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La rubrica dei top e flop vi ha tenuto compagnia per tutto il mondiale 2022 di Formula 1, e prima di congedarci per la pausa invernale non potevamo che stabilire i promossi e i bocciati della stagione. Cominciamo dai top: ecco i cinque piloti che a nostro avviso hanno spiccato quest'anno.
La presenza di Max Verstappen, in quanto campione del mondo in carica, tra i top sembra una semplice formalità. Ma la verità è che Max nel 2022 ha dimostrato ancora una volta un assunto molto importante in F1. I campioni riescono a far sembrare semplici anche le cose più complesse. Ci vuole grande maestria per coccolare le gomme al punto giusto mentre si sta gestendo una gara, in modo tale da conservarle per il momento in cui è più importante spingere. Verstappen, qualche tempo fa, non era un maestro nel portare a termine questo compito. Adesso è impeccabile. Il fatto di essere il ingranaggio cardine di un meccanismo oliato non deve ingannare: la RB18 si è rivelata un'arma letale solo nelle mani di Max, capace persino in certe circostanze di sfruttare un bilanciamento quasi neutrale per estrarre il massimo dalla monoposto, lasciandosi stuzzicare, ma non sopraffare, da un limite che è molto semplice oltrepassare. Fatto da lui, sembra anche questo un gioco da ragazzi. Ma non lo è.
Charles Leclerc studia con grande dovizia i tracciati in vista delle sue performance in qualifica, arrivando persino a uscire di pista durante le libere per cercare il limite. Una volta arrivato al giro clou, è in grado di mettere insieme i pezzi di un complesso puzzle, giocando con sapienza sul confine tra l'impresa e la figuraccia. Non è un caso che il monegasco nel 2022 abbia colto il maggior numero di pole, ben nove: sul giro secco Leclerc tira fuori il meglio di quell'emotività che a volte lo strozza ancora in gara. Con una F1-75 dall'affidabilità precaria e un muretto non esattamente saldo nelle sue decisioni, i sogni di gloria di Charles si sono presto infranti. Non sappiamo se possa tenere testa a un avversario come Verstappen fino al termine di un campionato combattuto. Ma la verità è che questo enigma è rimasto tale per colpe non sue.
Lando Norris è stato il vero outsider della stagione 2022 di Formula 1. Al volante della quinta macchina sullo schieramento per valore assoluto, ha concluso il mondiale in settima posizione, offrendo una chiara dimostrazione del proprio talento. Norris è stato abbastanza efficace non solo da annichilire il proprio compagno di squadra, portandolo di fatto a lasciare la scuderia prima del tempo, ma anche da coprire le mancanze di una monoposto nata sotto una cattiva stella. La MCL36 non avrebbe dovuto poter battere qualche volta una Mercedes in qualifica o di battagliare con l'Alpine in gara. Ma l'ha fatto con Norris, capace di prestazioni brucianti in qualifica e di lucide gestioni di gara.
Stando solo ai freddi numeri della classifica piloti, Fernando Alonso nel 2022 ha accusato la sconfitta nella lotta interna all'Alpine con Esteban Ocon. Ma è un racconto parziale, che omette il numero esorbitante di ritiri totalizzati quest'anno dal due volte campione del mondo. Così come non emerge la fierissima e chirurgica lettura delle gare esibita da un campione che a 41 anni ha la grinta e l'argento vivo addosso di un ragazzino. La fotografia di quest'anno di Alonso è la prima fila sul bagnato a Montréal, da belva ancora affamata di vittorie, di rivalsa. L'ha detto di recente, Fernando, che si sentirà perso quando non sarà più un pilota. Ma se dovesse continuare a insinuarsi in pista come un gatto là dove la ragione vorrebbe che non si passi, il problema non si porrebbe per un po' di tempo.
Scegliere tra George Russell e Lewis Hamilton per un posto nella nostra top 5 è stato un esercizio più difficile di quanto possa suggerire la classifica piloti. Abbiamo deciso di propendere per George non tanto per la splendida vittoria conseguita in quel di Interlagos, ma perché è riuscito a lasciare il segno in una Mercedes in difficoltà, facendo tesoro della capacità di estrarre il meglio dalla una monoposto non eccelsa imparata nel lungo apprendistato in Williams. Hamilton ha ancora qualcosa di più rispetto a George, e non bisogna dimenticarsi del fatto che la monoposto di Lewis è stata una sorta di laboratorio mobile nella prima parte della stagione. Ma Russell è molto vicino al compagno di squadra in termini di prestazioni, come non succedeva probabilmente dai tempi di Fernando Alonso. E Russell, con la sua grande assertività, è già un leader in fieri.