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Più che in Formula 1, ormai sembra di stare in una telenovela. Sospetti, accuse velate, monoposto replicanti: ed è subito soap opera. In Ungheria, oltre alla Racing Point RP20, una W10 clonata ad hoc, a far parlare di sé è anche il motore della Mercedes per la stagione 2020, che, nonostante le direttive tecniche stringenti in questo ambito diramate dalla FIA per il campionato in corso, ha fatto un salto di qualità. Mattia Binotto, dopo le qualifiche all'Hungaroring, ha lanciato il sasso in modo sornione: «è singolare vedere la differenza sui pochi tratti di rettifilo di questa pista tra alcune vetture e il resto del lotto». Leggi: Mercedes e scuderie clienti, naturalmente. Tralasciando la Racing Point, anche la Williams è risorta, approdando alla Q2 con entrambi i piloti. Ma Binotto ad inizio settimana aveva anche imputato le diffcoltà della Rossa in ambito motoristico alle famigerate direttive tecniche.
E quel volpone di Toto Wolff che fa? Come prima cosa, la tocca piano: «la storia delle direttive tecniche è una stronzata - parolaccia sua, non nostra -. C'è un regolamento chiaro sulle power unit». E poi racconta cosa successe a fine anno scorso: «Ci furono dei chiarimenti ad Austin: ci fu detto cosa si poteva fare e cosa no. Informazioni importanti, ma nulla di sorprendente, visto che la situazione era già chiara per chi rispettava le regole». E anche qui, possiamo leggere una frecciatina in direzione Maranello, alla luce dell'accordo segreto con la FIA di qualche mese fa. Ma, soprattutto, Wolff definisce «ironico» il fatto che il suo team sia stato spinto a nuovi livelli di competitività dalla concorrenza. «Siamo arrivati quasi al burnout per sviluppare e innovare per colmare il gap a livello di performance tra 2019 e 2020».
Ma tra Binotto e Wolff volano stracci anche per quanto riguarda il nuovo Patto della Concordia. Binotto ha fatto sapere che la Ferrari è pronta a firmare il nuovo accordo, ma che altri team non sono altrettanto soddisfatti. E Wolff, ai microfoni di Autosport, morde: «Non so perché altri team abbiano fatto commenti ridicoli - incalza -. Diventano lo zimbello di tutti. Le negoziazioni dovrebbero avere luogo a porte chiuse, senza commenti dalle parti interessate». Wolff assicura che l'intenzione della Mercedes è quella di restare in F1, ma ci sono alcune clausole che non sono di gradimento della casa di Stoccarda. Ed è lecito supporre che si possa trattare di qualcosa legato proprio alla Ferrari, il cui status di team storico ha molto peso politico. Per ora i due avversari si limitano a studiarsi, come un serpente che misura accuratamente la preda prima di ingoiarla, ma siamo sicuri che non sia finita qui.