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Monza - In un momento di forte incertezza sulla permanenza di Monza nel calendario della Formula 1, sono i piloti a fornire il miglior sostegno al tempio della velocità brianzolo. Questo tracciato ha qualcosa di unico, e lo si capisce bene dal modo in cui i protagonisti del Circus lo descrivono. Alcuni, come Lewis Hamilton, apprezzano le sensazioni restituite dalla configurazione a basso carico, che consente loro di “ondeggiare” sul tracciato, spinti dal loro senso per la guida. E poi c’è il fascino della storia, che si intreccia con i ricordi speciali dei piloti che oggi scrivono in prima persona l’intreccio della F1.
C’è Sebastian Vettel, che nel 2008 colse una vittoria sensazionale con la Toro Rosso, dimostrando tutto il suo talento, e che ricorda con molto affetto i tifosi della Ferrari la cui passione “non cambia se si perde o si vince". C’è Daniel Ricciardo, la cui vittoria lo scorso anno rappresenta “un bel ricordo recente”, che sembra addolcire un presente amaro e mitigare almeno per un momento le incertezze di un futuro ancora da scrivere. C’è Lewis Hamilton, affascinato da quella “marea rossa” di cui non è mai diventato l’oggetto di culto. E c’è soprattutto Charles Leclerc, l’uomo che oggi catalizza la fascinazione di quelli che all’estero sono semplicemente conosciuti come tifosi, in fiero italiano.
Quella di Leclerc è una Monza speciale, e non solo per il giallo Modena di cui sono vestiti lui e il compagno di squadra, Carlos Sainz, per festeggiare i 75 anni della Ferrari. È una Monza già da ricordare per l’affetto del pubblico, dimostrato già nella giornata di ieri in occasione di un evento al Ferrari Store di Milano. Un calore, questo, di cui Charles farà tesoro per affrontare un weekend di gara che si prospetta difficile. “Il circuito non premia le nostre caratteristiche”, osserva Charles, aggiungendo che per lui i tifosi che saranno in pista da domani rappresentano “una motivazione extra, non una pressione in più”.
La pressione la metterà la Red Bull, individuata da Leclerc come scuderia da battere. “In piste come queste, è difficile recuperare il deficit sul dritto, loro sono molto competitivi. Non so se dipenda dal pacchetto o dal motore, onestamente”, riflette Leclerc. Un dubbio, questo, che evidentemente non sorge solo agli addetti ai lavori, ma anche a chi porta le vetture in pista. Chi può dirsi ottimista è proprio la Red Bull. Sergio Perez definisce la sua RB18 una “monoposto efficiente”, che “performa meglio con una configurazione a basso carico”. Non è così per la Ferrari, che ha faticato a Spa con il pacchetto che impiegherà anche a Monza.
Per ora si tratta solo di speculazioni, in attesa che la pista domani fornisca i primi dati. Così come sono solo voci quelle che si rincorrono sul futuro di Daniel Ricciardo. Oltre al suo inossidabile sorriso splendente, in conferenza l’australiano ha sfoggiato anche un vistoso tatuaggio – temporaneo, ovviamente – sul collo del compagno di squadra, Lando Norris, dimostratosi non esattamente tenero nei suoi confronti di recente. Ma più che al presente, Daniel pensa al futuro, ancora in divenire. “Non ho conferme al momento – spiega –. Non ci sono segreti e rivelerò subito la mia scelta. Ogni opzione è aperta, e sto riflettendo non tanto sul 2023, quanto sul futuro”. A detta di Hamilton, “se fossi il suo manager correrebbe il prossimo anno”. E chissà che proprio il dietro le quinte di Monza possa essere decisivo per l'avvenire di alcuni piloti, con diversi posti ancora in bilico.