Formula 1: le pagelle del decennio

Formula 1: le pagelle del decennio
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Diamo i voti ai piloti più rappresentativi del decennio 2010-2019 di Formula 1: ecco le nostre pagelle
24 dicembre 2019

Ad Abu Dhabi non si è chiuso solo il Mondiale 2019 di F1, ma anche un’intera decade. Un lasso di tempo abbastanza lungo per provare a trarre qualche conclusione. Con una premessa: in queste specialissime pagelline, abbiamo considerato solo i risultati ottenuti negli ultimi 10 anni. Tutto chiaro?

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E allora cominciamo, naturalmente con Lewis Hamilton, che se la matematica non è un’opinione, con 5 titoli iridati su 10 campionati (oltre a quello del 2008) è stato ed è l’indiscusso protagonista della sua epoca. Ma non sono solo i numeri a stupire dell’inglese, bensì la sua incredibile velocità e la “fame” che continua a dimostrare, anche quando magari ha già vinto tutto. Dettaglio non secondario: è uno dei piloti più corretti della F1 moderna e con gli anni è diventato praticamente esente da errori. Oggi forse sul giro secco non è (sempre) il più veloce, in compenso è diventato un maestro nella gestione degli pneumatici. Che altro aggiungere? Voto 10 e lode, uno dei più grandi di sempre.

“Solo” voto 8 invece a Vettel, che pure ha iniziato la decade con 4 mondiali vinti di fila. Però… però quando non ha più avuto l’auto migliore il tedesco ha dimostrato di faticare a fare la differenza in positivo, come ad esempio era riuscito comunque a fare Schumacher nei suoi primi anni in Ferrari. Non solo: messo in difficoltà da Ricciardo, è emigrato in Ferrari e quando quest’anno ha trovato un compagno meno remissivo di Raikkonen il confronto non è stato quello che palmarès, status e stipendio avrebbero fatto pensare. Con gli anni, inoltre, il tedesco ha iniziato a mostrare una sconcertante propensione all’errore e talvolta al fallo di reazione, caratteristiche stranamente che non gli appartenevano in gioventù. Una sorta di maturazione al contrario, verrebbe da dire. Al suo passaggio in Ferrari si disse che finalmente si sarebbe capito quanto merito c’era di Vettel e quanto di Newey nei quattro mondiali vinti e la risposta forse è arrivata, anche se non è quella sperata. Voto 8, sopravvalutato?

Voto 8 per Sebastian Vettel, grande mattatore nella prima parte del decennio, ma in difficoltà negli ultimi anni
Voto 8 per Sebastian Vettel, grande mattatore nella prima parte del decennio, ma in difficoltà negli ultimi anni

Voto 8 anche ad Alonso, perché di meno a Fernando si non può dare e perché molti ferraristi ancora lo rimpiangono. Certo è che lo spagnolo negli ultimi 10 anni ha emozionato in Ferrari e poi ha continuato a farlo in McLaren, dove ha mostrato una generosità inversamente proporzionale alla competitività del mezzo a disposizione. Nel frattempo è anche diventato un idolo dei social con le sue battute e pose, involontarie o no. Però lo spagnolo in questi dieci anni ha anche pagato carissimo un carattere poco malleabile e scelte di mercato per niente fortunate. Che tristezza poi leggere certe sue interviste sulla F1 che non gli interessa…. ma dove potrebbe tornare. E anche gli ultimi impegni extra F1 sono stati una grande esibizione di talento, ma anche l’inutile ricerca dello status di “più grande di sempre” da parte di un pilota che si sente in credito con il destino. Tormentato.

Voto 7 a Mark Webber: ottimo pilota, poco considerato in Red Bull rispetto all’astro nascente Vettel, però è anche vero che i campionissimi certi rapporti di forza sanno ribaltarli in pista. Ottima seconda guida.

Voto 8 invece a Jenson Button, che dopo un Mondiale vinto grazie al “buco” della sua Brawn, buono per le statistiche più che per la considerazione dei tifosi, è stato così coraggioso da andare in McLaren per cercare il confronto diretto con Hamilton, dal quale è uscito sostanzialmente alla pari, confermandosi come uno dei piloti più veloci ma anche intelligenti del circus. Una sfida con se stesso e allo stesso tempo con il migliore in circolazione: l’ennesima sfida vinta di una carriera lunghissima e fortunata, ma dalla quale forse avrebbe meritato di ottenere di più.

Voto 7 a Massa, per il quale ci sentiamo di ribadire quanto già scritto per Webber: posto che a questo livello non c’è nessun “fermo”, la scusa di Schumacher prima e Alonso poi non regge. Veloce sul giro secco, forse è mancata un po’ di cattiveria quando serviva, in pista e ai box.

Voto 7 a Felipe Massa, veloce sul giro secco, ma meno convincente in gara
Voto 7 a Felipe Massa, veloce sul giro secco, ma meno convincente in gara

A proposito di brasiliani malinconici, Barrichello in questa decade ha fatto in tempo a correre per gli ultimi due anni della sua carriera, con una Williams già in declino ma mostrando comunque prestazioni dignitose, anche se forse valeva la pena piantarla lì un po’ prima. Il record di gran premi disputati però è suo (per ora). Voto 6, lungo addio.

Ha capito tutto invece Nico Rosberg: il 2010 vede il suo arrivo in Mercedes, che non è ancora la macchina da guerra che sarebbe diventata. In compenso come compagno di squadra ha un certo Michael Schumacher che bastona quasi regolarmente, anche se forse il confronto - per età e allenamento - non è molto alla pari. Con Hamilton è molto più dura, ma il 2016 è il suo anno, grazie un motore in fumo dell’inglese e ad una grinta - anzi, cattiveria vera: vedasi Barcellona - che in Rosberg francamente non avevamo mai visto, non a quei livelli. E che mai più vedremo: il tedesco sceglie di ritirarsi da campione in carica, consapevole di avere raggiunto il suo obiettivo, ma anche che difficilmente si sarebbe potuto ripetere (aggiungono i maligni, e noi confessiamo di farne un po’ parte anche se Nico ci sta simpatico). La sua nuova carriera come opinionista (oltre che uomo d’affari) va a gonfie vele, però la verità è che è un po’ troppo giovane per fare il pensionato. Voto 7,5, troppo furbo.

Voto 7 a sua maestà Michael Schumacher, rientrato proprio nel 2010 in Mercedes, per tre anni che niente hanno aggiunto alla sua storia, però è anche giusto dire che all’epoca le Frecce d’Argento avevano una competitività appena discreta e se in prova Rosberg era regolarmente più veloce di lui, in gara spesso viaggiavano vicini. L’unico acuto la pole position a Montecarlo, straordinaria per molti versi, ma persa per una penalizzazione. I tifosi però se la ricordano. Leggenda.

Voto 7 per lo Schumacher del ritorno in Mercedes, con l'acuto della pole a Monaco
Voto 7 per lo Schumacher del ritorno in Mercedes, con l'acuto della pole a Monaco

E sempre a proposito di lesa maestà, voto 7,5 a Raikkonen, tornato in F1 dopo una parentesi nei rally non molto fortunata e ancora oggi beniamino del pubblico. Stratosferico il suo rientro in Lotus, tanto da meritare una seconda chiamata a Maranello, dove però per cinque anni ha alternato alcuni lampi a troppe giornate incolori. Perché al finlandese il talento non è mai mancato, la costanza sì. E anche una certa educazione con i giornalisti (perché saranno anche divertenti le sue risposte sprezzanti, ma per una volta provate a mettervi nei panni di chi se le sente dire, e sta cercando anche lui di fare il prorio lavoro…).

In questa decade si è consumata anche una delle storie più belle e struggenti della storia della F1: Kubica nel 2010 è in Renault, ha all’attivo già una vittoria con la BMW e un pre-contratto con la Ferrari. Poi all’inizio del 2011 l’incidente e a seguire anni di sofferenza. Inizia un’altra gara, stavolta con se stesso, ma sempre di cercare il limite si tratta. Ritorna in gara nei rally, dove è velocissimo ma fin troppo sprezzante dei rischi. E infine quest’anno ecco il grande ritorno in F1: sarebbe un bellissimo lieto fine per un pilota che avrebbe meritato di ottenere molto di più, ma la Williams di quest’anno più che una nuova opportunità sembra l’ennesima beffa del destino. Voto 7,5, infinito.

Molto più lineare la storia di Bottas, davvero promettente in Williams ma poi incapace di concretizzare tutto il potenziale che aveva lasciato intravedere quando - in Mercedes - ha avuto la macchina giusta. Anche qui, come per tutte le seconde guide di rango, il problema non è la velocità, ma la continuità nell’esprimersi sempre ai livelli più alti. Voto 7, senza rancore.

Voto 9 invece a Verstappen: il prossimo decennio gli appartiene, ma in quello appena concluso ha già lasciato più di un’impronta, iniziando da quel memorabile sorpasso all’esterno a Spa, quando ancora era in Toro Rosso, per non parlare del suo debutto vincente in Red Bull. Perché l’olandese su se stesso scommette sempre forte, e in genere vince.

Voto 9 a Verstappen, sicuro protagonista del prossimo decennio
Voto 9 a Verstappen, sicuro protagonista del prossimo decennio

Voto 8 a Ricciardo, che esordisce in F1 nel 2011 con la moribonda HRT, buona solo a macinare chilometri, per passare poi in Toro Rosso dove risulta meno costante di Vergne, ma mostra lampi di talento che convincono Marko a promuoverlo in Red Bull nel 2014, dove subito ridimensiona Vettel e diventa un beniamino dei tifosi per il suo sorriso contagioso e la sua capacità di inventare sorpassi incredibili. Il resto è storia recente, sperando che ci siano ancora molte belle pagine da scrivere. Entusiasmante.

Voto 7 a Perez, arrivato in F1 con la fama di pilota con la valigia e subito sorprendentemente in Sauber, tanto da rischiare di vincere in Malesia. Poi la chiamata in McLaren e la sensazione di una carriera da predestinato, naufragata per colpa di un caratterino poco malleabile e di un’attrazione irresistibile per la carrozzeria del compagno di squadra Button. Il quale anni dopo troverà comunque parole di stima per lui. Il resto è una velocissima vita da mediano, con qualche podio strappato massimizzando ogni occasione, ma anche tantissimi piazzamenti a punti essendo diventato ormai da tempo uno dei piloti più affidabili in circolazione. Peccato che nella vita certi treni non passino mai due volte.

A proposito di treni persi, voto 7 a Hulkenberg: il tedesco è stato un gran talento, periodicamente accostato a questo o a quel top team, ma alla fine è rimasto inchiodato in squadre di seconda fascia. Per dieci anni esatti (ha esordito nel 2010 con la Williams) ha offerto prestazioni di grande qualità, ma a parte una pole position in Brasile proprio nel 2010 a mancare è stato soprattutto il lampo. Per lui record di punti senza avere mai conquistato un podio, che a pensarci bene tanto bello come record non è.

Voto 7 ad Hulkenberg, che ha concluso la sua esperienza in F1 senza cogliere un podio
Voto 7 ad Hulkenberg, che ha concluso la sua esperienza in F1 senza cogliere un podio

Per molti versi Maldonado è stato l’esatto opposto di Hulkenberg. Arrivato in F1 con una valigia di soldi e autore di memorabili casini, ma capace di correre da campione vero in un memorabile pomeriggio di primavera a Barcellona. Per lui una vittoria e un posto nella storia (anche perché la sua rimane l’ultima vittoria della Williams). Voto 6,5: fenomeno del giorno.

Voto 6,5 anche al miglior giapponese visto in F1: Kobayashi era veloce e se c’era da tenere giù il piede non si è mai tirato indietro. Per lui 125 punti e uno storico podio colto proprio in Giappone, nel 2012.

Quasi dimenticato, ma in realtà dotato di un gran piede era anche Adrian Sutil, che ha corso in F1 fino al 2014 (aveva iniziato nel 2007): 128 gran premi e 124 punti correndo sempre con squadre di seconda fascia non è cosa da poco. Qui lo vogliamo ricordare come simbolo di tutti quei piloti che sono arrivati in F1, hanno corso davvero bene ma non ce l’hanno mai fatta a sedersi sul sedile giusto. Voto 6,5.

Infine, voto 8 sulla fiducia a Leclerc: inserirlo in questa classifica dopo sole due stagioni è prematuro, d’accordo, soprattutto con un voto così alto, ma il suo passo è quello dei predestinati e in fondo il 2019 è stato anche il suo anno, oltre che del “solito” Hamilton. Come per Verstappen, il prossimo decennio gli appartiene.

E i bocciati in questi dieci anni? Con il massimo rispetto, e tralasciando tanti piloti che sono stati meteore o poco più, ce ne vengono in mente almeno due.

Voto 5 a Stroll, perché i piloti con la valigia sono sempre esistiti, ma qui la valigia è a livelli che forse mai si erano visti in precedenza. Il problema è che la curva di apprendimento, dopo ormai un po’ di anni, continua a essere piatta o quasi. Pay driver.

E voto 5 a Grosjean, perché a differenza del canadese il francese di talento ne avrebbe, come ha dimostrato nel suo rientro in F1 con la Lotus. Da troppe stagioni però mostra un’inconsistenza francamente sconcertante, condita da qualche intemperanza di troppo. Sprecone.

Voto 5 per Grosjean, decisamente inconsistente
Voto 5 per Grosjean, decisamente inconsistente

F1 2010-2019, le pagelle

Hamillton 10 e lode

Verstappen 9 

Vettel 8

Alonso 8

Button 8

Ricciardo 8

Leclerc 8

Rosberg 7,5

Raikkonen 7,5 

Kubica 7,5 

Webber 7

Massa 7

Schumacher 7

Bottas 7

Perez 7

Hulkenberg 7

Maldonado 6,5

Kobayashi 6,5

Sutil 6,5

Barrichello 6

Stroll 5

Grosjean 5

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