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L'eredità è di quelle pesanti e l'obiettivo non ammette dubbi: Fred Vasseur, responsabile del team Ferrari F.1, lo sa eppure garantisce che la notte riesce ancora a dormire bene: "Forse le notti sono troppo brevi e il lavoro da fare è tanto - dice durante l'incontro con la stampa italiana a Maranello - ma opero nel motorsport da oltre 30 anni e se non sentissi sempre la pressione di fare bene, allora vorrebbe dire che non sto lavorando bene, per cui so che c'è tanto da fare ma fa parte del gioco". Maglione blu, tono informale, il primo giorno con la stampa italiana segue di poche settimane il primo giorno di lavoro alla Ferrari sulla poltrona che è stata fino al 31 dicembre di Mattia Binotto ma in precedenza anche di Jean Todt, francese come lui: "Direi che sono cambiati i tempi e che non si possono fare paragoni. Todt ha impiegato sei anni prima di vincere il mondiale? Io mi auguro e spero di metterci molto meno. D'altronde, se sei alla Ferrari l'obiettivo è solo uno: vincere".
Per Fred Vasseur, francese - è nato il 28 maggio 1968 a Draveil - sposato, quattro figli, l'occasione della Ferrari era troppo ghiotta per farsela scappare, ma ha confessato di averci pensato su: "È un cambiamento radicale nella mia vita. Quando il presidente John Elkann mi ha fatto l'offerta, ne ho parlato a casa con mia moglie e lei mi ha risposto: perché no? E allora ho accettato. Alla Ferrari non puoi dire di no". E con Binotto in che rapporti si è lasciato? "Bene, anzi è stato molto carino da parte sua introdurmi a Maranello quando sono arrivato qui, mi ha presentato i vari responsabili del team, alcuni li conoscevo già perché da squadra cliente (Alfa Romeo Sauber, ndr) ero già stato qui. E' stato un gesto molto bello da parte sua".
Ufficialmente si è insediato al timone del team il 9 gennaio, quindi ancora poco tempo per capire la complessa macchina operativa della squadra e il 14 febbraio ci sarà la presentazione della nuova monoposto, sigla di progetto 675, nome probabile SF23: "In questa fase posso fare ben poco. Non sono un ingegnere, non sono un aerodinamico, non sono un meccanico, quindi il mio ruolo è molto chiaro. In questa fase posso solo lavorare sullo spirito di squadra, creare il gruppo, incentivare la gente. Ci vuole tempo per fare cambiamenti. Per una vettura ci vuole un anno e più, per la struttura anche, quindi non ho molto da fare in questa fase: la macchina è già pronta, il team è già formato quindi mi resta solo da conoscere le persone, capire e incoraggiare il gruppo, che è formato da eccellenze di alto livello".
Si è parlato anche del rinnovo del contratto di Leclerc e di alcuni dubbi su Sainz, come sarà il futuro dei due piloti? "Troppo presto per parlarne. Conosco Leclerc perché abbiamo lavorato insieme alla Sauber Alfa Romeo e abbiamo un buon rapporto, per Sainz posso dire che quando ero alla Renault l'ho voluto io, perché avevo visto che è un pilota consistente e in continua crescita e lo abbiamo fatto uscire dall'orbita Red Bull, sarà il cronometro a fare le gerarchie e al momento giusto parleremo di contratti e rinnovi". Cosa ci può dire della nuova Ferrari che vedremo il 14 febbraio? "Che è una Ferrari, bellissima e rossa..." e ci ride sopra.
Nei 40 minuti di chiacchierata con i 26 giornalisti presenti nella sala prove dei pit stop nella nuova Gestione Sportiva, Fred Vasseur ha risposto alle varie curiosità, non ultima sulla macchina di servizio in uso. Jean Todt il primo giorno arrivò con una Mercedes a Maranello, lei si farà dare una Ferrari? "Io veramente uso una Alfa Romeo Stelvio e mi trovo benissimo per cui non vedo perché dovrei cambiare la mia Stelvio che è perfetta per le mie necessità". E con la famiglia? Il cambio è radicale..."Ho trovato casa vicino a Maranello e fra poco verrà qui anche la mia famiglia, è stato un cambiamento che ha riguardato anche loro e lo vivremo insieme". Inutile allora chiedere gli obiettivi della stagione..."Il presidente John Elkann mi ha detto solo una cosa: vincere. Sarà difficile perché i rivali sono forti, ma è la nostra unica opzione".