica. Tutte cose che per status e stipendio non sono ammissibili. E allora voto 6,5, con la sensazione che i giorni migliori siano passati da un pezzo.

Sainz: staccatissimo in classifica, ma “primo degli altri”, lo spagnolo saluta dall’alto la Renault che l’aveva scaricato tanto frettolosamente. In McLaren ha trovato un team riorganizzato e in crescita, ma va detto che ci ha messo molto del suo correndo sempre con grande intensità e senza commettere praticamente mai un errore. Voto 9: riscoperto.

Gasly: qui il dubbio è amletico, va considerata la prima parte di stagione disastrosa in Red Bull o la seconda, ottima, dopo la retrocessione in Toro Rosso? O facciamo una media tra le due? Siccome a noi le storie di redenzione piacciono, voto 7,5 per come ha saputo uscire da una situazione destabilizzante, riguadagnandosi il rispetto di tutti come pilota e un posto in F1 per il prossimo anno. Resta il mistero di cosa sia andato storto quando si è trattato di giocarsi l’occasione della vita: erano problemi tecnici o psicologici?

Promozione in Red Bull a metà stagione per Albon
Promozione in Red Bull a metà stagione per Albon

Marko più per mancanza di alternative che non per reale convinzione. Anche il suo curriculum, buono ma niente di che, non lasciava presagire chissà che potenziale. Invece il thailandese è stato semplicemente perfetto, fin da subito, infilando una solida prestazione dopo l’altra. E anche quando è finito sulla Red Bull ha continuato con la stessa attitudine: ora resta da capire se riuscirà a colmare il gap con Verstappen. Intanto voto 9.

Riccardo: per lui deve essere stata una stagione difficile, perché va bene che non si aspettava di lottare per il mondiale andando in Renault, ma nemmeno di festeggiare per un 7° posto… Dopo un inizio difficile però il buon Daniel ha resettato mentalmente i suoi obiettivi e ha corso con la grinta di sempre, piegando nettamente anche un osso duro come Hulkenberg. Voto 7,5. Però che malinconia vederlo laggiù in classifica.

Perez: l’auto quest’anno era appena discreta, ma come sempre il messicano ne ha spremuto tutto il potenziale, più che doppiando in classifica il compagno di squadra-figlio-di-titolare del team. È mancato l’acuto a cui ci aveva abituati in circostanze particolari, ma di più non si poteva chiedergli: voto 7,5.

Norris: un’altra bella sorpresa. Sì perché l’inglese sembrava un altro caso Stroll, vincente nelle formule minore ma sempre sostenuto da risorse finanziare quasi illimitate, arrivato in McLaren grazie a Zak Brown che è AD del team e allo stesso tempo suo manager. Invece l’inglese ha sfoderato fin da subito prestazioni molto convincenti, spesso risultando più veloce di Sainz in qualifica e correndo con grande grinta e senza errori in gara. E allora voto 8,5: una bella sorpresa.

Raikkonen: nella prima parte della stagione, quando l’Alfa Romeo è stata competitiva, il buon Kimi ha fatto davvero la differenza, facendo incetta di punti. Poi anche lui è stato azzoppato dal calo di competitività del team, ma quando ce n’è stata la possibilità il finlandese ha sempre dimostrato una motivazione sorprendente per uno con il suo curriculum. Voto 8, campione sempre.

Stagione tra alti e bassi per Gasly
Stagione tra alti e bassi per Gasly

Kvyat: stavolta il russo ha convinto senza se e senza ma, tanto è vero che ha strappato un rinnovo del contratto anche per il prossimo anno. Bellissimo il suo podio in Germania, però è anche vero che ha continuato ad alternare grandi fine settimana ad altri più opachi. Il russo però è stato bravo a ricostruirsi una carriera in F1, cosa difficilissima dopo esserne usciti: voto 7.

Hulkenberg: spiace dirlo, ma il tedesco abbandona la F1 dopo una stagione abbastanza incolore, nella quale ha corso bene ma anche perso nettamente il confronto diretto con Ricciardo e buttato al vento l’occasione di salire finalmente sul podio, in Germania. Meriterebbe di stare ancora in F1? Sì certamente, però è anche vero che non è mai riuscito a concretizzare il suo potenziale, e forse non è stata solo colpa dei mezzi a disposizione. Voto 6,5, arrivederci.

Stroll: ormai per il canadese il libro delle scuse è finito da un pezzo, Perez lo ha ancora una volta surclassato nettamente e senza il gran premio di Germania dove ha colto 12 punti (su 21 totali) la sua classifica piangerebbe ancora di più. Semplicemente non è abbastanza veloce e preparato per competere contro la maggior parte dei suoi colleghi. Voto 6.

Magnussen: le intemperanze del passato sono un ricordo, però anche le belle prestazioni a cui ci aveva abituato, complice una Haas in crisi tecnica. Lui però evidentemente non ha fatto molto per indirizzare il team. Voto 6,5.

Giovinazzi: anche per l’italiano è stata una stagione dai due volti, insufficiente la prima parte, dove per sua stessa ammissione ha incontrato più difficoltà del previsto a ritrovare il ritmo di gara, molto più brillante nella seconda parte quando è riuscito a viaggiare sullo stesso ritmo di Raikkonen, se non meglio. Solo che quando lui ha capito finalmente come far andare la macchina, questa ha di fatto smesso di andare forte. Però voto 7 per la crescita: il prossimo anno sarà decisivo per lui.

Insufficienza per Grosjean
Insufficienza per Grosjean

Grosjean: uno dei grandi misteri della F1 è come abbia fatto a ottenere il rinnovo del contratto, dopo una stagione del tutto inconsistente e anni di prestazioni altalenanti. Un bel voto andrebbe al suo manager, a lui invece tocca un 5, perché va bene l’auto scarsa, ma lui non ha fatto molto per migliorare le cose.

Kubica: ha colto un punto in Germania, dove più che altro ha avuto il merito di … arrivare al traguardo. Per il resto la sua stagione è difficile da giudicare: troppo disastrosa la situazione dell’auto e del team per qualsiasi vera valutazione. Peccato perché dopo essere finalmente riuscito a tornare in F1 meritava di potersela giocare davvero: voto 6,5 sulla fiducia.

Russell: anche l’inglese niente ha potuto contro il caos della Williams. Di lui ricordiamo un lampo in qualifica in Ungheria e quasi niente altro. Per il talento mostrato nelle formule minori però merita una F1 almeno dignitosa. Anche per lui nel dubbio voto 6,5.
Siccome però, anche se si parla sempre dei piloti, pochi sport sono di squadra come la F1, proviamo a spendere due parole anche per i team.

Mercedes: voto 10 e lode, semplicemente perfetti ancora una volta non solo per avere sfornato l’ennesima monoposto vincente, ma anche nella gestione delle strategie. E stavolta senza usare Bottas come valletto di Hamilton. Complimenti.

Ferrari: mai come in questo caso il giudizio dipende dalle aspettative. Perché per il team che aveva dominato i test invernali il risultato non può che essere insufficiente, ma è anche vero che in realtà la monoposto non era così scarsa come sembrava a inizio stagione, semplicemente in Ferrari ci hanno messo un po’ troppo a farla andare. Probabilmente se anche l’avessero capito prima il risultato non sarebbe cambiato, ma ci saremmo divertiti di più. Qualche errore di troppo nelle strategie, mentre nella gestione dei piloti… la storia insegna che certe cose con due galli nello stesso pollaio sono quasi inevitabili, per cui è inutile prendersela (troppo) con Binotto. E allora voto 7,5 e ciascun ferrarista scelga quale metà del bicchiere guardare.

7,5 per la Red Bull nella stagione 2019
7,5 per la Red Bull nella stagione 2019

Red Bull: tre vittorie anche per la Red Bull, che ha vinto alla grande la scommessa Honda e ha sfornato un’altra monoposto competitiva. Però la sensazione è che molto ci abbia messo di suo Verstappen. Voto 7,5, in crescita.

McLaren: ritrovarla ai piani alti della classifica fa probabilmente piacere anche ai ferraristi, perché a furia di lottare contro certi formidabili avversari finisce che un po’ ti affezioni a loro. Senza dimenticare che stiamo parlando di un team che ha fatto la storia della F1. Sono ripartiti da un motore Renault dignitoso e da un direttore tecnico capace di rimettere ordine in un team allo sbando. Il resto, come si dice, è venuto da sé. Voto 8, perché cadere è un attimo, ma rialzarsi è molto più difficile.

Renault: le aspettative della vigilia erano ben diverse, invece il team francese è finito alle spalle di un team clienti e per tutto l’anno ha lottato con squadre di seconda fascia, a volte prendendole anche. Voto 5 per una stagione chiaramente insufficiente rispetto a obiettivi, budget e prestigio.

Toro Rosso: due podi da incorniciare in una stagione costellata di solide prestazioni, con una terna di piloti che potevano essere tutti - per motivi diversi - un rischio e dai quali invece sono riusciti a tirare fuori il meglio. Voto 8 e complimenti.

Alfa Romeo Racing: dopo una partenza a razzo il team si è plafonato nelle prestazioni, salvo poi mostrare qualche altra bella prestazione occasionale (ad esempio in Brasile) che onestamente rende ancora più difficile capire il calo di prestazioni da metà campionato in poi. Complessivamente una discreta stagione, con la sensazione però che il potenziale fosse più alto: forse sarebbero bastate una gestione migliore e poche risorse finanziarie in più. E anche un po’ di attenzione nelle strategie ai box. Voto 6,5.

Haas: dopo un eccellente 2018 il team americano ha infilato la sua stagione peggiore. E siccome spesso in qualifica è risultato competitivo, salvo naufragare in gara, viene da pensare più a problemi di gestione che non ad un mezzo lento in senso assoluto. Ma possibile che in otto mesi non siano riusciti a mettere in pista un’evoluzione in grado di risolvere il problema? E poi rimangono i dubbi sulla scelta dei piloti, perché in questo caso non sembra che l’esperienza sia un gran valore aggiunto…. Voto 4, mezzo disastro.

Williams: lo storico team inglese ha toccato il fondo. E non è un modo di dire: siamo andati a controllare le statistiche, scoprendo che mai nella sua storia aveva ottenuto appena 1 punto, fatta eccezione per l’anno del debutto - il 1977 - quando comunque non disputò tutti i gran premi e comunque corse con una March. Tanto per capirsi, già nel 1978 al primo anno da costruttore colse 11 punti, e all’epoca prendevano punti solo i primi sei… Il calvario è iniziato nei test invernali con ritardi inaccettabili nella produzione ed è andato avanti per tutta la stagione, nonostante un motore sicuramente competitivo. La cosa che più preoccupa è che per il prossimo anno non ci sono molti segnali incoraggianti… Voto 0, disastro completo.

F1 2019, le pagelle

Piloti

Hamilton 10 e lode

Verstappen 10

Leclerc 10

Sainz 9

Albon 9

Norris 8,5

Raikkonen 8

Bottas 7,5

Gasly 7,5

Ricciardo 7,5

Perez 7,5

Kvyat 7

Giovinazzi 7

Vettel 6,5

Hulkenberg 6,5

Magnussen 6,5

Kubica 6,5

Russell 6,5

Stroll 6

Grosjean 5

 

Team 

Mercedes 10 e lode

McLaren 8

Toro Rosso 8

Ferrari 7,5

Red Bull 7,5 

Alfa Romeo 6,5

Renault 5 

Haas 4

Williams 0

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