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Probabilmente ha ragione Alonso, quando dice che il suo vero avversario per il titolo mondiale piloti è… Newey, perché quando in un campionato così tirato e incerto un’auto che non vinceva dal gran premio del Bahrain infila una striscia di quattro vittorie consecutive qualcosa di nuovo e terribilmente efficace deve pur esserci, e dubitiamo che siano semplici regolazioni come ha tentato di spiegare Webber. E il problema per Alonso è che da diversi anni ormai Newey è da 10 e lode sempre e comunque.
Questo naturalmente (quasi) nulla toglie alla prestazione maiuscola di Vettel, voto 9, come sempre abile a far sua la pole e a involarsi in solitaria verso il traguardo, noioso nel suo dominio come solo i grandissimi sanno essere. Spietato. Contro un binomio così, Alonso può opporre solo il suo talento, una determinazione assoluta e la voglia di non arrendersi mai, sperando che la ruota della fortuna prima o poi giri.
Alonso è la forza della Ferrari
La Ferrari non è assolutamente male, soprattutto in gara, ma la lattina è (ancora) di un’altra categoria. Lui nei giorni scorsi ha sottolineato più volte la differenza dei valori in campo, roba da smontare anche le motivazioni più forti, ma una volta abbassata la visiera lo spagnolo ha fatto l’ennesima gara capolavoro, liquidando rapidamente le McLaren e insistendo in una rincorsa alle Red Bull tanto bella da vedere quanto disperata almeno in apparenza: complice il kers di Webber che ha smesso di funzionare, è arrivato un 2° posto alla vigilia insperato e insperabile che è merito soprattutto dell’attitudine di gara dello spagnolo. Il sogno mondiale continua, anche se contro una Red Bull così ci vorrà una grossa mano dalla dea bendata per trasformarlo in realtà. Mastino.
Ci è piaciuto anche Massa, soprattutto in qualifica, dove è stato praticamente allo stesso livello di Alonso, mentre in gara il divario dal compagno di squadra si è come sempre amplificato: certo, ha avuto problemi con il carburante, ma non è chiaro come mai la sua guida implicava un consumo superiore rispetto a quella dello spagnolo, che certo non passeggiava. Comunque ha raccolto punti preziosi, dimostrandosi per lo meno concreto. Voto 6,5.
Piloti McLaren sottotono
Al contrario hanno fatto più che altro del buon cinema i piloti McLaren, per lo meno rispetto a quanto mostrato nelle qualifiche. Bellissimo il duello nel primo giro, dove però si sono più che altro ostacolati tra loro a vantaggio di Alonso (grazie), ma per il resto la gara non ha mantenuto le
attese.
Hamilton è stato comunque più efficace, arrivando in coda a Webber nonostante un piccolo problema con il cambio e disputando la solita gara grintosa (voto 8), mentre Button (voto 7) è stato concreto, ma onestamente ha raccolto il minimo che si poteva ottenere con la McLaren.
Webber: concreto ma con rimpianti
Nell’elenco di chi lascia il circuito con qualche rimpianto c’è anche Webber (voto 7), vittima del kers come già detto ma anche della strana “sindrome da seconda guida” che lo colpisce quando ha a disposizione un’auto che è una bomba: in qualifica è molto vicino a Vettel, ma in gara il suo passo è nettamente inferiore, anche prima di avere problemi tecnici. Certo al team va benissimo così, ma lui non fa vedere molto per far capire che si tratta di una precisa strategia…
“Tra le (belle) sorprese dell’India invece c’è stato Senna. Per lui quindi voto 8 con un unico dubbio: perché non corre sempre così?”
Tra le (belle) sorprese dell’India invece c’è stato Senna, che abbiamo già avuto modo di soprannominare una delle valige più veloci del mondo: il suo potenziale rimane nettamente inferiore alla Williams di quest’anno, ma stavolta il brasiliano non demerita assolutamente. In qualifica gira sui tempi di Maldonado e in gara gli finisce davanti prima che il venezuelano accusi una foratura. Il punto guadagnato è tutto merito di una guida efficace e priva di sbavature, condita da alcuni bei duelli vinti grazie ad una determinazione che raramente abbiamo visto. Per lui quindi voto 8 con un unico dubbio: perché non corre sempre così?
Voto 5, invece, a Perez, che si qualifica bene ma in gara guida in modo troppo aggressivo, commettendo diversi piccoli errori finchè l’ennesima gomma tagliata vista in gara non lo costringe al ritiro. Il messicano non aveva comunque la lucidità dei giorni migliori, e questa condizione purtroppo per la Sauber era la medesima di Kobayashi (voto 5), che non si è ancora ripreso evidentemente dallo shock del licenziamento quasi sicuro, senza per altro avere demeritato durante il campionato.
Lotus e Mercedes
Non conosce cadute invece il rendimento di Raikkonen (voto 7,5), che continua a raccogliere quel che può con la sua Lotus, ed è un peccato che in tempi migliori non sia riuscito a concretizzare con una vittoria perché l’avrebbe meritata davvero. Non demerita, comunque, nemmeno Grosjean (voto 6,5), che ancora una volta bada soprattutto a stare fuori dai casini: ci riesce, anche se ora che la Lotus non è più il fulmine visto fino a metà campionato la sua velocità è un po’ meno impressionante.
Purtroppo coerente con quanto visto nelle ultime gare è anche la Mercedes, intesa come competitività dell’auto: Rosberg (voto 7,5 perché comunque fa quel che può e anche qualcosa di più) in qualifica si difende alla grande, ma in gara sprofonda lentamente, con vetture di team inferiori e piloti meno blasonati che lo considerano poco più di una chicanes mobile. Di Schumacher invece preferiamo non scrivere niente… per rispetto del suo passato glorioso (passato, appunto). Ma che fine ha fatto la vettura dominatrice in Cina?