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Charles Leclerc e Lewis Hamilton, i due piloti della Ferrari per la stagione 2025 di Formula 1, costituiscono la miglior coppia in griglia? Visto il loro talento, è una domanda lecita. Per rispondere non ci limiteremo ad analizzare le loro qualità, ma andremo a stilare la classifica delle cinque line-up più competitive nel Circus oggi.
Vi chiederete come sia possibile che una coppia in cui figura il dominatore della Formula 1 attuale, Max Verstappen, possa trovarsi così in basso in classifica. Ma se c'è qualcosa che abbiamo imparato nella stagione 2024, è che senza una macchina sensazionale nemmeno Verstappen può giocarsi da solo il mondiale Costruttori. Max è talmente talentuoso da aver costituito un paradossale limite per la Red Bull. La sua capacità di esaltarsi con vetture la cui instabiità al posteriore avrebbe fatto tremare i polsi a buona parte della concorrenza da un lato gli ha permesso di alzare l'asticella dal punto di vista delle prestazioni, ma dall'altra ha nascosto i prodromi di quelle magagne che nel 2024 gli avrebbero fatto definire la RB20 un "mostro inguidabile" a Monza.
Il peculiare stile di guida di Verstappen, amante di monoposto dall'anteriore fin troppo preciso, è molto difficile da replicare, e non sarà un compito agevole nemmeno per Liam Lawson, nonostante quest'ultimo sia stato scelto anche per le relative analogie con Max in termini di preferenze al volante. Con soli 11 GP all'attivo, per giunta distribuiti nell'arco di due stagioni, Liam non è esattamente mandato allo sbaraglio, ma non è nemmeno sufficientemente preparato a un ruolo delicato come quello del secondo di Verstappen. Se da un lato il suo carattere volitivo e l'evidente determinazione che non abbiamo potuto fare a meno di notare mentre lo intervistavamo ad Abu Dhabi sono un bene prezioso, dall'altro Lawson oggi è ancora un oggetto misterioso, che nelle categorie minori ha sì mostrato versatilità, ma non i picchi di qualcun altro presente in questa classifica. Per questo, la line-up della Red Bull è sulla carta la più debole dei top team.
Quando è stato ufficializzato il passaggio di Carlos Sainz in Williams, il team principal James Vowles ha sostenuto che lo spagnolo con Alex Albon formasse la coppia più competitiva dell'intera griglia. Un'affermazione indubbiamente azzardata, che però nasconde un fondo di verità. Sainz e Albon non sono la line-up più efficace, ma costituiscono indubbiamente un duo molto solido, e prezioso per una scuderia che nei prossimi anni dovrà cercare di farsi strada a centro classifica. Sainz ha dalla sua una spiccata intelligenza tattica, con un piglio ragionato da ingegnere che lo rende molto costante, anche se non mostra i picchi di altri concorrenti. Carlos è determinato e tenace. Lo ha dimostrato vincendo il GP d'Australia a due settimane dall'appendicectomia subita in Arabia Saudita lo scorso anno, arrivando a emozionare persino il suo boss, Fred Vasseur. E ha una feroce convinzione nelle sue abilità.
Sarà molto interessante vedere come Albon reagirà alla competizione di Sainz, visto quanto successo con Franco Colapinto. Abituato da tempo a confrontarsi con piloti nettamente inferiori rispetto a lui, Alex probabilmente si era seduto sugli allori, e ha finito per sottovalutare le potenzialità di Colapinto, facendosi fregare dall'argentino in diverse circostanze. Riuscirà a ritrovare la solidità che aveva contraddistinto la sua esperienza in Williams fino a quel momento? Una cosa è certa, comunque. L'apporto di Albon alla scuderia di Grove va ben oltre le prestazioni in pista, visto che Vowles ha parlato più volte delle doti da leader che ne fanno un motivatore all'interno di un team che per ritrovare smalto deve subire un'evoluzione complessa.
C'è un motivo se Toto Wolff ha fatto di tutto per tenersi stretto Andrea Kimi Antonelli, arrivando a promuoverlo direttamente in Mercedes, dove occuperà il sedile lasciato vacante da Lewis Hamilton. La ragione è risultata evidente anche a chi non conosceva il talento italiano nel primo tentativo lanciato colto da lui a Monza. Non era una questione legata al crono in sé, quanto alla capacità di fondersi con la monoposto, esprimendo una velocità di tutto rispetto. Certe caratteristiche i piloti le hanno o meno, e il senso per il giro secco è una di queste, non si impara. Antonelli nel suo primo anno in F1 sbaglierà, come è successo a Monza dopo quel giro sublime e come è inevitabile che sia nel percorso di un rookie. Ma ha un potenziale straordinario, che sicuramente comincerà a mostrare sin dal primo anno in F1.
George Russell, dal canto suo, può fregiarsi del fatto di aver battuto Lewis Hamilton nel 2024, soprattutto grazie ai suoi guizzi sul giro secco con una vettura, la W15, spesso capricciosa e dalla finestra di utilizzo ideale minuscola. Anche se Lewis non è più il qualificatore implacabile di un tempo, si tratta comunque di una bella prova di forza da parte di un pilota che negli ultimi anni è cresciuto parecchio. Pur restando a nostro avviso un gradino sotto a certi suoi coevi - come Max Verstappen e Charles Leclerc - Russell ha saputo affinare le sue armi, e ha dalla sua una certa assertività nelle comunicazioni con i box. Resta, però, una certa tendenza da parte sua a esagerare in frangenti in cui anziché tormentare le gomme dovrebbe leggere meglio la gara e regolarsi di conseguenza. Con Antonelli, però, forma una coppia di tutto rispetto.
La coppia formata da Lando Norris e Oscar Piastri in McLaren in potenza potrebbe essere la migliore in assoluto in futuro, ma affinché succeda serve una certa crescita. Piastri nei suoi due anni in Formula 1 ha mostrato picchi da talento generazionale: non si coglie una prima fila a Suzuka per caso al primo tentativo utile, dopotutto. Ma Oscar si è rivelato pasticcione nella stagione in cui ha colto il suo primo successo nella massima categoria del motorsport. C'è ancora parecchio da sgrezzare nell'arsenale di armi di un talento che dalla sua ha una calma olimpica, quella dei forti. Piastri è consapevole di essere destinato a fare grandi cose, e si muove nel paddock con questa certezza. Ma nel 2025 dovrà essere più costante, sbagliare meno. Solo così potrà sfruttare il suo immenso potenziale.
Norris, dal canto suo, ha tutto quello che gli serve per vincere un mondiale in Formula 1. Gli manca solo un tassello fondamentale: credere davvero di poterlo fare. Il potere della convinzione è incredibile, e, soprattutto, dubitare delle proprie capacità è un esercizio che porta a un dispendio incredibile di energia. Che Norris sia stato tormentato dai suoi pensieri nel 2024 lo si capisce da certe sbavature, dal suo sguardo sbarrato prima di alcune partenze, dalle risposte arzigogolate a domande apparentemente semplici. Se dovesse sbloccarsi, sarebbe un'altra storia, viste le sue indubbie capacità sul giro secco e la lucidità che ha mostrato in alcune circostanze in gara. È il suo imperativo per un 2025 in cui la McLaren può avere un ruolo da protagonista.
La Ferrari si presenterà ai blocchi di partenza della stagione 2025 di Formula 1 con una coppia dal potenziale incredibile. Lewis Hamilton a Maranello non porterà con sé solamente il blasone dei suoi sette titoli mondiali, ma anche i frutti della sua esperienza di lunghissimo corso nel Circus. Avrà anche perso smalto sul giro secco - come è inevitabile che sia con il passare degli anni - ma la gara in rimonta vissuta ad Abu Dhabi, con quell'ultimo stint martellante con le medie in cui è andato a prendere Russell, dimostra che Lewis sulla lunghezza della corsa ha ancora la sensibilità e la capacità di leggere gli episodi necessarie a fare la differenza. Se a questo aggiungiamo la motivazione legata a un cambio di casacca epocale, ci sono tutti gli ingredienti per dare vita a qualcosa di speciale.
In Ferrari Hamilton troverà un pilota ormai pronto per vincere un titolo mondiale. Quando si racconta chi è Charles Leclerc, si tende spesso a privilegiare la sua forte componente emotiva, il suo grandissimo amore per la Rossa che in passato lo ha portato ripetutamente a cercare di portare il cuore oltre l'ostacolo, a volte combattendo contro la ragione. Ma il Leclerc di oggi è un pilota maturo, capace di cogliere tempi regolari come un metronomo per portarsi a casa una vittoria preziosa come quella di Monza, ottenuta con il cervello e non con il sentimento. Negli anni, Charles ha messo da parte la foga, rivelandosi un talento in grado di osare quando necessario e di misurare i suoi sforzi se non è il caso di strafare. Micidiale sul giro secco, Leclerc ha tutto per affermarsi. E chissà che la lotta per farlo non sia proprio con il suo compagno di squadra...