Formula 1, disobbedienti e "trombati": Alain Prost

Formula 1, disobbedienti e "trombati": Alain Prost
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Ripercorriamo alcuni episodi indimenticabili della carriera di Alain Prost
21 marzo 2018

Per ogni pilota disobbediente, ne esiste almeno uno trombato. Storie che continuano a passeggiare a braccetto a distanza di anni.
Ebbene, potrà sembrare paradossale ma il pilota politico per antonomasia, Alain Prost, è stato anche il più trombato: il campione transalpino, vincitore di 4 titoli mondiali, è stato coprotagonista suo malgrado di episodi indimenticabili.

Senna, GP di San Marino 1989

La Formula 1 sbarca in Italia dopo il trionfale esordio di Nigel Mansell sulla Ferrari 640 al gp del Brasile (era il giorno di Pasqua, vale la pena ricordarlo n.d.r.). A Imola, Ayrton Senna scatta dalla pole, neanche dirlo. L'unico rischio corso al sabato dal brasiliano era derivato da un problema, aggiustato più che risolto, in sede di verifiche tecniche.

Qui non mi ferma nessuno, continua a ripetere e quel proclama vorrebbe proprio urlarlo. Al suo fianco sulla griglia di partenza, neanche dirlo, il compagno di scuderia Alain Prost: il Professore ha rimediato in qualifica appena 225 millesimi di distacco e sa di poter contare su un buon passo gara.

Superata anche una lieve intossicazione alimentare, il francese si presenta in pista domenica 23 aprile deciso a sfidare frontalmente il favoritissimo compagno. Al semaforo verde le posizioni tra i due rimangono invariate, con un Mansell nuovamente scalpitante per la gioia del popolo rosso.

Dura poco. Al terzo giro Gerhard Berger, l'altro alfiere ferrarista, si schianta alla curva del Tamburello e rimane imprigionato nell'abitacolo mentre la Ferrari numero 28 viene avvolta dalle fiamme.

Se gli uomini dell'antincendo della CEA sono universalmente soprannominati Leoni, un motivo c'è: l'austriaco se la cava con qualche bruciacchiatura alle mani e una costola incrinata, roba da ridere tutto sommato.

La gara viene sospesa ma in quei dieci minuti scarsi tra la bandiera rossa e la nuova partenza, Prost è quello che mentalmente riesce a resettare meglio di tutti e al via brucia Senna.

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Allora, oggi facciamo così....si erano parlati i due prima della gara, avevano stabilito che chi fosse scattato meglio avrebbe avuto il diritto di rimanere in testa sostanzialmente indisturbato.

Infatti Senna si infila ruvidamente alla Tosa e va a vincere. Sostanzialmente indisturbato, appunto. Prost accusa il colpo e, innervosito, alla Variante Bassa addirittura incappa in un testacoda.

Dopo la bandiera a scacchi gli girano talmente tanto che nel parco chiuso affronta Senna, avrebbe voglia di prenderlo a pugni, ma la presenza di giornalisti lo induce a rimandare il momento del chiarimento da uomo a uomo.

Quel giorno a Imola il rapporto tra Alain e Ayrton si incrina pericolosamente. Si erano sopportati senza problemi evidenti nella stagione precedente ma da quel momento il box della Mclaren assume le sembianze di due vulcani. Con l'aggravante di un'annata quasi intera da disputare e Ron Dennis totalmente sbilanciato a favore del brasiliano. Alla fine sarà Prost ad aggiudicarsi il Mondiale, tra le polemiche, non prima di avere firmato con la Ferrari.

Mansell, GP del Portogallo 1990

La proprietà commutativa all'ennesima potenza: pur con macchine diverse, il copione non cambia. Alain e Ayrton contro per la terza volta, come Cassius Clay e Joe Frazier. O come la trilogia del dollaro di Sergio Leone.

A fine settembre si corre in Portogallo e la pista dell'Estoril rappresenta una grande chance di doppietta per le rosse che in prova monopolizzano la prima fila. La pole però è di Mansell, in uscita da Maranello a fine stagione.

Farà la sua parte, Nigel, ci mancherebbe.
Tutti lo sostengono, nessuno ci crede realmente.

Al via la Ferrari con i baffi punta quella con il nasone stringendola minacciosamente contro il muretto: le Mclaren, scattate dalla seconda fila si ritrovano la strada spalancata. Mentre il Leone riesce a riportarsi al comando, per Prost la gara è ad handicap in tutti i sensi dovendo rimontare con problemi al cambio.

Quando è terzo e si prepara ad attaccare Senna, viene data bandiera rossa. Un disastro. Invece di recuperare in classifica nei confronti dell'odiato rivale, Prost riparte dal Portogallo con due punti persi per colpa del 'fuoco amico'. Pazzesco.

Il DS della Ferrari dell'epoca, Cesare Fiorio, prova incredibilmente a ridimensionare l'accaduto: si è trattato - questa la surreale spiegazione - di un semplice errore di Mansell che ha perso il controllo della 641 al semaforo verde, ma è fuori discussione che a fine gara avrebbe ceduto la strada al compagno.

Maledetta sfortuna, come il verso finale di una delle più belle canzoni di Vasco Rossi, 'Dillo alla luna', incisa proprio in quell'anno.
Prost è furibondo e lancia al mondo intero una sorta di anatema: oggi avete capito tutti come mai la Ferrari non vince il mondiale dal 1979, un team gestito così il mondiale non lo potrà mai vincere.

Per la cronaca, una settimana più tardi Mansell farà la sua parte a Jerez, coprendo le spalle al compagno mentre Senna sarà costretto al ritiro: sul podio i due addirittura si abbracciano, con loro c'è Nannini. Nessuno potrebbe immaginare la valenza storica di quella foto. Per la Ferrari inizia un digiuno che si interromperà quasi 4 anni dopo, per il pilota senese è l'ultima gara della carriera.

Arnoux, GP di Francia 1982

A questo punto è inevitabile risalire alle origini di quello che insieme alla pioggia, è stato l'incubo principale della carriera del francese, un incubo che gli ha insegnato ad essere diffidente verso tutto e tutti.

Dopo il brillante debutto nella massima formula con la Mclaren, a fine 1980 Alain viene ingaggiato dalla Renault per sostituire Jean-Pierre Jabouille, infortunatosi gravemente in Canada, dalla stagione successiva.

In una squadra tutta francese si ritrova un compagno di squadra velocissimo, con qualche anno (e un po'di esperienza) in più: quel Renè Arnoux rispettato anche dai tifosi italiani dopo Il Duello con Gilles a Digione nel 1979.

Nonostante le premesse, il ruolo di prima guida viene affidato a Prost e per Arnoux è un colpo basso, dopo due anni di sacrificio dedicati al complicato sviluppo della Renault turbo.

I risultati sembrano dare ragione alla scuderia: alla fine della prima stagione Alain totalizza 43 punti contro gli appena 11 del compagno.
Il dominio interno prosegue all'inizio del 1982 con Prost che piazza subito due colpi da k.o. inserendosi nel gruppo degli aspiranti al titolo mondiale.

A Monaco iniziano le scaramucce, i due si danno noia in prova e in gara. Ma la rottura definitiva arriva in Francia, con entrambe le Renault in prima fila: non paga di favorire Prost a livello di materiali, la Régie introduce gli ordini di scuderia voluti dal DS, Gérard Larrousse.

La classifica del mondiale in effetti giustifica la mossa, ma in gara Arnoux ignora 'le indicazioni' provenienti dal muretto box, tira dritto e trionfa. Quei punti persi in Francia dalla Renault numero 15 saranno non decisivi ma cruciali a fine stagione.

Repetita non iuvant....grave per il Professore non conoscere il latino!

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