Formula 1. I retroscena dell'arrivo di Binotto in Audi: il progetto è veramente morto ancor prima di partire?

Formula 1. I retroscena dell'arrivo di Binotto in Audi: il progetto è veramente morto ancor prima di partire?
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Audi prosegue il suo viaggio verso la Formula 1 ma le insidie rendono il percorso un vero e proprio campo minato. Arriva Mattia Binotto al posto di Andreas Seidl e di Oliver Hoffmann, ma perché? Ecco i retroscena e quale sia la vera situazione di Audi in questo momento
24 luglio 2024

La clamorosa fuoriuscita di Andreas Seidl e di Oliver Hoffmann non è stata una sorpresa per chi stava seguendo l’evoluzione dell’Audi in F.1. Numerose voci interne al team Sauber, con personale appena assunto che dopo tre mesi ha preferito andare via. Una gestione vecchio stile del team, con procedure che andavano bene 15 anni fa, unite a una certa incapacità del management Audi di intervenire e coordinare il gruppo fra il team F.1 e la Sauber Engineering, con figure di rilievo che da anni occupano certe posizioni e danno per scontato un potere dovuto più alle carenze e ai vuoti ai vertici che alle reali capacità manageriali, ha portato a un clamoroso ribaltone in seno al team.

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Verrebbe da dire fra i due litiganti ha goduto il terzo, quel Mattia Binotto che fino al 30 giugno era in gardening dopo aver lasciato la Ferrari e che aveva avuto abboccamenti nei vari team, senza arrivare a qualcosa di concreto. Qualcosa che si è realizzato di colpo e in maniera violenta: “Se non mi vedi ai prossimi GP vuol dire che è successo qualcosa…” aveva sogghignato Andreas Seidl quando gli avevamo chiesto spiegazioni in merito alle tante voci che circolavano nell’ambiente, non ultime le perplessità mostrate da Sainz o altri piloti nell’accettare le avance di Audi: “Siamo una lampada al contrario – ci aveva detto Seidl – di solito la luce attrae le farfalle, qui invece scappano…”. I suoi malumori con Hoffmann erano di vecchia data, dai tempi di Porsche, cosa che costrinse Seidl a mollare la Casa tedesca e accasarsi in McLaren, dove tra l’altro ha svolto un buon lavoro, elogiato anche da Andrea Stella nel recente GP Ungheria. A far vacillare tutto, una presa di posizione pesante: o io o lui, l’aut aut. Alla fine Audi ha deciso di far fuori tutti e due e affidare la doppia mansione di CTO e COO a Mattia Binotto, che adesso deve far una squadra al più presto possibile.

Secondo quanto appreso da nostre fonti, Andretti team aveva sondato il terreno per acquistare in blocco il team e il progetto motore, da affidare a Cadillac. Ma da un lato le richieste esorbitanti (si parla di oltre un miliardo di euro) dall’altra la voglia di proseguire il progetto F.1, alla fine non se ne è fatto niente e si è arrivati all’annuncio recente. La chiusura dello stabilimento in Belgio che occupa 3700 dipendenti, i piazzali pieni di auto elettriche che non vuole nessuno… c’è gente che teme che spendere caterve di soldi per le F1 sarebbe destabilizzante per l’immagine di Audi. Solo 12 mesi fa lo stabilimento era stato presentato alla stampa come: “Il futuro è qui”, un futuro durato poco. Per evitare ritorsioni, una parte del board di Audi, fra cui azionista c’è il Land della bassa Sassonia, voleva mollare la F.1, incurante della figuraccia mondiale, ma avrebbero salvaguardato immagine e posti di lavoro. Secondo fonti Audi Italia, i budget F.1 e fabbriche sono due cose distinte, per cui non ci sarebbe stata nessuna reazione di fronte alle decisioni commerciali rispetto al motorsport. Altra cosa che fa riflettere rispetto al passato è stato il fatto che avessero messo a capo del progetto Hoffmann, che era stato esonerato dal board “vero” di Audi e lui ha subito ripescato Seebach, che è colui che ha distrutto Audi Sport: “incredibile perché lo ritengono in tanti un incapace!” ci dice una nostra fonte interna. Insomma, il progetto è nato morto. Hanno lasciato andare Dieter Gass, che era l’unico che aveva fatto davvero la F1 per una questione di guerre interne di potere, con Seebach voleva il suo posto. “Hanno perso Andreas Roos, un tecnico valido, che è andato in BMW. Hanno svuotato Audi Sport di tutti i personaggi che avevano contribuito a 20 anni di successi e poi hanno cercato gente su linkedin… Con Piech non sarebbe mai successo, ma lui non voleva la F1” conclude la nostra fonte.

Il timore dei sindacati tedeschi è che non si possono lasciare a casa migliaia di lavoratori per poi spendere soldi in F.1, dimenticandosi che Audi è stata regina nel motorsport con soluzioni innovative: pensate solo al diesel vincitore a Le Mans o alla trazione integrale delle Audi4 rally o per la parità di genere, con Michelle Mouton al volante. Un marchio così se fa la F.1 deve farlo da leader, ma nonostante il progetto sia partito da tempo, rivoluzionare tutto a meno di un anno dalla messa a terra della prima monoposto è davvero incredibile. Il compito di Binotto non sarà facile: dovrà dare un senso alla struttura, dovrà trovare il modo di superare gli ostacoli burocratici di Audi in tema di fornitori e tempi di reazione. Infatti, le procedure interne sono adeguate a una azienda che opera nel settore tradizionale, ma quando devi ordinare dei materiali da corsa, non puoi sottostare alle procedure dei tre fornitori, del miglior prezzo e delle caratteristiche del fornitore. Cosa che nel mondo Audi ha portato a una rivoluzione, parziale, anche in Lamborghini, con alcune figure apicali esonerate e una ristrutturazione ancora in corso. In Ducati il problema lo hanno aggirato con la formazione di una nuova società. Come dire che oltre alle corse, ci sono altri problemi ben più grandi da affrontare.

Secondo la nostra fonte Audi Italia: “La F.1 serve proprio per dare impulso a un nuovo modo di pensare e agire, più reattivo e in linea con un ambiente competitivo, un cambio di mentalità generale per l’azienda che dalla F.1 vuole trovare gli stimoli per migliorare con una platea mondiale che è unica come è la F.1”. L’intento è nobile, poi in pratica bisogna capire chi fa la macchina, perché l’attuale staff tecnico della Sauber ha mostrato di non essere in grado, zero punti in 13 gare. Chi dirigerà i vari settori e se rimuoveranno alcuni da troppo tempo seduti sugli allori. Basti dire che chi mandò in pista Giovinazzi al pit stop con una gomma sgonfia perché non era stata gonfiata (si parlò anche di sabotaggio) è ancora lì al suo posto dopo altri svarioni. Dubbi anche per la figura del team rappresentative Alessandro Alunni Bravi. Ha un contratto in scadenza 2025, al momento la sua figura non rientra nei piani di cambiamento a breve termine, di sicuro ha esperienza e conoscenza del mondo motorsport da avere già in mano delle valide alternative, per cui gli cambia poco la vita in futuro. E poi le voci sui motoristi in arrivo da Ferrari. Se fossero vere significa che il progetto motore Audi non procede come dovrebbe e che servono rincalzi. Scoprirlo a un anno e mezzo dal via 2026 è forse un po’ tardi, considerando anche i tempi di gardening dei vari tecnici in circolazione. Insomma, da qualsiasi lato la si giri, non è una soluzione facile da risolvere. Buon lavoro a Binotto e buona fortuna. Ne ha bisogno.

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