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Haas-Toyota, c’è di più di una semplice collaborazione tecnica. Che i nipponici abbiano voglia di tornare in F.1 è lampante, ma per policy aziendale non se ne deve né parlare tantomeno confermare. Restando ai fatti, la Haas ha siglato un accordo con Toyota per l’utilizzo della galleria del vento di Colonia e di altre strutture. Haas ha un accordo in corso con Dallara per la produzione del telaio, alettoni, fondo e altri particolari, accordo che è confermato anche per il prossimo anno. Se non che si è saputo che Toyota abbia anche costruito dei pezzi per la Haas, nella fattispecie ali anteriori, posteriori e fondo estrattore.
Se Haas ha un accordo con Dallara che continua a produrre questi pezzi, perché Toyota si occupa della costruzione? Ovvero si mormora a mezza voce che stiano copiando per capire come funziona e cosa succede su una monoposto di F.1. A tal proposito la voglia di corse nei vertici aziendali, a partire dal presidente Toyoda, fa sì che lo stesso presidente si presenti alle 7 del mattino nei box dove si svolgono i test per i vari veicoli da corsa Toyota, dal WEC alla Superformula e che la voglia di entrare nel circus emerge dall’accordo che hanno firmato con Haas in cui ci sia, a quanto pare, una clausola per rilevare la squadra nel caso Gene Haas decidesse di vendere. L’unico ostacolo all’ingresso in tempi brevi di Toyota in F.1 è rappresentato dal contingentamento dei motori, con una finestra regolamentare che prevede che prima del 2030 nessun nuovo costruttore possa entrare. Ovvero, se la norma resta uguale, i motoristi dal 2026 al 2030 saranno solo quelli che si sono iscritti e dato adesione al nuovo regolamento, altrimenti niente. In tutto questo c’è poi l’aspetto Haas Ferrari, che fornisce i motori e gli accessori ed è chiaro che con una Toyota alla finestra, ma anche parte attiva nella collaborazione con Haas, si venga a creare un imbarazzo fra il dover far fronte alla fornitura del motore ma fare anche in modo che non trapelino informazioni ai rivali nel WEC.
Stessa situazione che la Ferrari sta affrontando con la Sauber che ha già tecnici Audi in sede per il progetto F.1. Sempre dal Giappone trapela anche l’indiscrezione che una monoposto Toyota stia girando con gomme Bridgestone in vista di un possibile rientro in F.1 alla scadenza dell’accordo con Pirelli. Il tutto fa parte della mentalità giapponese di essere al passo coi tempi, verificare cosa succede intorno ed eventualmente decidere il da farsi. Per Mr Toyoda la F.1 resta la grande incompiuta, perché Toyota ha vinto nei rally, nel WEC e in tutte le categorie dove è stata presente. Tranne la F.1 che abbandonarono frettolosamente a fine 2009, uno dei migliori anni della loro breve storia nel circus e che a un passo dal consolidare i risultati raggiunti, fu archiviata senza indugio lasciando a piedi Trulli e Glock, piloti dell’epoca.