Formula 1: i top e i flop del Gran Premio di Miami 2023

Formula 1: i top e i flop del Gran Premio di Miami 2023
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Ecco i nostri top e flop del Gran Premio di Miami 2023 di Formula 1
7 maggio 2023

La Red Bull porta a casa una doppietta nel Gran Premio di Miami 2023 di Formula 1, con posizioni invertite rispetto a Baku. Ad avere la meglio oggi è stato Max Verstappen, che ha battuto il compagno di squadra Sergio Perez. Come al solito, non siamo qui per raccontarvi la cronaca, bensì per stabilire i nostri top e flop della gara. E allora, bando agli indugi. 

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Top: Max Verstappen

L'unica sbavatura di Max Verstappen nel weekend di gara di Miami è stato il primo giro nella Q3, che ha abortito dopo un errore. Una piccola debolezza che, vista la bandiera rossa causata da Charles Leclerc, lo ha relegato in nona posizione. Ma questo svantaggio si è rapidamente annullato in gara. Fernando Alonso aveva ipotizzato che Verstappen lo passasse al venticinquesimo giro. È successo al quindicesimo. E il degrado negativo delle gomme hard, più veloci dopo una caterva di giri con il diminuire del carburante a bordo, ha fatto sì che Verstappen rientrasse in pista dopo la sosta per montare le gomme medie a poco più di un secondo di distanza da Perez. Il resto era storia già scritta, come lo sembra questo mondiale. Perché le poche speranze che Perez potesse fare davvero da avversario a Verstappen si sono infrante contro la dura realtà di un pilota che con la sua monoposto forma una coppia micidiale. 

Top: Kevin Magnussen

Non sappiamo come si possa tradurre "cazzimma" in danese. Ma Kevin Magnussen, in ogni caso, ce l'ha. Ritrovatosi in quarta posizione per la lotteria della Q3 di ieri, oggi ha lottato con le unghie e con i denti per portarsi a casa un punticino importante per la sua Haas. Coriaceo vichingo, Kevin è stato protagonista di una lotta avvincente con Charles Leclerc, togliendosi lo sfizio di perfezionare un controsorpasso. Alla fine l'ha spuntata Charles. Ma Magnussen si conferma pilota maturo, che ha finalmente imparato a dosare quell'aggressività che di fatto una volta era il suo punto debole. 

Top: Fernando Alonso

Fernando Alonso finisce per direttissima tra i top per il team radio aziendalista da cui evinciamo due cose. Sul finale della gara, si stava talmente annoiando da trovare il tempo per notare un sorpasso di Lance Stroll in curva 1. La seconda è che una bella captatio benevolentiae nei confronti del figlio del capo, in questo periodo, non se la risparmia mai. D'altronde, è merito di papà Lawrence se il buon Fernando ha per le mani una vettura con cui si può quantomeno togliere la soddisfazione di fare da migliore degli altri. Baciato dalla fortuna nella giornata di ieri, in cui ha colto un insperato secondo posto in qualifica, oggi ha colto il miglior risultato possibile. E per ora questo gli basta per sorridere sornione come non faceva da anni. Così come da tempo non era in grado di cogliere quattro podi su cinque gare disputate. 

Flop: Ferrari

Viene naturale chiedersi come mai la Ferrari a Miami abbia fatto un passo indietro rispetto a Baku. Ma la verità è che il passo in avanti della scorsa settimana è stato ingannevole. Su una pista probante come quella di Miami la SF-23 è stata incostante, come ha sottolineato il team principal della Rossa, Frédéric Vasseur. Sainz è stato più performante con le medie, mentre Leclerc con le hard. La SF-23 sembra un rebus difficile da risolvere, con prestazioni troppo altalenanti per poter avere ragione delle dirette concorrenti Aston Martin e Mercedes con la facilità che si vorrebbe. E in questo quadro complesso i piloti non sono stati impeccabili. Leclerc ha sbagliato in qualifica finendo a muro e in gara, complici anche il male al collo postumo proprio di quell'incidente e un assetto forse troppo audace, ha faticato parecchio. Sainz, invece, si è reso protagonista di un eccesso di velocità in pitlane che alla fine non ha cambiato nulla, ma che rappresenta comunque una sbavatura evitabile, così come il lungo che ha portato Ocon a passarlo oltre la metà della gara. Si può e si deve fare meglio, a cominciare da Imola, dove la Rossa porterà altri aggiornamenti. 

Flop: Nyck De Vries

Diciamolo chiaramente: un pilota dell'esperienza di Nyck De Vries in partenza non può speronare un concorrente come ha fatto con Lando Norris. Ci verrebbe da chiederci dove sia finito il sensazionale De Vries del cameo di Monza con la Williams. Perché delle qualità che hanno garantito quell'entusiasmante prestazione oggi in De Vries non sembra esserci nulla. In una galassia dalle porte girevoli come quella della Red Bull, oltretutto, la pazienza non è una virtù praticata con frequenza. Serve una scossa, perché quanto visto finora non basta certo per ottenere una riconferma. 

Flop: la cerimonia pre-gara

Negli USA, lo sappiamo, ci provano da anni a ricordare a tutti che lo sport da loro è un'altra cosa, e di conseguenza anche la F1 deve piegarsi a certe esigenze. Ma la cerimonia pre-gara con i piloti presentati dal rapper LL Cool J con delle descrizioni a tratti tragicomiche - come quella di Esteban Ocon, definito "amico di Pierre Gasly" - ci ha lasciati francamente perplessi. E lo stesso vale pure per alcuni piloti, visto che, a fronte di un gigionissimo Lewis Hamilton, si sono viste espressioni di palese disagio. Ma tutto questo diventa ancora più stridente se, come successo a Miami, allo spettacolo - o presunto tale - dell'avvicinamento al GP fa seguito la noia assoluta di un GP soporifero. 

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