Formula 1. Il cubo di Hermann Tilke: parla l'architetto della F1

Formula 1. Il cubo di Hermann Tilke: parla l'architetto della F1
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A tu per tu Hermann Tilke, l'architetto che ha progettato la maggior parte degli autodromi della Formula 1
7 ottobre 2023

Chi bazzica il mondo della F.1 conosce da decenni Hermann Tilke e il suo studio di progettazione che in giro per il mondo ha progettato diversi autodromi. Dalla Turchia alla Malesia, dalla Cina all’India e Corea, da Austin al Bahrain, passando per Abu Dhabi e il Messico con la nuova variante al posto della Peraltada, la curva sopraelevata del circuito originario. Ormai è una costante della F.1.

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In Qatar l’architetto tedesco ha messo mano all’edificio box e alla sala stampa. Due piani in pietra colorata come la sabbia, vetrate ampie, garage e palazzine team che sono degli appartamenti con numerose stanze, servizi, bagni e docce, cosa da hotel a 5 stelle. 

E poi la sala stampa. Un cubo senza finestre, costruito in un angolo della zona paddock. Solo monitor TV, silenzio totale, da sala rianimazione, caffetteria con ristorante al fianco, ma anche tavoli da biliardo, biliardino, ping pong, simulatori da corsa, come se i giornalisti non avessero niente di meglio da fare che venire in Qatar e poi vedere solo la TV con le immagini che vogliono loro e nel tempo perso, perché di parlare con qualcuno nel box torrido (39 gradi con punte di 43…) non se ne parla, giocare a biliardo come se si fosse al bar sotto casa. Una mancanza di rispetto per chi deve raccontare le cose coperta dalla qualità di cibo, bevande e servizi.

Senza dimenticare l’aria condizionata messa a 15 gradi con quella esterna di 40, al punto che hanno dovuto distribuire delle coperte per riscaldare i giornalisti presenti: “Il sistema di condizionamento non prevede variazioni e quindi dobbiamo subirlo” ci dice la responsabile della sala stampa, una vecchia e cara conoscenza inglese.

Poi, finalmente, nel paddock incontriamo lui, l’artefice del cubo di Tilke, Hermann in persona: “io ho seguito i dettami che mi hanno dato – attacca – se la FIA e la FOM hanno voluto monopolizzare la vista sul circuito alle salette VIP (due piani per qualche centinaio di metri, ndr) è perché hanno monetizzato la visuale. Se mi dicono di mettere la sala stampa in un angolo, come già fatto da tempo in altri circuiti, io eseguo…”. Vero, ma se in Bahrain almeno si sono le vetrate che danno sul paddock o in Malesia c’era la visuale sulla pit lane e dall’altro lato il paddock, in Cina il ponte sospeso oltre ai box, paddock consentiva anche di vedere l’ultima curva e la prima col via, perché qui no? “Non dovete chiedere a me, si vede che il pubblico VIP va tenuto in considerazione. Per la stampa ho pensato alle migliori soluzioni”.

Vero, ma se uno viene in Qatar ci viene per parlare e raccontare cosa succede, non stare chiuso in un cubo al freddo senza possibilità di muoversi. E’ una mancanza di rispetto verso chi, scrivendo e raccontando la F.1, ha creato questo successo e meriterebbe attenzione…”Vero, ma questo è un aspetto che dovete discutere con la FIA e con Liberty Media. Io ricevo un ordine ed eseguo”. Della serie ho obbedito agli ordini, poi chi se ne… se nascono problemi. Roba da mente squadrata. Proprio come il cubo di Tilke.

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