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La Haas va in controtendenza rispetto al resto dei team, scegliendo di mostrare solamente la livrea per la stagione 2021 di Formula 1 e non la sua monoposto, la VF-21. Ma ci sono delle novità importanti, visto che la Haas cambia radicalmente schema di colore, abbracciando il bianco, il rosso e il blu. Guarda caso, le tinte della bandiera russa. E che di Nikita Mazepin ci sia molto nella Haas versione 2021 lo dimostra il main sponsor, Uralkali. Azienda di papà Dmitry. I soldi della famiglia di Nikita, insomma, hanno un bel peso nel progetto.
In ogni caso, mostrare prima la livrea della monoposto per la scuderia di Kannapolis è una pratica ormai consolidata negli anni. La VF-21 la vedremo nei test pre-stagionali in Bahrain della prossima settimana, in quella che sarà la sua veste definitiva. Perché la Haas ha deciso di sacrificare il 2021 per concentrare tutte le risorse sul 2022. Una scelta dolorosa, ma sensata, visto che, con i mezzi limitati di cui dispone, la scuderia americana avrebbe speso soldi per giocarsi con la Williams la possibilità di non essere il fanalino di coda del mondiale costruttori.
Meglio invece pensare direttamente al nuovo regolamento tecnico, che potrebbe rimescolare le carte in tavola. Nella stessa ottica rientra la scelta dei piloti, Mick Schumacher e Nikita Mazepin. Due rookie da rodare in attesa di fortune migliori, visto che entrambi hanno siglato accordi pluriennali con il team. E se Mick è destinato ad attirare l'attenzione dei media sulla scuderia con il suo indiscutibile appeal di erede di cotanto padre, Mazepin porta con sé una valigia bella piena di soldi, che a un team come la Haas non possono che fare comodo. Nikita è però personaggio controverso, che in passato ha mostrato atteggiamenti discutibili sia in pista che fuori.
E a poco è valso il tentativo della Haas di ripulire la sua immagine. Lo si vede dalle vere e proprie sommosse popolari che suscitano i post del team sui social che lo vedono protagonista. Sarà interessante vedere se e come possa essere tenuto a bada, Nikita. Così come suscita curiosità il rendimento di Mick, che nelle categorie minori è stato un diesel. Gli serve tempo per acclimatarsi, e avere come compagno di squadra un pilota esperto - come Kimi Raikkonen in quell'Alfa Romeo che Mick avrebbe preferito - sarebbe stato utile. La speranza è che gli venga dato tempo per crescere, senza giudizi affrettati. Non è facile avere i riflettori puntati addosso, ma Mick finora si è dimostrato praticamente inscalfibile. Per sua fortuna.