Formula 1. General Motors, ecco il vantaggio che l’undicesimo team avrà sulla concorrenza

Formula 1. General Motors, ecco il vantaggio che l’undicesimo team avrà sulla concorrenza
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L'undicesimo team destinato a fare il suo ingresso in Formula 1 nel 2026 sotto l'egida di General Motors può sfruttare un vantaggio che le scuderie già presenti non avranno
26 novembre 2024

L’undicesimo team che si aggiungerà allo schieramento della Formula 1 avrà un piccolo vantaggio rispetto alla concorrenza in quello che sarà un avvicinamento non semplice a una categoria sempre più complessa. È notizia di ieri il dietro front della FOM sulla candidatura all’ingresso di quella che fino a pochi mesi fa era una cordata capitanata da Andretti Global, con il supporto di General Motors attraverso il suo marchio, Cadillac.

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Che cosa sia cambiato nel lasso di tempo intercorso tra il rifiuto iniziale e l’annuncio di ieri è abbastanza evidente. Michael Andretti, prima al comando di Andretti Global, ha lasciato la guida del gruppo, e di conseguenza l’operatività del progetto, passata nelle mani del suo socio, Dan Towriss. È lui il CEO di TWG Global, l’azienda menzionata nella nota stampa diffusa dalla F1 che altro non è che la controllante, tra le altre società, di Andretti Global.

Da tutto questo si evince che fosse Michael Andretti la persona non grata la cui assenza ha riportato in auge la cordata. L’unico segnale che ricorda la genesi del progetto è la presenza del patriarca di casa Andretti, il campione del mondo 1978 di Formula 1 Mario, cui è stato affidato il ruolo di ambassador, oltre alla partecipazione al consiglio di amministrazione. Una volta eliminata o quasi l’ingerenza diretta del clan Andretti, si è dato il via libera.

Del resto, a parte questo cambiamento poco o nulla si è spostato rispetto a marzo, se non – stando a quanto si spiega nella nota diffusa alla stampa dalla F1 – una conferma da parte di General Motors dell’intenzione di essere coinvolta in maniera capillare nel progetto anche prima di diventare costruttore ufficiale. Trasformazione, questa, che inizialmente era prevista per il 2028, mentre ora si parla genericamente di “prima del 2030”.

Da un lato l’apporto alla causa di un costruttore come General Motors, statunitense come la proprietà attuale della F1, può garantire una certa potenza di fuoco. Dall’altro, però, Andretti ha posto delle basi importantissime per il progetto. Nonostante il gran rifiuto incassato a marzo, il lavoro in ottica 2026 è continuato, sfruttando la galleria del vento della Toyota a Colonia. Grazie a una campagna di reclutamento massiva, che ha visto l’acquisto di pezzi da Novanta come l’ex CTO della F1, Pat Symonds, e Nick Chester, ex Renault, la preparazione per il 2026 è continuata.

La fiducia riposta in un dietro-front da parte della proprietà commerciale della Formula 1 ha fatto sì che il futuro undicesimo team abbia già sviluppato un telaio, oltre agli studi sull’aerodinamica. È la condizione necessaria affinché la futura scuderia possa sfruttare un vantaggio che nessun altro concorrente ha. Non essendo di fatto ancora schierata in F1, non è soggetta ai vincoli che impediscono agli attuali team di lavorare alle monoposto 2026 prima del 1° gennaio 2025.

Ma c’è di più, perché la scuderia non rientra nemmeno nelle restrizioni riguardo alle ore spese in galleria del vento e per l’analisi CFD cui sono costretti i team attuali, con una proporzionalità inversa tra il tempo a disposizione e la posizione in campionato. Sono queste le armi con cui la scuderia di General Motors cercherà di compensare lo svantaggio dovuto alle dimensioni per ora contenute dell’organigramma e all’inesperienza. In cosa si tradurrà tutto questo lo scopriremo solo nel 2026.

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