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Il Gran Premio dell’Arabia Saudita 2024 ha esposto al mondo i valori in campo in questa prima parte della stagione di Formula 1. E la buona notizia è che la Ferrari è risultata nettamente la seconda forza del mondiale. Per capire il perché di questa chiarezza, basta sentire che cosa hanno detto i protagonisti della gara. “La cosa incredibile è il modo in cui ho potuto spingere – ha osservato Oliver Bearman, con la freschezza di chi è al primo GP in carriera -. Specialmente in quegli ultimi giri in cui avevo Norris e Hamilton dietro di me con le soft, ho inanellato un giro da qualifica dopo l'altro”.
A Bearman basterebbe un altro paio di GP per rendersi conto che non è sempre così, anzi. La Formula 1 nell’arco di una settimana è passata dalla pista che più mette alla prova gli pneumatici a quella in cui la tenuta è migliore. A Jeddah sono stati due i fattori decisivi in questo senso. In primo luogo l’asfalto, molto liscio e quindi poco abrasivo. E la scelta conservativa in termini di mescole da parte di Pirelli. La Safety Car causata dall’incidente di Lance Stroll ha indotto i team a calzare le hard alla maggior parte dei piloti, ma probabilmente i quasi 50 giri che rimanevano avrebbero potuto essere affrontati anche con le medie.
In queste condizioni, a livello di gomme il compito cambia, come ha spiegato Charles Leclerc dopo la gara. “Il degrado qui era nullo. Il problema era mandare gli pneumatici in temperatura. Sembrava che la Red Bull fosse in grado di farlo più velocemente di noi ed è così che hanno consolidato il loro vantaggio nei nostri confronti”. Queste considerazioni di Leclerc trovano un riscontro nei tempi. Dopo una prima parte dello stint meno efficace, Charles riusciva a estrarre il massimo dal pacchetto.
La differenza sostanziale tra la Red Bull e la Ferrari, insomma, si esprime nella costanza di rendimento. La Red Bull RB20 riesce a essere efficiente sul dritto come le macchine più scariche e performante in curva come quelle più cariche. La Rossa, dal canto suo, è per distacco la seconda forza del mondiale, seguita da una McLaren piantata sul dritto, soprattutto a DRS aperto, un’Aston Martin molto efficace sul giro secco, soprattutto grazie all’accurato lavoro di preparazione di Fernando Alonso e una Mercedes devastata dal porpoising e troppo scarica per essere efficace in curva.
Appurato che la Ferrari è la seconda forza del mondiale 2024, in cosa può migliorare la SF-24? A differenza di quanto succedeva lo scorso anno, la Rossa fatica ad entrare nella corretta finestra di utilizzo delle gomme, soprattutto per quanto riguarda le posteriori. È per questo motivo che la SF-24 risulta più efficace nella seconda parte dello stint in gara e in qualifica, pur con un eccelso interprete del giro secco come Leclerc, si percepisce una necessità di preparazione maggiore.
La Ferrari SF-24, insomma, non riesce a generare abbastanza carico al posteriore. Tenendo conto che le sospensioni sono state significativamente modificate rispetto allo scorso anno, la scuderia di Maranello potrebbe dover affinare qualcosa al retrotreno, probabilmente anche attraverso degli aggiornamenti. Considerando il punto di partenza – una monoposto, la SF-23, che in pista si comportava sempre come se avesse i nervi a fior di pelle – in Ferrari è stato svolto un ottimo lavoro. Che può ulteriormente essere affinato. E anche questa è una buona notizia.