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Nelle qualifiche del Gran Premio del Canada 2024 di Formula 1 la Ferrari ha incassato l’eliminazione di entrambi i piloti nella Q2. Charles Leclerc scatterà dall’undicesima posizione, con accanto il compagno di squadra Carlos Sainz, dodicesimo. Ma cosa è successo alla Rossa a Montréal? Un indizio sulle difficoltà della Ferrari arriva dal team radio di Sainz a caldo, subito dopo il ko nella Q2.
“Non avevamo grip”, ha sottolineato uno sconfortato Sainz al suo ingegnere di pista Riccardo Adami. In effetti, già nelle FP3 si intuiva una certa difficoltà della Rossa in curva rispetto alla concorrenza, da ricondurre a una mancanza di aderenza. Con la temperatura della pista molto contenuta – circa 30° - e un asfalto recentemente posato e scivoloso, sono ritornati in auge dei problemi che avevamo già visto in passato.
Che la Ferrari SF-24 non riesca ad “accendere” con decisione le gomme sul giro secco non è cosa nuova. Arrivare a sfruttare il picco di aderenza degli pneumatici soft nuovi non è per nulla semplice per la Rossa, soprattutto in condizioni come quelle che abbiamo visto in Canada. Il risultato di oggi, ha osservato il team principal della Ferrari, Fred Vasseur, è dovuto a una combinazione di fattori: “la mescola, l’asfalto, la temperatura e l’assetto”, oltre alla pressione delle gomme, variabile che Vasseur ha ripetutamente menzionato nel suo intervento a Sky Sport.
Leclerc – per sua ammissione “incazzato” per la performance della Rossa – ha sottolineato che in ogni caso lui e Sainz oscillavano “tra l’ottavo e il dodicesimo posto”, e anche un eventuale treno di gomme fresche non avrebbe risolto granché. “Il problema di questa qualifica è che non eravamo abbastanza veloci”, ha aggiunto con amarezza, lamentandosi di una McLaren che lo ha ostacolato.
In ogni caso, la difficoltà nel generare grip non ha riguardato solo le fasi iniziali del giro buono, ma anche il resto della tornata, come si poteva osservare negli on-board dei piloti della Ferrari. Verrebbe da pensare che la caotica giornata di ieri, insieme alla variabile dell'asfalto di difficile interpretazione nelle simulazioni, possa aver portato la Ferrari nella direzione sbagliata in termini di assetto.
Una cosa è certa. Con dei valori in campo così ravvicinati in qualifica, è molto semplice perdere terreno. Basti pensare a Lewis Hamilton, staccato di 280 millesimi dal poleman George Russell, ma settimo al via. O a Lando Norris, terzo pur avendo colto un tempo di soli 21 millesimi più lento rispetto a Russell. A Monaco era stata la Red Bull a scivolare indietro anche con Max Verstappen e non solo con Sergio Perez, francamente disastroso pure oggi. In Canada, invece, è toccato alla Ferrari faticare in qualifica. A Montréal, però, sorpassare non è un'impresa impossibile. Anche se partendo così indietro non sarà semplice farsi strada nella mischia.