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In attesa dell'inizio della stagione 2020 di Formula 1, il Circus sta vivendo una silly season inaspettata. Solitamente le indiscrezioni riguardano il mercato piloti, ma in questo caso, visto che solo una parte del calendario rivisto è stata ufficialmente rivelata, fioccano anche le voci sui circuiti papabili per un posto al sole nella condensatissima agenda della F1 per il mondiale che partirà finalmente a luglio. Se ne sentono di ogni: due gare a Sochi, il ritorno di Hockenheim, ma, soprattutto, la possibilità di vedere una seconda gara italiana in calendario oltre a Monza: le candidate principali sarebbero Imola e Mugello. Ma cosa c'è di vero in tutto questo?
In un'intervista concessa ad Autosport, il responsabile sportivo della F1, Ross Brawn, non si sbilancia più di tanto, ma esordisce con un'informazione che fa intuire come il calendario possa cambiare molto rispetto agli anni scorsi. Per far sì che un campionato sia valido per il titolo mondiale, da regolamento dovrebbero essere disputate otto gare. Fin qui ci saremmo anche con la sola parte europea; i problemi sorgono con l'altra condizione: otto gare, certo, purché disputate in almeno tre continenti diversi. Brawn, però, mette le mani avanti e spiega che, viste le circostanze attuali, «in teoria le otto corse europee costituirebbero un campionato mondiale». Il motivo di questa precisazione è presto detto: come ammette lo stesso Brawn, in questo momento organizzare gare extraeuropee è tutt'altro che facile.
Autosport riporta voci secondo le quali le uniche due trasferte extraeuropee confermate ai team sarebbero Bahrain e Abu Dhabi, teoricamente in programma tra la fine di novembre e l'inizio di dicembre. Il resto è tutto in forse, il che lascia aprire più di uno spiraglio alla possibilità che il calendario della stagione 2020 finisca per essere molto più europeo del previsto. La priorità, stando a quanto spiegato da Brawn, resta comunque l'organizzazione di gare extraeuropee nella seconda parte del campionato, pur non escludendo del tutto Hockenheim, Imola e Mugello. «Sono delle opzioni - concede Brawn - anche se al momento non stiamo andando in quella direzione. Stiamo semplicemente verificando quello che può essere fatto, sia in Europa, che fuori. Siamo fortunati ad avere alternative, anche se stiamo cercando di mettere in atto il piano A».
Un eventuale piano B in Europa riporterebbe la F1 indietro di almeno 20 anni, con un calendario prevalentemente europeo e una quindicina di gare, come succedeva alla fine degli anni Novanta. Volendo giocare al toto GP, una doppia corsa in Italia non sarebbe solo suggestiva, ma avrebbe molto senso dal punto di vista logistico, riducendo gli spostamenti del Circus tra nazioni. Imola, oltre ad avere delle infrastrutture non sufficientemente moderne per la F1, potrebbe essere svantaggiata rispetto al Mugello, più defilato e quindi adatto per garantire la "biosfera" auspicata da Brawn. È possibile, però, che, per avere una maggiore varietà, si decida di privilegiare Hockenheim, che riporterebbe così la Germania in calendario a sorpresa. Tutte supposizioni, queste, in attesa di un riscontro che non dovrebbe arrivare prima della fine di giugno.