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La Ferrari è finalmente tornata alla vittoria nel Gran Premio d’Australia 2024 di Formula 1, e a imporsi è stato di nuovo Carlos Sainz, capace di strappare un successo insperato in condizioni fisiche tutt’altro che ideali. È indubbiamente un brutto colpo al morale per Charles Leclerc, anche se non ha lasciato trasparire il suo disappunto durante i festeggiamenti per la doppietta conseguita a Melbourne. Qualcuno è arrivato persino a rimpiangere la scelta della Ferrari per la stagione 2025, sostenendo che sarebbe stato meglio preferire Sainz a Leclerc. Un giudizio lapidario, e soprattutto prematuro.
Ma cosa è andato storto nel weekend di Melbourne di Leclerc? La possibilità di vincere Charles di fatto se l’è giocata in qualifica, occasione in cui non è riuscito a sfruttare il suo indubbio senso per il giro secco per via di una mancanza di feeling con la sua monoposto. Per cercare di porre rimedio al sottosterzo che lo infastidiva, Leclerc ha disposto una regolazione dell’ala anteriore troppo aggressiva, che ha portato la monoposto a eccedere nel senso opposto, con un sovrasterzo che ha fortemente condizionato il suo spunto nell’ultimo tentativo della Q3.
Leclerc ha un approccio istintivo alla guida. Corre con il cuore. È questa modalità che in passato gli ha consentito di andare oltre il potenziale della propria monoposto. Ma la Ferrari SF-24, la sua compagna di avventura per questa stagione, è molto diversa dalle vetture che l’hanno preceduta. La SF-23 si accendeva subito sul giro secco, un pregio che in gara diventava un difetto, portando a un eccessivo degrado delle gomme. La SF-24, concepita per superare questo limite, ha bisogno di un po’ di lavoro di fino per tirare fuori il meglio in qualifica.
Serve una particolare attenzione nella preparazione per il giro buono, portando le gomme nella finestra ideale di utilizzo in un momento in cui possono essere sfruttate senza che il traffico mandi all’aria il lavoro svolto per farlo. Naturalmente Leclerc in questo sforzo non deve essere lasciato solo. Fondamentale è il dialogo con l’ingegnere di pista, e in questo Xavi Marcos dovrebbe fare un salto in avanti. Così Leclerc si ritroverebbe nelle condizioni ideali per potersi esprimere al meglio in un frangente in cui può fare davvero la differenza.
A Leclerc gioverebbe un approccio più razionale, studiato, ai suoi weekend di gara. Con una buona base come la Ferrari SF-24 a disposizione, dei feedback puntuali e ragionati sull’assetto potrebbero fare la differenza in termini di fiducia del pilota nei confronti del mezzo. Sono doti, queste, che si affinano nel tempo, accumulando esperienza. Per completare il suo percorso di crescita, serve un lavoro di fino sugli aspetti meno immediati per un pilota che fa del senso per la guida il fulcro della sua condotta in pista.
È tutto fuorché un compito fuori dalla portata per un pilota dal talento indubbio come Leclerc. È molto più difficile alzare l’asticella in termini di pilotaggio, portandosi al vero limite della vettura – cosa che Leclerc riesce a fare benissimo – di quanto non lo sia fare un salto in avanti sulla preparazione del weekend. Il potenziale di Leclerc è notevole, ed è proprio questo il motivo per cui la Ferrari ha fatto bene a preferirlo a Carlos Sainz, pilota solido e concreto, nonché molto intelligente, che non ha però le stesse doti innate di Charles. Adesso sta a Leclerc fare tesoro della lezioni imparata a Melbourne per dimostrarlo anche a chi è scettico.