Formula 1, la sprint race è un’operazione rischiosa. Ecco perché

Formula 1, la sprint race è un’operazione rischiosa. Ecco perché
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La F1 Commission ha dato il via libera alla sperimentazione delle sprint race in tre GP nel 2021. Ma è una scelta rischiosa. Ecco perché
27 aprile 2021

La Formula 1 ha cercato di indorare la pillola della sprint race in due modi. Innanzitutto, chiamandola qualifica sprint, come se si volesse inconsciamente far dimenticare che si tratta di una gara. Di soli 100 km, equivalenti a circa 25-30 minuti, ma pur sempre una corsa. E, in secondo luogo, ribadendo, tramite le parole del CEO Stefano Domenicali, la volontà di innovare, restando però fedeli alla tradizione di uno sport che, finora, aveva mantenuto praticamente invariato il format per 70 anni.

Suona un po’ come una excusatio non petita, quella dei vertici della Formula 1. Come se volessero giustificare una decisione che, di fatto, assume i contorni di una rivoluzione copernicana. Il che, in sé, potrebbe anche non essere un problema. La F1, come qualsiasi altro sport, deve essere in grado di evolversi per sopravvivere. Ma questa visione darwiniana sembra stare stretta persino a chi si è mosso per portare una ventata di apparente freschezza a certezze che si stagliavano da decenni come monoliti nel Circus.

Il motivo è presto detto: F1 e FIA sono ben consce della rischiosità di questa operazione, che ha fatto storcere il naso ai puristi della categoria da ben prima che fosse dato il via libera. I punti spinosi sono molteplici. Innanzitutto, si interrompe la sacralità del rito della qualifica vera e propria, ridotta a preambolo della qualifica sprint del sabato. L’emozionante lotta per la pole position si svuota di significato, spostandosi al venerdì e determinando la griglia del giorno successivo. Chi otterrà il giro più veloce, di fatto, non scatterà necessariamente davanti a tutti la domenica.

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Ma la stessa corsa della domenica rischia di sgonfiarsi di importanza. Perché i dati sul passo gara, uno dei punti interrogativi che tormentano i veri appassionati, non saranno più un mistero dopo la qualifica sprint. E si rischia pure una mesta replica di quanto successo al sabato, con la gara di 100 km che potrebbe diventare uno spoiler grande come una casa del piatto forte del menù del weekend. Perderà inevitabilmente un po’ di smalto, di pathos, il GP di domenica.

La gara lampo di sabato, d’altro canto, si trova in un limbo. Con l’assegnazione dei punti ai primi tre classificati, si è cercato di darle importanza, senza sminuire la rilevanza del GP. Ma viene da chiedersi quanto i team siano disposti a rischiare il sabato pomeriggio. Perché un eventuale incidente potrebbe costare caro. Non tanto per l’esborso economico in sé, visto che i team hanno raggiunto un accordo non solo per una compensazione finanziaria per la gara extra, ma anche per l’aumento del proprio budget cap delle eventuali cifre da sborsare in caso di gravi incidenti. Il problema vero è legato al superlavoro cui sarebbero costretti i meccanici.

Sarà tutto straniante, con una cerimonia il sabato pomeriggio senza podio, ma con un trofeo sulla falsariga della baby gomma Pirelli assegnata per la pole position. Ed è un bell’azzardo. Sappiamo già che le qualifiche sprint, anche se dovessero rivelarsi un successo, non saranno implementate per tutti gli appuntamenti del calendario. Non è difficile immaginarsi il perché. Pensate a una gara da 100 km a Montecarlo. E se si rivelassero un fiasco, la F1 sopravvivrebbe. Ha superato le qualificazioni d'ufficio e l’eliminazione a tempo, figuriamoci questo. Ma i vertici della F1 hanno già messo le mani avanti. Lo si capisce proprio dal modo in cui descrivono le qualifiche sprint, che nemmeno loro sono convinti al 100%. Soprattutto dell'accoglienza di questa novità da parte del pubblico. 

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