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Vedendo Carlos Sainz sul podio a Montecarlo, è inevitabile percepire una nota di rimpianto. Perché la Ferrari, con il primo podio stagionale, è riuscita ad allungare sulla McLaren in classifica costruttori, ma avrebbe potuto fare di più se Charles Leclerc fosse partito dalla pole position conquistata ieri, senza tornare mestamente con i piedi per terra nel giro di installazione prima di collocarsi sullo schieramento. In mattinata, i tifosi della Rossa avevano tirato un sospiro di sollievo quando la Ferrari, tramite un comunicato stampa, aveva fatto sapere che il cambio di Charles, dopo l’incidente in qualifica di ieri, non sarebbe stato sostituito. Ma l’incantesimo si è spezzato ancora prima che la gara iniziasse.
Leclerc si è subito reso conto che qualcosa non andasse. Via radio, Charles ha parlato di problemi al cambio, ma la causa ufficiale comunicata dalla Ferrari è la rottura del semiasse sinistro, dalla parte opposta rispetto allo schianto alle Piscine, occorso sul lato destro della sua SF21. È un ritiro pesantissimo, non solo per il morale del team e di Leclerc, ma pure per i tifosi. E inevitabilmente se ne discuterà molto. Il weekend ha preso una piega complessa con l’errore di Leclerc, che ha trovato il limite nel più crudele dei modi, come spesso accade a Montecarlo, pista in cui anche i fuoriclasse sbagliano. Il confine fra il trionfo e il disastro è labile, sulle tortuose stradine del Principato. Leclerc lo ha scoperto nel peggiore dei modi.
Gli estimatori delle teorie del complotto, ieri, vedendo Leclerc a muro, avevano addirittura ipotizzato un’intenzionalità del monegasco. Ma la teoria del complotto non regge, perché impattare con le barriere può costare carissimo, come illustrato nel peggiore dei modi proprio da Charles. Ma, oltre alle colpe di Leclerc, anche la Rossa sale inevitabilmente sul banco degli imputati, perché un ritiro del genere, dopo le accurate verifiche in seguito all’incidente, è difficile da digerire. Soprattutto per un team del blasone della Rossa. Binotto, nel post gara, ha spiegato che quanto occorso a Leclerc potrebbe non essere una conseguenza dell'incidente di ieri. Solo ulteriori verifiche potranno chiarire il quadro. Ma, a prescindere dalle colpe, c'è un dato di fatto.
Visto che Montecarlo rappresenta un unicum nel calendario, è un’occasione persa che brucia moltissimo. Il fatto che un secondo posto suoni come una sconfitta è certamente positivo. A conti fatti, con il disastro fantozziano di Valtteri Bottas ai box, Leclerc avrebbe potuto vincere, con Sainz terzo. E, con Norris quarto e Ricciardo fuori dai punti, il bottino sarebbe stato succoso per la scuderia di Maranello. Con i se e con i ma non si fa nulla, tristemente. Ma la chance di vittoria a Monaco, allo stato attuale delle cose, per la Rossa era più unica che rara. E la Ferrari, così come Charles, resta incompiuta. Chi troppo osa, nulla stringe. Ma una nota positiva, a Monaco, c'è. La Ferrari, nello scegliere Sainz lo scorso anno, ci ha visto lungo. Che se lo tengano stretto.