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Il 2022 della Formula 1 comincia con la Haas. La scuderia americana ha svelato la livrea di cui sarà vestita la sua VF-22, la monoposto per la stagione che prenderà il via il prossimo 20 marzo in Bahrain. Quanto alla vettura che indossa oggi l'abito per l'intero campionato - bianco, rosso e blu, gli stessi dello scorso anno, che strizzano l'occhio alla bandiera russa - non si tratta che di una lontana parente della macchina che vedremo in azione più avanti. Ma questa "bozza" ci consente di osservare un'interpretazione della nuova filosofia tecnica diversa da quella del prototipo che la F1 mostrò lo scorso anno a Silverstone.
Lo scorso anno, di questi tempi, la Haas aveva ben poco di nuovo da rivelare, visto che il progetto 2021 era stato interamente sacrificato per allocare tutte le risorse della scuderia sul 2022, una sorta di anno zero, visto il nuovo regolamento tecnico. Fanalino di coda della classifica costruttori nelle ultime due stagioni, la Haas punta a risalire la china, sfruttando le potenzialità insite in un cambio di normative profondo come quello che vede il ritorno delle monoposto a effetto suolo.
Ne saranno felici Nikita Mazepin e Mick Schumacher, reduci da una stagione da rookie senza grandi aspettative, ma tormentata da una monoposto francamente obsoleta. Dovranno lasciarsi alle spalle gli errori di gioventù del 2021, sperando di avere per le mani una vettura più competitiva rispetto all'uscente. E l'erede della dinastia Schumacher, diventato terzo pilota della Ferrari, dopo una stagione da rookie in cui ha mostrato una certa solidità, proseguirà il percorso che, nelle sue speranze, lo porterà dritto a Maranello. Mick, nell'approccio a nuove categorie, è sempre stato un diesel. È lecito, dunque, attendersi un'ulteriore crescita.
Il primo contatto con il 2022, seppure in forma decisamente embrionale, vede una monoposto allungata al posteriore e più corta all'anteriore, rispettando le misure massime di 3.600 mm del passo stabilite dalle nuove normative. Di primo acchito, si notano le pance, corte, con prese d'aria alte e un muso corto, per convogliare al meglio i flussi verso i tunnel Venturi. Una soluzione che si sposa con la sospensione push-rod adottata all'anteriore. Si tratta di una scelta interessante per un team di bassa fascia come la Haas, con buone potenzialità per uno sviluppo futuro.
Il cuore pulsante della VF-22 è il motore Ferrari. E la partnership tecnica ha consentito alla scuderia americana di attingere a piene mani da Maranello, scegliendo di adottare, oltre alla power unit, anche la trasmissione e le sospensioni posteriori. Ma gli spoiler lasciano il tempo che trovano, perché l'attenzione nell'osservare le vetture dei top team, più che sulle sospensioni posteriori, sarà concentrata su quelle anteriori, con la possibilità di un ritorno allo schema pull-rod abbandonato lo scorso decennio. La VF-22, insomma, non fa altro che stuzzicare la curiosità di appassionati e addetti ai lavori, pur in questa forma decisamente embrionale. D'altronde, nel pre-stagione, l'appetito vien mangiando.