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Il debutto della Ferrari SF-23 restyling nel weekend di gara del Gran Premio di Spagna 2023 di Formula 1 non ha sortito gli effetti sperati. Carlos Sainz, scattato dalla seconda piazzola in griglia, ha colto un quinto posto. Charles Leclerc, partito dalla pitlane dopo la sostituzione del retrotreno dovuta ai problemi accusati in qualifica, si è classificato fuori dai punti. Un bottino certamente inferiore a quelle che erano le aspettative della vigilia, anche se era chiaro che gli aggiornamenti non potessero rappresentare la panacea di tutti i mali della Rossa.
Dalle dichiarazioni di Charles Leclerc nel post gara emerge una chiara mancanza di fiducia nelle prestazioni della vettura. Le hard che ha montato nel primo stint, nel tentativo di allungare rispetto alla concorrenza, non hanno funzionato a dovere, costringendo Charles a un pit stop anticipato rispetto alle previsioni, al giro numero 17. La stessa mescola, però, nell’ultimo stint ha avuto un comportamento migliore.
A proposito della decisione di montare le hard a fine gara, vale la pena notare la conversazione tra Leclerc e il suo ingegnere di pista, Xavier Marcos Padros. Quando quest’ultimo ha comunicato a Charles la scelta delle hard, Leclerc si è opposto. Padros si è limitato a rispondergli “ok, ricevuto”, attendendo l’ultimo secondo utile per dirgli che gli avrebbero comunque montato le hard. Qui non vogliamo contestare la decisione, ma le modalità con cui è arrivata.
Le scuderie hanno accesso a un numero maggiore di informazioni rispetto ai piloti nel corso della gara, quindi è legittimo che la Ferrari sia rimasta sulla posizione iniziale senza assecondare Leclerc. Quello che non va è lo stile comunicativo di Padros, che ancora una volta mostra scarso polso nel comunicare con efficacia con il proprio pilota. Un’esitazione, questa, che non fa altro che innervosire Leclerc, che si è chiuso in un mutismo selettivo fino al termine della corsa.
Se Leclerc non ride, nemmeno Sainz ha di che gioire. Nel suo caso, lo stint più problematico è stato quello centrale, con le medie. In preda al graining, Sainz è stato passato da George Russell, che, nell’arco del giro successivo, gli ha rifilato due secondi di distacco. Si dirà che la gomma di Sainz aveva dieci giri in più sul groppone rispetto a quella di Russell, ma è solamente un’attenuante parziale a quella che può essere tranquillamente la fotografia della gara della Rossa. E Sainz, peraltro, nello stint con le medie ha perso moltissimo terreno.
"Abbiamo accusato problemi in linea con le ultime gare – ha osservato il team principal della Ferrari, Frédéric Vasseur, ai microfoni di Sky dopo il GP -. Le potenzialità ci sono, e in qualifica abbiamo mostrato un passo discreto, che ha portato Carlos in prima fila. Ci sono incongruenze nella gestione delle gomme, non è questione di degrado”. E sono proprio queste incongruenze il segnale che il problema principale della Ferrari non è stato risolto.
La SF-23 continua ad offrire prestazioni molto diverse a parità di gomma, segno che il carico di benzina influenza ancora il comportamento della vettura. La finestra di utilizzo della monoposto di Maranello non pare essersi ampliata, e il risultato è che la SF-23 è ancora un enigma, come lo era d’altronde ai tempi in cui questi aggiornamenti sono stati deliberati. Forse il problema sta proprio qui, nella necessità di intervenire con urgenza su un pacchetto che non si era ancora compreso appieno.
A Barcellona, pista che anche con il nuovo layout rappresenta un’ottima cartina al tornasole delle prestazioni delle vetture, la SF-23 non ha passato l’esame. La cattiva notizia è che alle spalle di una dominante Red Bull si è rivista la Mercedes. La W14 facelift si è rivelata molto performante al Circuit de Barcelona-Catalunya, grazie al piano B che era stato concepito da tempo, prima dell’inizio della stagione. E il doppio podio di Lewis Hamilton e George Russell, con quest’ultimo in rimonta dalla dodicesima posizione, è uno schiaffo in pieno volto per una Ferrari che cerca ancora risposte.