Formula 1: gli outsider da tenere d'occhio nella stagione 2020

Formula 1: gli outsider da tenere d'occhio nella stagione 2020
Pubblicità
Oltre ad Hamilton, Verstappen e Leclerc c'è di più: ecco i piloti che potrebbero stupire nella stagione 2020 di Formula 1
1 luglio 2020

I potenziali grandi protagonisti della stagione 2020 di Formula 1 li possiamo già immaginare: da un lato, Lewis Hamilton, campione del mondo in carica e uomo da battere con la sua Mercedes W11, che parte con i favori del pronostico grazie ad un pacchetto solido, impreziosito dal DAS; dall'altro, i due enfants terribles, Max Verstappen e Charles Leclerc, che, a dispetto della giovanissima età, hanno già trovato un posto nel Gotha del Circus. Ma ci sono altri piloti da tenere d'occhio nel frenetico campionato che si appresta a cominciare.

Tra questi c'è sicuramente Sergio Perez: il messicano, 30 anni compiuti a gennaio, è ormai tra i piloti più esperti del Circus, e, con il passare degli anni, ha smussato gli spigoli del suo carattere aggressivo, che certo non lo aveva aiutato ai tempi della grande occasione con la McLaren, sfumata dopo una sola stagione, nel 2013. Perez è diventato molto costante, e, soprattutto, si è dimostrato in grado di capitalizzare le chance che gli si sono presentate davanti: a differenza di talenti decisamente quotati - vedi Nico Hulkenberg - Perez non ha mai sbagliato quando si è trovato a poter agguantare un podio ai tempi dell'allora Force India.

Una caratteristica, questa, che potrebbe fargli decisamente comodo quest'anno, visto che la Racing Point ha a disposizione una vettura assai promettente, quella RP20 che tanto ha fatto discutere nei test pre-stagionali per la sua somiglianza con la Mercedes W10 del 2019. Il budget della Racing Point non consentirà al team di tenere il passo delle scuderie di testa nello sviluppo della monoposto, ma nella prima parte della stagione, complice anche l'agenda assai serrata, Perez potrebbe avere delle ottime possibilità di far fruttare la competitività della propria vettura, andando magari anche ad impensierire le scuderie di punta.

Questo in attesa che la Racing Point diventi il team ufficiale di Aston Martin nel 2021: pur con le difficoltà attraversate dal marchio inglese al momento, l'associazione con un brand così importante porterà sicuramente nuova linfa alla scuderia di Silverstone, e Perez, forte della sua esperienza, potrebbe essere il primo pilota ideale per traghettare il team verso un futuro di maggiore successo. La futura Aston Martin, poi, può contare anche sulla professionalità indubbia dei tecnici della scuderia, veri uomini di corse che si sono sempre dimostrati in grado di far fruttare il budget a loro disposizione mettendo in pista monoposto azzeccate. I presupposti per una seconda giovinezza per Perez, insomma, ci sono tutti. E il messicano potrebbe anche beneficiare della superiorità nella lotta interna con Lance Stroll.

Naviga su Automoto.it senza pubblicità
1 euro al mese

Ma tra i piloti da tenere d'occhio c'è anche Alexander Albon: l'anglo-thailandese della Red Bull ha già superato la prova del nove lo scorso anno, riuscendo a restare a galla dopo essere stato buttato nella mischia della scuderia di Milton Keynes a metà stagione. Un debutto di fuoco, merito - si fa per dire - della gestione Marko, che esercita una pressione inusitata sui propri pupilli: a Pierre Gasly non è stato concesso nemmeno un intero campionato in Red Bull prima di essere retrocesso in Toro Rosso. Ad approfittarne è stato Albon, che, mossosi in direzione contraria, è riuscito ad arrivare ad un passo dal podio in Brasile: non fosse stato per un rarissimo colpo di testa di Lewis Hamilton, che lo ha speronato scelleratamente a fine corsa, Albon sarebbe arrivato secondo.

Tanto è bastato per guadagnarsi la fiducia per il 2020: stagione che per Albon sarà decisiva. Albon è uno che parla poco, ma si dà parecchio da fare in pista: una volta messo il casco, la timidezza sparisce. A 24 anni, è parte della nuova generazione di talenti a cui anagraficamente apparterrebbe anche il suo compagno di squadra, Max Verstappen, che però ormai, a dispetto dei suoi 23 anni, è un veterano della F1, giunto alla sesta stagione nella massima categoria. Verstappen è un tritacarne, il capolavoro della cantera della Red Bull, che ormai conta più sedotti e abbandonati che storie di successo; il primo paragone inevitabile in F1 è quello col proprio compagno di squadra, e in questo Albon non ha certo vita facile. Ma se dovesse dimostrarsi all'altezza del compito, potrebbe consolidare la sua posizione nel Circus a lungo termine. 

C'è da guardare con interesse anche ad un altro giovane, George Russell. Nella sua prima stagione in Formula 1, lo si è visto poco: difficile mettersi in mostra, quando si guida la vettura peggiore dello schieramento, quella Williams FW42 costantemente doppiata dopo essere nata sotto una cattiva stella. Russell, però, ha tenuto decisamente botta: anche se l'unico punto ottenuto dal team di Grove è arrivato dal compagno di squadra dell'inglese, Robert Kubica, grazie alla squalifica delle due Alfa ad Hockenheim, Russell ha comunque convinto, e, soprattutto, sembra non essere stato scalfito da un debutto così complesso.

Il 2020 ha regalato a Russell l'opportunità di farsi conoscere nel mondo del sim racing, vincendo la Virtual GP Series, ma il vero banco di prova, ovviamente, sarà la pista. Nei test a Barcellona la Williams è sembrata migliore rispetto allo scorso anno: certo, fare di peggio era una sfida titanica, ma la situazione, nonostante il team versi in condizioni finanziarie tutt'altro che rosee, sembra meno preoccupante. Russell dovrà ancora destreggiarsi a fondo classfica, ma consapevole di avere gli occhi puntati addosso, visto che il suo nome è legato a doppio filo a quello della Mercedes: se Russell dovesse fare bene, potrebbe anche essere scelto per sostituire Bottas il prossimo anno. Una stagione al fianco di Hamilton per proporsi come prima guida del futuro? Un sogno, che potrebbe essere più vicino di quanto si pensi. 

E poi c'è Sebastian Vettel: certo, definirlo un outsider è un azzardo, ma visto come sono andate le ultime stagioni, non è poi così assurdo. Vettel, da celebratissimo pluricampione del mondo, mettendo a segno una sequela di errori dal 2017 ad oggi, ha subito critiche pesantissime. Difficile che potesse andare diversamente per chi è passato da un dominio schiacciante all'inizio del decennio scorso a sbavature grossolane proprio quando invece serviva mantenere i nervi saldi. Da qualche parte, però, c'è ancora la macchina da guerra che Vettel era una volta: se l'interruttore della furia agonistica possa essere ancora azionato, lo sa solo il quattro volte campione del mondo, ma possiamo fare delle ipotesi. 

Una volta ufficializzato il divorzio dalla Ferrari a fine 2020, Vettel è libero dalle pressioni che lo hanno stritolato negli ultimi anni: la Rossa, ormai è chiaro, ha scelto Leclerc per il suo futuro. Venuto meno il giogo che tanto lo ha fatto penare, Vettel potrebbe essere pronto a risorgere dalle proprie ceneri, per far vedere di che pasta è ancora fatto. Certo, i forti dubbi sulla competitività della SF1000 portano ad escludere che Vettel possa trovarsi nelle condizioni che predilige, con una monoposto in grado di farlo partire davanti senza patire la concorrenza, ma il suo canto del cigno con la Ferrari potrebbe riservare qualche sorpresa a chi lo considera bollito. 

Foto: Andrea Lorenzina e Stefano Arcari (PLAN image)

Pubblicità