Formula 1: i top e i flop del Gran Premio del Brasile 2022

Formula 1: i top e i flop del Gran Premio del Brasile 2022
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Ecco i nostri top e flop del Gran Premio del Brasile 2022 di Formula 1
13 novembre 2022

Una doppietta Mercedes come quella messo a segno nel Gran Premio del Brasile 2022 di Formula 1 non si vedeva da un'eternità. Chi l'avrebbe mai detto a fine anno scorso? Non siamo qui per riflettere sul passato, però, bensì sul presente, stabilendo i nostri top e flop di Interlagos. E allora, bando agli indugi. 

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Top: George Russell (e Mercedes)

Dopo una stagione che definire tribolata è un eufemismo, la Mercedes è tornata alla vittoria, evitando di chiudere il primo campionato senza successi dal 2011. E lo ha fatto con una doppietta, segnale di una crescita che dovrebbe cominciare a far preoccupare gli avversari. Così come dovrebbe destare qualche timore anche la coppia di piloti. George Russell ha colto il primo acuto in carriera, dopo una gara gestita in maniera ineccepibile fin dalla partenza. Ma la ciliegina sulla torta, a nostro avviso, è stata la gestione della prima ripartenza. Prendendo spunto dal maestro Hamilton, si è prodotto in un elasticone che ha messo nei guai lo stesso Lewis, facendolo finire nelle grinfie di Verstappen. È un segno di grande lucidità da parte di un pilota assertivo, maturo, che non ha paura di dire cosa pensa, pur con un inconfondibile aplomb british, e di condurre una corsa con il fare del campione in potenza. 

Top: Fernando Alonso

Dopo le botte da orbi con il fratello coltello Esteban Ocon, con penalità annessa, Fernando Alonso oggi è stato protagonista di una gara esaltante, la penultima "prima di salire, finalmente, sulla macchina verde", come ha sottolineato con fare velenoso. Così come pungente è stata la sua gara oggi, condita da sorpassi d'istinto, senza fare sconti a nessuno. Sainz dovrebbe dare un'occhiata a come il suo idolo d'infanzia si è sbarazzato in un nanosecondo di un cliente scomodo come Perez. Dimostrando, ancora una volta, che per lui l'età è solo un numero. E che l'appetito vien mangiando, a colpi di morsi alla concorrenza. 

Top: Interlagos

L'attuale proprietà della F1 è ossessionata con lo spettacolo, anche a costo di ottenerlo con metodi artificiali, come i cambi di format che vengono spinti nel nome di un presunto gradimento del pubblico che personalmente non ravvisiamo. La verità è che per avere gare movimentate basta un solo ingrediente fondamentale: una pista degna di questo nome. Interlagos rientra in questa categoria. Con un layout non banale, che agevola i sorpassi, non funziona solo lo show forzato della Sprint, ma anche il resto del weekend di gara. Varrebbe la pena di tenerlo a mente, nel processo di bulimica espansione del calendario, con l'aggiunta di GP su tracciati discutibili. 

Flop: Daniel Ricciardo

L'effetto boomerang per cui Daniel Ricciardo si è visto rovinare addosso la Haas di Kevin Magnussen, che aveva fatto finire in testacoda, è una rappresentazione efficace di una stagione da incubo, con pochi sprazzi di luce. A vederlo così in pista, viene da pensare che un anno sabbatico, per quanto non frutto di una sua scelta, non possa che fargli bene. Perché il Daniel che stiamo vedendo oggi non è nemmeno un lontano parente del Ricciardo di qualche anno fa. E se quel Daniel da qualche parte c'è ancora, lo sa solo lui. 

Flop: Red Bull (e Max Verstappen)

In Brasile la Red Bull ha vissuto un weekend mediocre, senza acuti. Ma la cosa peggiore di un GP concluso in sesta e settima posizione è il teatrino a fine gara che ha visto protagonista Max Verstappen. A mondiale concluso, non ha voluto lasciare la posizione a Sergio Perez, che sta lottando per il secondo posto in classifica piloti, anche se in palio non c'era la vittoria. Come se Perez fosse indegno del suo aiuto. Come se non lo avesse agevolato lo scorso anno ad Abu Dhabi, rendendosi protagonista di una coriacea difesa su Lewis Hamilton. I piloti sono delle belve, questo lo sappiamo. Ma un sesto posto vale davvero così tanto o è solo questione di orgoglio, o di ripicca per episodi passati? Sembra il capriccio di un talento che non è abituato a lasciare le briciole agli altri, perché cresciuto nella convinzione di non dover far mai sconti a nessuno, a cominciare da lui stesso. 

Flop: direzione gara

In occasione del ritiro di Lando Norris, la direzione gara non solo ci ha messo troppo a decidere di far entrare in pista la Safety Car, viste le evidenti difficoltà da parte dei commissari nel rimuovere la McLaren dell'inglese. Ma si è pure dimenticata di inserire la vettura di Yuki Tsunoda nel novero dei doppiati che avrebbero dovuto sdoppiarsi, generando una certa confusione. Urgono maggiore tempestività e precisione. 

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