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È una Ferrari ridimensionata, quella che esce dalle qualifiche del Gran Premio d’Australia 2025 di Formula 1. La SF-25 si è rivelata estremamente capricciosa nel passaggio tra Q2 e Q3, quando le condizioni della pista sono cambiate in una maniera tale da renderla recalcitrante esattamente nel momento in cui serviva tirare fuori una zampata. Ma il distacco rimediato da Charles Leclerc e Lewis Hamilton a Melbourne non è chiaramente imputabile solo a questo cambiamento delle condizioni atmosferiche. E non si può nemmeno dire che la Rossa abbia deciso di sacrificare totalmente la qualifica di oggi in vista della potenziale gara sul bagnato di domani.
La SF-25 segna un cambio di concetto vettura che potrebbe rendere più complesso trovare una buona base da cui partire a livello di bilanciamento. E se l’equilibrio non è ottimale, queste vetture diventano sempre più capricciose più si avvicinano al loro limite prestazionale. I sette decimi rimediati da Leclerc nei confronti del poleman Lando Norris, comunque, sono troppi per non essere quantomeno distorti dalle circostanze. Il distacco tra Leclerc e Lewis Hamilton, invece, si è ridotto rispetto alle prove libere di ieri, anche se per il sette volte campione del mondo non sono state delle qualifiche semplici. L’affinamento che ancora gli manca per sfruttare al meglio la SF-25 nella delicata fase di transizione tra la frenata e la rotazione in curva si traduce nel gap di un paio di decimi che abbiamo visto oggi.
Il dato più pesante per la Ferrari oggi è rappresentato dal divario rimediato da Leclerc rispetto a Norris nel terzo settore, circa tre decimi. Un gap, questo, che potrebbe essere riconducibile alla gestione delle gomme. Trovare il giusto equlibrio nei primi due settori per mantenere le coperture nella corretta finestra di utilizzo nel terzo senza perdere grip non è un esercizio semplice. Ma la McLaren riesce a eseguire alla perfezione questa danza delicata. Che la scuderia di Woking abbia trovato il modo per sfruttare al meglio gli pneumatici lo si capisce dalla tendenza a mantenere le gomme in ottimo stato fino al termine dello stint, caratteristica della MCL38 che la MLC39 sembra aver ereditato.
La capacità di restare nella finestra di utilizzo ideale è la chiave che ha consentito a Norris e Piastri di costituire una classe a sé stante nella giornata di oggi, e non è una questione di strategia nella gestione da parte loro. Non hanno avuto bisogno di trovare un compromesso nei primi due settori per eccellere nel terzo, ci ha pensato la macchina. È quanto ipotizza lo stesso team principal della McLaren, Andrea Stella, fermo restando che – parole sue – le vetture non vengono progettate con questo livello di dettaglio. Che poi la MCL39 sia efficace in questo settore guidato dimostra l’efficacia aerodinamica della vettura. Ne esce il quadro di una vettura estremamente performante, che secondo George Russell farebbe terra bruciata sull’asciutto in gara.
Il terzo posto di Max Verstappen, invece, è tutta farina del suo sacco. Basti vedere il povero Liam Lawson, usato come cavia nella giornata di ieri e relegato nelle retrovie oggi. La RB21 è una belva molto difficile da domare, anche se vista nelle mani di Verstappen non sembrerebbe. È la benedizione, ma allo stesso tempo la condanna di una scuderia che da anni ha basato le sue fortune su un pilota il cui stile di guida è così peculiare da far sembrare docili vetture estremamente capricciose.
Con i suoi 11 GP all’attivo, Lawson non può riuscire ad avvicinarsi a Verstappen, per quanto i loro stili di guida siano meno lontani rispetto a quanto non fosse nel caso di Perez. Resta da capire se Max riuscirà a rendere la RB21 efficace anche in gara. Un conto è tirare fuori il massimo in qualifica, un altro sulla lunghezza della corsa: lo si è visto chiaramente con la RB20 lo scorso anno. Certo è che se dovesse piovere – e le previsioni suggeriscono scenari torrenziali – Verstappen sarebbe tranquillamente capace di costituire una classe a parte, con il suo atteggiamento sfrontato.
La Mercedes, dal canto suo, si è accesa quando, nel passaggio tra Q2 e Q3, la temperatura dell’asfalto è scesa per via delle nuvole che hanno coperto il sole. Sembra assurdo che un dettaglio del genere possa spostare i valori in campo, ma la verità è che queste vetture sono estremamente sensibili. Quanto visto oggi porta a pensare che la W16 possa essere più efficace con temperature più contenute, un po’ come accadeva alla monoposto che l’ha preceduta. Andrea Kimi Antonelli, dal canto suo, paga i detriti raccolti in curva 6, che hanno causato danni ingenti al fondo della sua monoposto e gli hanno impedito di passare il taglio della Q1. Prima dell’inizio del weekend di gara ha detto di non avere timori legati alla pioggia, ma è indubbio che scattare dalle retrovie sul bagnato, per di più in file occupate da diversi rookie, non è un compito semplice.
Partiranno invece decisamente più avanti Yuki Tsunoda e Alexander Albon, che costituiscono una terza fila sorprendente. Alla fine nella lotta interna alla Williams con Carlos Sainz l’ha spuntata l’inglese, che ha saputo usare la sua profonda conoscenza del concetto della macchina come un’arma efficace da sfruttare contro il suo nuovo compagno di squadra. Domani, però, è un altro giorno. E la pioggia potrebbe sparigliare le carte in tavola, andando a ribaltare quanto abbiamo visto oggi. La presenza di molti rookie sullo schieramento e i limiti fisici della pista sono gli ulteriori ingredienti per una corsa che potrebbe regalarci grandi colpi di scena. E se delle nuvole possono spostare i valori in campo, figuriamoci cosa può succedere con il diluvio.