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Nuova Delhi - Se ne è accorto anche Bernie Ecclestone e visto l’attaccamento al quattrino del grande capo della F.1, è il caso di tenerne conto. I costi salgono, gli sponsor calano, nonostante si cerchino sempre piste stravaganti in giro per il mondo. Ultimo esempio, il GP USA del New Jersey che era stato messo in calendario per il prossimo anno, è slittato.
La Corea ha appena firmato il prolungamento del contratto e in India bisogna andarci fino a quando il governo tira fuori il quattrino, ma si tratta di gare a rischio e quindi, venendo meno introiti sicuri, meglio pensare a tagliare le spese.
L’idea non è nuova perché l’ex presidente della FIA Max Mosley si è giocato la reputazione (i giochini sadomaso con le escort non hanno influito…), solo che Mosley voleva una F.1 con un budget cap di 40 milioni di euro, ovvero quello che spendono solo per mangiare in alcune ospitalità della F.1.
Ecclestone ritiene, invece, che una base di 200 milioni di euro sia più che sufficiente per fare bene e di fatto, visti i budget in circolazione (è quello che spende la Red Bull in un anno) ci può stare. Fra premi e diritti TV l’apporto degli sponsor minori potrebbe permettere di sopravvivere, e alla grande, a una scuderia con questo budget.
L’idea è quella di introdurre la limitazione fin dal 2014 e pare che, insieme all’accordo sulla Concordia (che non è stato ancora firmato da tutti) sia in dirittura d’arrivo. Quindi, meno spese, meno sponsor ma utili maggiori. Il discorso fila…