Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
«Se fosse per me tornerei ai motori V12 ad aspirazione naturale, al cambio manuale, renderei la guida più difficile per i piloti, togliendo le grandi vie di fuga che si trovano ovunque; ridurrei anche il servosterzo. Dopo una gara si dovrebbe essere esausti, quasi come quando si finisce una maratona»: Lewis Hamilton vorrebbe così il futuro della Formula 1.
Il cinque volte campione del mondo, a domanda in merito nel corso della conferenza stampa del Gran Premio del Canada a Montréal, ha spiegato come a suo avviso la Formula 1 debba essere più faticosa anche dal punto di vista fisico per i piloti in lizza. «In certi casi, potrei anche correre due o tre corse di F1 di seguito, e la F1 non dovrebbe essere così. I giovani al debutto non fanno fatica ad adattarsi; penso che debba essere più sfidante dal punto di vista fisico».
I problemi della F1, secondo Hamilton, vanno però oltre le normative tecniche. «Se si guarda agli scorsi 12 anni, ma anche più indietro, ci sono stati molti cambiamenti regolamentari a livello di vettura, cercando di ridurre i costi e di agevolare i sorpassi: penso che non siano state buone decisioni. Anche dopo l'entrata in scena di Liberty i problemi sono rimasti gli stessi: il pubblico non è entusiasta, la disparità tra top team e scuderie minori è rimasta invariata. Penso che si debba fare molto di più che modificare le monoposto».
Lo scarso fascino esercitato sul pubblico è un altro problema da risolvere, secondo Hamilton. «Anche l'intrattenimento continua ad essere un tasto dolente. Il format è sempre lo stesso, ma forse dovrebbe essere modificato a seconda delle piste. A Monaco, dove non si sorpassa, bisognerebbe forse disputare due corse. Non so quale sia la soluzione, ma è necessario trovarla, perché in alcuni circuiti il pubblico scarseggia, e forse è colpa del tipo di promozione. Le persone si lamentano per i periodi di dominio da parte di un singolo team, e io credo che non dipenda solo dal regolamento tecnico».