Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Due volte campione del mondo di F.1 nel 1972 con la Lotus e nel 1974 con la McLaren battendo all'ultima gara Clay Regazzoni con la Ferrari. Quando si parla di Emerson Fittipaldi, nella memoria collettiva, restano le imprese del "rato" come lo chiamavano quando faceva solo il pilota. Archiviata l'esperienza in pista al volante, dopo aver vinto per due volte la mitica 500 Miglia di Indianapolis, per l'ex pilota brasiliano ormai residente in Italia sul lago di Garda, si apre una carriera da politico. E' infatti candidato nelle liste di Fratelli d'Italia per la circoscrizione Sud America alle prossime elezioni politiche del 25 settembre. Nei box di Spa Francorchamps, in Belgio, dove si svolge il Gran Premio, Fittipaldi è come sempre presente nelle vesti di manager del figlio più piccolo e dei nipoti Pietro ed Enzo, uno impegnato in F.2 e l'altro collaudatore della Haas F.1
E la domanda a questo punto sorge spontanea: ma come le è venuto in mente di buttarsi in politica e candidarsi alle prossime elezioni?
"Veramente è stata una idea di un mio amico deputato che mi ha detto: ma perché non ti candidi in politica per gli italiani all'estero? Ci ho pensato, ho detto perché no e mi hanno inserito nelle liste del partito di Giorgia Meloni".
- Quindi non è stata una scelta precisa ma una proposta di un amico. Lei è sempre stato un simbolo amato dagli sportivi, sa che il partito dell'onorevole Meloni ha una aurea divisiva per alcuni italiani, non rischia di essere contestato anche lei?
"Perché? Non capisco. Io credo nei valori cristiani che in Europa si sono persi e Giorgia Meloni crede fermamente in questi valori, nella famiglia. E' stata ministro dello sport in passato e io voglio occuparmi di sport. Vedo i giovani alle prese con i cellulari, gli ipad, i social, ma lo sport è l'elemento che fa la differenza e io voglio essere d'esempio per questi ragazzi, fare qualcosa di bello e unire, non certo dividere".
- Quindi deputato per caso, si potrebbe dire. Ma non è che sia stata una scelta e una adesione un po' superficiale?
"Me lo hanno chiesto, mi hanno mostrato una condivisione dei valori in cui credo, dalla religione alla famiglia e con la prospettiva di fare qualcosa di buono per i ragazzi e lo sport. In Brasile c'è una situazione difficile, vedo tanti ragazzi sbandati dove lo sport può aiutarli e tirarli fuori. Dio non voglia che torni il comunismo di Lula, non lo potrei accettare".
- Veramente lei dovrebbe occuparsi dell'Italia e dei giovani italiani, ma non teme di buttare via anni di reputazione e di affetto da parte di tantissimi che l'hanno seguita quando era pilota? In fondo Fratelli d'Italia ha posizioni estreme che creano discussioni e che, a volte con quei valori cristiani, come l'accoglienza, spesso sono in contrasto...
"Davvero? Perché dite questo? Non mi risulta e sono sorpreso dal sentire queste cose. Io faccio sport, voglio essere un elemento di unione e Giorgia mi sembra la persona che condivide i miei valori religiosi e familiari e me l'hanno presentata come politico di grande esperienza, con una visione precisa. Io voglio fare qualcosa di buono per i giovani, occuparmi di sport. Non conosco bene la situazione politica in Italia, conosco i valori in cui credo, mi hanno offerto questa opportunità e l'ho accettata".
Probabilmente senza sapere o capire perfettamente in cosa si è impegnato...