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Meno di un mese fa, Kevin Magnussen non si sarebbe potuto immaginare nemmeno lontanamente di scendere in pista nel Gran Premio del Bahrain, figuriamoci di ottenere un sensazionale quinto posto. A Sakhir si è rivisto il miglior Magnussen, capace di farsi strada con una certa aggressività, ma senza peccare di eccessiva cattiveria, come spesso gli è accaduto nella sua carriera. Il problema di Kevin, d'altronde, non è mai stato la mancanza di talento - colse un podio nella prima gara in F1, nel 2014 - quanto l'incapacità di mettere a freno i propri istinti belligeranti.
Nel suo anno sabbatico dalla F1, la vita di Magnussen è cambiata. È diventato papà della piccola Laura, tenerissima presenza nei box della Haas in Bahrain. E Kevin ha saggiato l'IndyCar e siglato un accordo con Peugeot per il WEC. Aveva detto che non sarebbe ritornato in F1 se non con una monoposto che gli consentisse di vincere. Ma quando le sirene della F1 lo hanno attirato di nuovo verso il Circus, Kevin si è lasciato lusingare, non esitando nemmeno un secondo per accettare la proposta di Günther Steiner.
E l'azzardo sembra aver pagato. Perché la Haas non sarà in grado di consentirgli di ambire alla vittoria, ma è una monoposto solida, capace di installarsi senza troppi problemi nella Q3. Il progetto firmato da Simone Resta è competitivo, e la power unit Ferrari, Superfast di nome e di fatto, ha dato grande slancio alle scuderie clienti, consentendo alla Haas un balzo notevole in classifica. I lampi visti nelle ore extra di test concesse alla Haas per aver saltato per problemi logistici la prima mattinata in Bahrain non erano solo frutto della voglia di farsi vedere da nuovi sponsor, ma rappresentavano un segnale della bontà del progetto. Magnussen ha indubbiamente beneficiato del doppio ritiro in casa Red Bull, ma bisogna sapersi far trovare nel posto giusto al momento giusto.
E di sponsor, danesi come lui, Magnussen sembra averne portati alla Haas, che non pare rimpiangere il doppio divorzio da Uralkali e da Nikita Mazepin. I soldi elargiti dall'oligarca russo per la monoposto 2022 andranno a beneficiare proprio il nuovo arrivato, K-Mag. Il figliol prodigo di casa Haas, pilota maturo, sembra formare una coppia collaudata con quella VF-22 che ha potuto provare meno del suo compagno di squadra, Mick Schumacher. E la rivalità con Magnussen potrebbe essere un banco di prova sfidante per Mick. Perché quel vichingo di Magnussen, ammesso che continui a dosare l'aggressività con raziocinio, non è tornato in F1 per fare da tappezzeria.