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Non ha resistito alla tentazione di vedere l’effetto che fa. Da borghese si è presentato in pista a Barcellona a vedere gli ex colleghi in azione e, al momento, sembra che la cosa non gli abbia fatto alcun effetto. La nuova vita di Nico Rosberg viaggia su diversi piani. Ha passato l’inverno a rilasciare interviste, parlare e parlare come non aveva fatto prima in vita sua. In una parola, si è sentito libero.
Libero di fare il modello, o l’agente di borsa. Ma anche il cantante e il compositore. A tempo perso, pilota di F.1. E campione del mondo 2016 con una particolarità: annuncia il ritiro dalle competizioni dopo meno di una settimana dal titolo appena vinto. Nico Rosberg è tutto questo e di più. Non è il solito stereotipo del pilota tutto cuore e grinta, non è il pilota con le mani sporche di grasso. Quello ormai non esiste più manco nelle categorie minori.
Nico Rosberg è una persona dall’apparenza normale, che ha cultura, che parla cinque lingue, che ha fatto una scala dei valori della propria vita e dopo tanti anni di corse, ha deciso di cambiare questa scala, modificando le priorità. E fra queste, correre in F.1 non è più in cima alla lista. Qualcuno ha ipotizzato che Rosberg non fosse un vero appassionato di corse. Ma i continui duelli con Hamilton, lo stress imposto da una sfida sempre più difficile ed elevata, con l’asticella che sale sempre più, non sono fatti per chi non ha passione. Se ti manca la scintilla, molli da tempo. E Rosberg ha mollato quando ha capito che una volta giunto in vetta, non avrebbe avuto più lo stimolo, la voglia, la cattiveria e lo spirito di sacrificio di continuare su quel crinale.
Non è uno Schumacher, sette volte mondiale, non è un Vettel, quattro volte iridato. E’ solo Nico Rosberg, un ragazzo troppo intelligente per fare ancora il pilota di F.1. Perché per essere al vertice, lottare tutti i giorni, tutte le curve e tutti i momenti della giornata, spingendoti al limite, devi essere un po’ fuori dagli schemi. Devi avere qualche rotella fuori posto. Non puoi stare sempre in bilico, non puoi decidere istante per istante che quella curva devi farla tirando fuori tutto quello che puoi. Devi avere qualche squilibrio per farlo. E per tanto tempo. Nico Rosberg no, lui è tutto tranne che squilibrato.
Vinco e me ne vado. Chiudo la porta delle corse, apro quella della vita normale. Quella di un campione del mondo di F.1. E vederlo nei box in borghese, allegro, curioso e felice di rivedere il suo vecchio mondo, la cui passione c’è ancora e si vede, è stato bello
E la F.1 celebra il suo campione del mondo 2016 salutandolo mentre abbandona le luci della ribalta dopo aver faticato tanto per conquistarle. Vinco e me ne vado. Chiudo la porta delle corse, apro quella della vita normale. Quella di un campione del mondo di F.1. E vederlo nei box in borghese, allegro, curioso e felice di rivedere il suo vecchio mondo, la cui passione c’è ancora e si vede, è stato bello. Siamo sicuri che lo vedremo ancora in pista, magari come testimonial Mercedes o per qualche Casa di moda o come manager che conoscendo l’ambiente, si inventerà il modo per lavorare ancora.
Fino a quando la scintilla si accenderà di nuovo. Riprenderà il volante in mano per divertimento, poi ci sarà la competizione amatoriale e, forse, qualche piccolo ricordo di cosa avrebbe potuto ancora fare in F.1 e non ha fatto. Ma Nico è troppo intelligente per ricascarci ancora. E quindi, state certi che da qualche parte lo rivedremo ancora. Magari solo per passione, solo per gioco, ma ci sarà ancora.