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Carlos Sainz ha deciso tutto da solo. È stata sua la scelta di far sì che Lando Norris restasse in zona DRS mentre il Gran Premio di Singapore 2023 di Formula 1 volgeva al termine. Ha pensato che tenersi vicino Norris rappresentasse il minore dei mali, visto che Lando era il fondamentale tappo tra lui e George Russell. E mentre alle sue spalle Norris sfiorava il muro e Russell lo prendeva in pieno, Sainz non ha perso nemmeno per un secondo la concentrazione.
A Singapore il caldo e l’umidità creano una cappa soffocante che strema i piloti, portandoli molto vicino a perdere la concentrazione. E farlo, anche per solo un secondo, può compromettere la corsa. Sainz non solo non ha mai perso la bussola, ma ha anche avuto l’invidiabile lucidità di approcciare in modo razionale il finale di una corsa importantissima sia per lui che per la Ferrari, che torna alla vittoria dopo più di un anno di digiuno.
Sainz in questo periodo sta vivendo uno stato di grazia, frutto di un grande feeling con la sua Ferrari SF23. Lui e Leclerc sono ai poli opposti in termini di preferenze di guida, e la sottosterzante SF23 finisce per esaltare le sue qualità e generare invece frustrazione in Charles. Però ridurre il tutto al semplice connubio con la monoposto sarebbe un disservizio nei confronti di Sainz, che a Monza prima e a Singapore poi ha dimostrato una tenuta mentale di tutto rispetto.
Si dirà che la Ferrari ha dato priorità alla vittoria, costringendo Leclerc a un complicato ruolo da comprimario per cui, dopo aver fatto da tappo a protezione di Sainz, si è ritrovato bloccato in mezzo al traffico in pitlane mentre doveva riguadagnare la pista dopo il doppio pit stop. Ma un’occasione come quella di Singapore valeva il sacrificio della gara del pilota che sin dalle libere ha offerto prestazioni inferiori a quelle del compagno di squadra.
Il sacrificio di Leclerc non è stato vano proprio grazie alla tenuta mentale e all’arguzia tattica di Sainz nel momento in cui, dopo una lunga fase interlocutoria in cui i piloti hanno mantenuto un approccio conservativo, la gara si è finalmente accesa. Sainz ha avuto ragione di tre piloti che con lui erano racchiusi in appena 1,8 secondi sfruttando la sua capacità di riflettere anche sotto pressione.
L’assertività di Carlos Sainz è maldigerita da molti tifosi della Ferrari, che non capiscono il motivo per cui lo spagnolo non si piega al ruolo di seconda guida che gli attribuiscono nei confronti di Leclerc. A ben vedere, però, è proprio quella capacità di farsi valere, di non plasmarsi in qualcosa che non sente di essere, che lo ha portato ad affrontare la parte finale della gara con i suoi modi, e la sua strategia. Perché fare da guida è il miglior modo per essere ascoltati. E Carlos, che piaccia o meno, è abituato a fare di testa sua.