Formula 1. Da Mario Andretti a Logan Sargeant: i piloti americani nel Circus

Formula 1. Da Mario Andretti a Logan Sargeant: i piloti americani nel Circus
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Logan Sargeant, nuovo pilota della Williams, è il primo americano titolare in F1 dal 2007. Ma come se la sono cavata i suoi connazionali nel Circus?
6 febbraio 2023

Logan Sargeant, 22 anni, nel 2023 farà il suo debutto in Formula 1 con la Williams, diventando il primo statunitense a correre come titolare nel Circus dal 2007. Ma quali sono stati i risultati colti dai connazionali che l'hanno preceduto? I due piloti di maggior successo sono i campioni del mondo Phil Hill, iridato nel 1961 con la Ferrari, e Mario Andretti, trionfatore del mondiale 1978 con la Lotus. Classe 1927, Hill vinse il titolo con sole due vittorie all'attivo, vedendo premiare la costanza che l'aveva portato sul podio in sei delle sette gare disputate quella stagione. Specialista anche delle corse di durata - nel suo palmares figurano tre successi alla 24 Ore di Le Mans - venne definito da Enzo Ferrari un pilota "solido ed emotivo", "sicuro e redditizio soprattutto sui circuiti di alta velocità". Il Drake, inoltre, ne sottolineava l'esperienza da meccanico accumulata nel suo paese d'origine. Un bagaglio, questo, che a suo avviso lo rendeva perfetto per le gare con i prototipi, in cui alla velocità andava abbinata anche la sensibilità nella gestione della meccanica. 

Phil Hill, campione del mondo F1 1961 con la Ferrari
Phil Hill, campione del mondo F1 1961 con la Ferrari
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C'è molta Italia nei successi di Mario Andretti. "Piedone", infatti, nacque nel 1940 a Montona, città dell'Istria allora appartenente alla nostra nazione. Trasferitosi in Pennsylvania con la famiglia quando era solo un ragazzino, affrontò la trafila delle categorie minori negli USA, e cominciò ben presto a mostrare la grande versatilità che avrebbe caratterizzato la sua carriera futura, affrontando serie molto diverse tra loro. Amante di quelli che all'epoca venivano chiamati sport prototipi, Andretti vinse tre volte la 12 Ore di Sebring e salì più volte sul podio alla 24 Ore di Le Mans, senza però mai vincerla. La storia in F1 di Andretti, invece, è legata alla Lotus, scuderia con cui debuttò nel Circus nel GP degli USA del 1968 e con cui colse il titolo mondiale dieci anni più tardi. Il canto del cigno in F1 si consumò con la Ferrari, nel GP d'Italia del tragico 1982, in sostituzione di Didier Pironi, gravemente infortunatosi in Germania. Colse la pole, e il terzo posto in gara. Poi una parentesi lunghissima negli USA, dal 1983 al 1994, con il team di Paul Newman e Carl Haas, con cui vinse il titolo in Formula Cart nel 1984. 

Mario Andretti, campione del mondo F1 1978 con la Lotus
Mario Andretti, campione del mondo F1 1978 con la Lotus

Anche il figlio di Andretti, Michael, corse in F1. Ma la sua avventurà durò lo spazio di una sola stagione, in McLaren nel 1993, in cui fu schiacciato da un compagno di squadra temibile come Ayrton Senna. Ebbe invece maggior fortuna Dan Gurney, l'uomo che portò al debutto il casco integrale in F1, nel 1968. Pur non avendo mai vinto il mondiale - non andò oltre il quarto posto in carriera - era particolarmente apprezzato da Jim Clark. Ottenne il podio nella sua prima gara con la Ferrari, e vinse con Porsche e Brabham. Non solo: si tolse la soddisfazione di cogliere una vittoria con una monoposto che portava il suo nome. Sarebbe stato il suo ultimo successo in F1. 

Richie Ginther portò la Honda alla prima vittoria in F1 nel 1965
Richie Ginther portò la Honda alla prima vittoria in F1 nel 1965

Coevo di Phil Hill e Dan Gurney, Richie Ginter fu precoce nella sua avventura in F1, cogliendo il primo podio in F1 a Monza in quella che era la sua terza gara nel Circus. La stagione 1963 vide premiata la costanza di Ginther, capace di classificarsi nei primi cinque in tutte le gare che portò al termine. Si laureò vicecampione del mondo a pari merito con Graham Hill, alle spalle di un imprendibile Jim Clark. La prima - e unica - vittoria di Ginther arrivò nel GP del Messico 1965. Fu il primo successo anche per la Honda. Fece il suo debutto negli anni Sessanta anche Peter Revson. Il nativo di New York esordì con la Lotus nel 1964, ma solo nel 1972 riuscì a disputare un'intera stagione in F1, con la McLaren, cogliendo quattro podi. Nel 1973 diventò il cinquantesimo pilota a vincere una gara nel Circus, imponendosi sulla concorrenza a Silverstone. Avrebbe vinto un'altra volta, sul bagnato in Canada, prima di perdere la vita in un test in vista del GP del Sudafrica 1974. 

Eddie Cheever disputò 132 GP in F1
Eddie Cheever disputò 132 GP in F1

C'è molta Italia anche nella storia di Eddie Cheever, l'americano di Roma. Nato a Phoenix nel 1958, Cheever si trasferì nella Capitale con la famiglia da ragazzino, e perfezionò la sua scalata verso la F1 proprio nel nostro paese. Cheever è il pilota statunitense ad aver disputato il maggior numero di GP nel Circus, ben 132. Partecipò a undici stagioni, dal 1978 al 1989, ottenendo nove podi e 70 punti, con i secondi posti a Detroit nel 1982 e in Canada nel 1983 come migliori risultati. Proprio nel 1983 arrivò il crocevia della sua carriera. Con il team Renault ufficiale, ebbe un'occasione d'oro. Ma fu surclassato dal compagno di squadra, Alain Prost. Mentre quest'ultimo si involò verso una carriera di grande successo, Cheever non ebbe più a disposizione una vettura competitiva. 

Scott Speed, pilota della Toro Rosso in F1 nel 2006/2007
Scott Speed, pilota della Toro Rosso in F1 nel 2006/2007

Avvicinandosi ai giorni nostri, l'ultimo pilota statunitense ad avere un posto da titolare in Formula 1 per una stagione intera fu Scott Speed. Con quel cognome che sembrava indicare un destino già scritto, il signor Velocità non ebbe grande fortuna in Toro Rosso, e molto dipese dal suo carattere. Vincitore nel 2003 di un concorso indetto dalla Red Bull per scovare "il prossimo campione del mondo americano", Speed si fece strada nelle categorie minori, cogliendo il terzo posto in GP2 nel 2005 alle spalle del futuro iridato Nico Rosberg e di Heikki Kovalainen. Nel 2006 la promozione nella neonata Toro Rosso, scuderia in cui disputò una stagione senza particolarei acuti, fatto salvo un diverbio con David Coulthard.

Speed fu sostituito a metà 2007 da Sebastian Vettel
Speed fu sostituito a metà 2007 da Sebastian Vettel

Fu un altro alterco, questa volta con il suo team principal Franz Tost, a costargli il posto. Dopo un incidente sotto la pioggia battente del Nürburgring nel 2007, secondo il racconto di Speed si arrivò alle mani. Quale sia la verità non lo sapremo mai, ma resta l'epilogo della vicenda, il licenziamento di Speed, sostituito da un giovane di belle speranze chiamato Sebastian Vettel. Dopo di lui, solo una piccola parentesi per un altro pilota americano, Alexander Rossi. Futuro vincitore della 500 Miglia di Indianapolis, corse cinque GP con la Manor nel 2015. Ora tocca a Logan Sargeant, da Fort Lauderdale, Florida. Nella speranza che sia più un Mario Andretti che uno Scott Speed. 

Logan Sargeant, pilota della Williams per la stagione 2023 di F1
Logan Sargeant, pilota della Williams per la stagione 2023 di F1
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