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Abu Dhabi - Per trovare sponsor le squadre si sono dotate da tempo di uffici composti da cacciatori di soldi. La Lotus, che ha una finanziaria alle spalle come proprietaria del team, era convinta di avere più possibilità in questo campo e invece i risultati sono stati deludenti.
Pochi finanziamenti, pochi sponsor e, cosa incredibile, qualcuno ha pure tirato il bidone, specie sul mercato russo. Visto che andare a Mosca e zone limitrofe pare che sia lo sport preferito dai cacciatori di soldi (tutte le squadre ci stanno provando, in vista del GP di Sochi che rischia di essere un bluff colossale, ma ne parleremo in altro momento) il risultato è stato scadente.
Dei pochi soldi trovati, non sono nemmeno arrivati, nel senso che contratti firmati, promesse e altro sono svaniti come una bolla di sapone visto che nessuno ha mai ottemperato agli impegni. E allora, alla Lotus hanno cacciato i cacciatori di soldi. Ogni sei mesi l’ufficio che comprende sette persone, vede avvicendarsi il personale.
Per mantenere il posto devi portare risultati, se non li porti in sei mesi, te ne vai. Il turn over è impressionante, anche perché per trovare soldi per la F.1 devi muoverti ad altissimo livello, devi avere contatti con le multinazionali, le società finanziarie e sapere chi ha milioni di euro da spendere, non è mica come andare dal panettiere e chiedere se ti dà un cento euro di supporto.
E siccome al mondo di aziende ricche ce ne sono poche e sono ancora meno quelli che sanno dove cercare, ecco che la figura del cacciatore di soldi diventa basilare. A suo tempo questa figura fu inaugurata da un manager divenuto poi famoso: Flavio Briatore. Era arrivato alla Benetton, infatti, col ruolo di cacciatore di quattrini. Lui il suo lavoro l’ha fatto bene, gli altri attuali mica tanto, anche se sono situazioni economiche diverse.