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Lo specifichiamo subito: è ancora troppo presto per dare giudizi lapidari sui valori in campo in Formula 1. Ci sono tante variabili che non possiamo sapere, a cominciare dalle mappature per arrivare ai carichi di benzina, passando per assetti ed esigenze di collaudi differenti. Ma nei tre giorni di test pre-stagionali in Bahrain, il cui Day 3 si è concluso con il miglior tempo di Max Verstappen, 1'28"960, ci sono state alcune sorprese. Che vi raccontiamo a caldo.
La Mercedes W12 nei test pre-stagionali di Formula 1 si è rivelata una diva capricciosa, forse per un eccesso di estro da parte del team di Brackley nel tentativo di sorprendere ancora la concorrenza. Nulla che non sia risolvibile, beninteso. Ma in questi giorni di collaudi è emerso un dato sicuramente interessante. Valtteri Bottas, vuoi per indole, vuoi per stile di guida, è sembrato più a suo agio nel coccolare la W12, mostrando una condotta pulita in pista. Lo stesso non si può dire di Lewis Hamilton, che pare non aver ancora trovato il feeling giusto con la sua compagna di avventure per la stagione 2021 di Formula 1.
Hamilton spesso alla guida sembra intravedere fantasmi che non esistono. O, in questo caso, potrebbero dipendere dalle diverse sensazioni restituite dalle vetture dopo il taglio al fondo piatto voluto dal regolamento tecnico per la stagione che si appresta a cominciare. Parlare di rodeo è eccessivo, ma si nota una sorta di stizza da parte di Lewis quando la sua monoposto non risponde come meglio gradisce. Anche in questo caso, non si tratta di nulla che non possa essere risolto. Pensare che Hamilton possa essere fermato da un inconveniente di questo tipo sarebbe ingenuo. Però, almeno per ora, l'approccio di Bottas, forse più accomodante, si è rivelato più efficace.
È facile lasciarsi andare a paragoni facili tra monoposto che condividono lo stesso motore, come Ferrari e Alfa Romeo. I tempi, lo sappiamo, lasciano il tempo che trovano. Dei dati di fatto ci sono, però: Antonio Giovinazzi, ai microfoni di Sky Sport, ha dichiarato esplicitamente che la power unit della casa di Maranello per il 2021 rappresenta un miglioramento rispetto a quella dello scorso anno. Lo dice lui, e non possiamo che fidarci. Sottolineata questa debita precisazione, Alfa Romeo è una delle sorprese di questi test. Il pacchetto del Biscione convince, e restituisce ottime sensazioni ai suoi piloti, tanto da far sorridere Kimi Raikkonen.
Per la verità, dal punto di vista aerodinamico e telaistico, l'Alfa Romeo già lo scorso anno non era per nulla male. Anzi, in alcuni frangenti sembrava persino aver poco da invidiare alla Ferrari. Ma il dato che colpisce maggiormente è un altro. L'Alfa Romeo è stata una delle prime scuderie ad effettuare una simulazione di passo gara nella giornata di ieri. Segno che i raffronti sulla solidità della C41 si sono dimostrati abbastanza confortanti da poter sbrigare le formalità in tempi brevi. E il fatto che l'Alfa Romeo si sia mostrata solida non è un demerito della Ferrari - come pensa chi effettua paragoni prima del tempo debito - ma un merito della scuderia di Hinwil.
Che Max Verstappen fosse in grado di domare senza apparente fatica quella bisbetica della RB16, frutto di problemi di correlazione tra i dati del simulatore e della galleria del vento e l'effettivo comportamento in pista, era cosa risaputa. Ma la monoposto che la sostituisce, la RB16B, si è dimostrata docile anche nelle mani di Sergio Perez, novizio del team di Milton Keynes pur con la sua notevole esperienza. Sergio ci è andato con i piedi di piombo, adottando un approccio encomiabilmente conservativo ieri prima di perdere i freni inibitori oggi. E dal suo comportamento in pista si è vista la bontà delle sapienti modifiche al retrotreno della RB16B, ora decisamente mansueta.
Da qui a dare per spacciata la Mercedes ce ne passa, ma quella che arriva dai test del Bahrain è musica per le orecchie di Chris Horner e compagnia. Che si aggiunge alla consapevolezza di poter contare su un attacco a due punte. Non più con il solo Max Verstappen, ma con l'azzeccata aggiunta di Perez, pilota esperto e costante che sarà un'ottima arma nel mondiale costruttori. Se dovessero riuscire anche solo ad infastidire la Mercedes, sarebbe oro colato per lo spettacolo, e per una Formula 1 che ha bisogno di suspense come dell'aria. La vera riprova della competitività della Red Bull la scopriremo solo tra due settimane, ma c'è comprensibile soddisfazione.
Che la McLaren potesse beneficiare dell'adozione del motore Mercedes era ampiamente preventivabile. Ma tra il dire e il fare c'è di mezzo l'affidabilità, che nel caso di interventi di questa portata sul pacchetto è tutt'altro che scontata. E invece la scuderia di Woking non ha fatto un plissé. Mantenendo la sua trasmissione, e adottando soluzioni interessanti come il nuovo diffusore, la McLaren ha dimostrato un'ottima tenuta, e si è rivelata veloce sia con Lando Norris che con Daniel Ricciardo. Si può migliorare la gestione delle gomme, ma il bilancio dopo i tre giorni di test per il team inglese si è rivelato decisamente positivo.
La sensazione, ancora tutta da confermare, è che la McLaren possa ambire a confermare il terzo posto nel mondiale costruttori conquistato nel 2020. E, chissà, con un pizzico di fortuna e di capacità di approfittare di problemi altrui, si potrebbe anche terminare il digiuno di vittorie che continua dal 2012. Dopo anni difficili, la McLaren sembra pronta a tornare nei salotti buoni della Formula 1. Mercedes e Red Bull sono apparentemente su un altro pianeta, ma l'arancio papaya potrebbe essere ben visibile nelle parti più nobili dello schieramento. E con due piloti come Ricciardo e Norris potremmo vederne delle belle.
Noi, personalmente, non avevamo dubbio alcuno in merito. Ma, siccome in molti lo davano già per bollito, è il caso di sottolinearlo. Fernando Alonso, a dispetto dei 40 anni che compirà il prossimo 29 luglio, è ancora una belva. Volete una dimostrazione concreta di questa tesi? Basta il sorpasso bruciante di oggi ai danni di Lewis Hamilton mentre quest'ultimo si stava per lanciare. Alonso si è avvicinato come una fiera pronto ad inghiottire la preda, e lo ha passato con la foga dell'esordiente in cerca di gloria.
Una manovra inutile, beninteso. A tutto vantaggio dell'ego di Fernando e della smania di ricordare, nel caso in cui ce ne fosse bisogno, che per Alonso l'età è solo un numero. Sarà in pista con piloti - come Yuki Tsunoda, un altro bel peperino - che quando debuttò in F1 erano praticamente lattanti, ma Fernando non si scompone. C'è da scommettere che possa farci divertire con quell'Alpine oggetto di bonario body shaming sui social per l'airscope e il cofano motore di generose dimensioni. La fame a Fernando, d'altronde, non manca di certo.