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Hamilton è tornato, per l'ennesima volta verrebbe da aggiungere. E quando torna a essere se stesso, non ce n'è per nessuno, nemmeno per Rosberg: l'inglese ha dominato per tutto il fine settimana, con l'unico pensiero dell'affidabilità, più per il ricordo di Sepang che per motivi reali. Ma stavolta non ci sono state sorprese, e allora voto 9 e felici di rivederlo. Ma dov'era andato? Genio e sregolatezza.
E poi c'è la faccia di Rosberg, che sembra Rocky contro Apollo: sa che l'avversario è più dotato, ma sa anche di avere l'occasione della vita e allora cerca soprattutto di restare in piedi. Facendo una botta di conti, gli basta arrivare sempre secondo per laurearsi campione e sa che con una Mercedes così salvo problemi di affidabilità il gradino intermedio del podio è un risultato fin troppo facile. Il tedesco quindi capisce l'antifona, si accoda e aspetta la fine, della gara e del campionato. Mica scemo, però che noia! Voto 6, braccino.
Fortuna che c'è Ricciardo, che almeno all'inizio ci ha provato a mettere un po' di pepe a questa gara e a questo mondiale insinuandosi tra le due frecce d'argento, ma la disparità di auto (anzi di motore) è ancora troppa: l'australiano però ha il merito di provarci, ancora una volta, e stavolta svetta nettamente su Verstappen. Voto 8,5, perchè più di così proprio non gli si poteva chiedere ad Austin.
A proposito dell'olandese, stavolta la magia non gli riesce: parte 4°, perde una posizione al via e fatica a recuperare, finché l'auto non lo pianta in asso, non prima comunque di avere fatto uno scherzone al suo box. Va bene, non era giornata. Voto 6, aspettando la prossima impresa.
Aspettando la prossima impresa potrebbe essere anche il titolo della gara di Vettel, anzi della sua stagione tutta: il tedesco le prende ancora da Raikkonen in prova e finisce 4° solo per i ritiri altrui, senza dare mai l'impressione di fare la differenza. Nemmeno con una strategia a dir poco bizzarra e che comunque non serve a niente, se l'obiettivo era fare una sosta di meno. Voto 6, perchè con una Ferrari così le attenuanti sono d'obbligo, però a vederlo in queste condizioni un po' di magone viene, a noi e sicuramente anche a lui.
Uno che fa sempre la differenza, a prescindere dall'aggetto che gli danno da guidare, è invece Alonso, che arpiona un 5° posto che sa di miracoloso vista la McLaren a disposizione. Certo, il team inglese ad Austin era un po' meno peggio che a Suzuka (diciamola così, perchè essere più veloci è un'altra cosa...), però la cattiveria con cui ha saputo prevalere su un Massa assai più cavallato e un giovanotto di belle speranze come Sainz la dice lunga sulla sua intensità di guida. Qualcuno salvi Alonso, dandogli un'auto degna o almeno 100 cavalli extra: è un patrimonio di questa F1. Voto 10, immenso.
Bella gara, comunque, anche per Sainz che torna a occupare posizioni più nobili dopo il mezzo disastro di Suzuka: ma perchè non riesce a correre sempre su questi livelli? Nel dubbio voto 8 di incoraggiamento.
Voto 7 invece a Massa, che fa una bella gara però con quel motore che si ritrova dietro la schiena finire alle spalle di una Toro Rosso motorizzata Ferrari 2015... beh, forse si può dare di più, come cantavano una volta.
Alle sue spalle, in compenso, ennesima prova d'orgoglio di Perez, che dopo essere stato mandato in testacoda da Kvyat rimonta bene e tiene accese le speranze della Force India in ottica Costruttori. Voto 8,5, una garanzia.
Va a punti anche Button, e di per sé sarebbe una gran bella notizia se non fosse che Alonso stavolta fa proprio un altro mestiere, e l'inglese meriterebbe un finale di carriera meno malinconico: voto 6 di incoraggiamento.
Chiude a punti, ed era ora, Grosjean, che rinviene bene dalle retrovie e stavolta guida con la cattiveria e l'esperienza che da lui ci si aspetterebbe sempre. Il francese, ormai si è capito, è cronicamente intermittente, però quando si accende si fa sempre perdonare. Voto 7,5, risvegliato.
Fuori classifica, ma non da queste pagelline, un Raikkonen tonico a prescindere dall'auto e dal "kasino" ai box, per dirla alla Lauda. Al sabato ha preceduto ancora una volta Vettel e in gara finché ha potuto ha lottato con Verstappen: di più con una Ferrari così non si può proprio chiedergli. Voto 8, conferma.
E una conferma, purtroppo, è arrivata anche da Kvyat che ha combinato l'ennesimo diastro, tamponando Perez e rovinando la gara di entrambi. A proposito, Marko l'ha confermato per il 2017, più per senso di colpa viene da pensare che non per meriti in pista. Voto 3, da ricostruire psicologicamente.
Lewis Hamilton 9
Nico Rosberg 6
Daniel Ricciarco 8,5
Max Verstappen 6
Sebastian Vettel 6
Fernando Alonso 10
Carlos Sainz 8
Felipe Massa 7
Sergio Perez 8,5
Jenson Button 6
Romain Grosjean 7,5
Kimi Raikkonen 8
Daniil Kvyat 3