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“Sarà difficile fare meglio di così”. È rarissimo vedere Max Verstappen in preda alla commozione, con gli occhi lucidi. Ma quando, fermandosi, ha realizzato finalmente quello che ha ottenuto in una stagione straripante, è stato normale per lui provare già della nostalgia. Dopotutto, la sua Red Bull RB19 è una monoposto che nelle sue mani si è fatta duttile, regalandogli quel pizzico di instabilità al posteriore che ama controllare come farebbe un pittore con il suo pennello, disegnando traiettorie che il suo compagno di squadra non può replicare senza finire in overdrive.
I numeri della stagione 2023 di Formula 1 di Max Verstappen parlano da soli, molto di più di quanto lo farebbero delle lodi sul suo operato. 19 vittorie e 21 podi su 22 Gran Premi disputati, e più di 1.000 giri al comando rappresentano dei record che sarà molto difficile infrangere per i suoi avversari presenti e futuri. Più di così, sarebbe stato difficile ottenere. E quando si vola così in alto, si ha paura di non riuscire a raggiungere di nuovo certe vette. Anche perché il margine di miglioramento si fa giocoforza più sottile.
Meglio di così è difficile fare, anche perché implicherebbe un en plain di vittorie che per la Red Bull è scemato per via della vittoria della Ferrari di Carlos Sainz a Singapore. Ma i rivali tremano comunque, al pensiero di quello che potrebbe succedere il prossimo anno. “La Red Bull non sviluppa la sua monoposto da agosto, ma ha vinto con 17 secondi di vantaggio. È preoccupante”, ha sottolineato un corrucciato Lewis Hamilton dopo la fine di una stagione in cui la Mercedes è stata di fatto la prima dei perdenti.
Dopo la pausa estiva, la Red Bull è sembrata più vulnerabile, ma era solo un’illusione dovuta al mancato sviluppo della RB19 a favore della vettura che andrà a sostituirla. Il margine, peraltro, è rimasto nonostante questa presunta flessione. Qualcuno è riuscito ad avvicinarsi a Verstappen solo all’inizio degli stint, prima che fosse necessario coccolare le gomme per preservarle al meglio. Sulla distanza veniva fuori il vero vantaggio della Red Bull, ancora sufficientemente grande da non permettere a nessuno di avvicinarsi davvero. I 17 secondi rimediati da Charles Leclerc non sono rappresentativi del vero gap prestazionale, peraltro. Perché Max ha gestito senza esagerare col ritmo.
La Red Bull RB20, quindi, sarà ancora più devastante della monoposto che ha sbaragliato la concorrenza con Max Verstappen? Non è facile dirlo. Ma la verità è che quando si parte da una base ottima si può lavorare di fino, magari tirando fuori qualche coniglietto dal cilindro. Lo dimostra la Mercedes, capace nel 2020 di portare in pista il famigerato DAS. Si tratta di un compito non da poco, ma quando si può contare su un genio della tecnica come Adrian Newey tutto è possibile.
Ma in fondo adesso è davvero tutto possibile. Nascoste agli occhi del mondo, le monoposto 2024 sono ancora nella silenziosa fase di gestazione, in attesa che arrivi il giorno del debutto in pista. Si sta giocando oggi la partita più grande, quella che potrebbe portare a dei nuovi avvicendamenti in classifica. Migliorare si può: lo dimostrano i casi di Aston Martin prima e McLaren poi. Quanto è la vera chiave, però.
Ora comincia la lunga attesa dell’inverno della Formula 1, carica delle speranze di chi, messa alle spalle una stagione difficile, vuole ricominciare a sognare. Chi più, chi meno, tutti alle spalle della Red Bull sono pronti a voltare pagina. Non lo è invece Verstappen, aggrappato com’è alla sensazione di onnipotenza che gli ha dato la sua RB19. Sarà difficile fare meglio di così, lo ha detto Max per primo. Ma se c’è qualcuno che ci proverà, quello è il re della F1 di oggi.